Puntualmente come ogni anno a fine gennaio l’Ufficio federale di statistica ha pubblicato i dati sull’evoluzione del parco delle automobili in Svizzera. Ci soffermiamo su due aspetti che emergono in modo chiaro per il Cantone Ticino.
Un primo rilievo riguarda l’evoluzione del numero di automobili ammesse alla circolazione. Per il quarto anno consecutivo il loro numero diminuisce. Il parco comprendeva infatti circa 225’300 unità nel 2017 e ha toccato le 221’500 nel 2021, 3800 in meno, ossia una riduzione dell’1,7%. Si tratta di una contrazione non abbastanza grande per tramutarsi in un miglioramento delle condizioni generali di circolazione, ma sicuramente rappresenta un indizio interessante di un’evoluzione favorevole dal profilo della gestione della mobilità e dell’impatto ambientale. Le ragioni che spiegano questa tendenza sono probabilmente diverse e ciascun ruolo risulta ancora difficile da quantificare. L’evoluzione demografica è in generale considerata un fattore-chiave nel determinare la crescita della mobilità. Dopo il 2016 la popolazione ticinese è diminuita, perdendo 3400 abitanti fino al 2020.
Un altro fattore che è lecito ipotizzare è dato da un cambiamento nella scelta del mezzo di trasporto: si utilizzano maggiormente i trasporti pubblici e ci si sposta di più a piedi o in bicicletta. Il costante potenziamento delle prestazioni dei servizi pubblici da alcuni anni a questa parte e la significativa crescita dell’utenza che lo ha accompagnato lo lascia presagire, anche se una conferma è attesa nei prossimi anni quando il balzo in avanti delle prestazioni realizzato con la galleria di base del Ceneri aperta a fine 2019 avrà potuto esplicare i suoi effetti, convincendo magari anche qualche economia domestica a rinunciare alla seconda auto. Infine bisognerà capire se l’impatto della pandemia a partire dalla primavera del 2020 abbia avuto ripercussioni durature oppure solo passeggere. Il brusco calo della circolazione stradale e dei viaggiatori sui trasporti pubblici osservato nel 2020 è stato in parte già recuperato nel 2021, ma probabilmente potrebbe aver modificato certe abitudini sia per gli spostamenti quotidiani, ad esempio a seguito della diffusione del telelavoro, sia per quelli di svago, ad esempio favorendo le mete di maggiore prossimità. Ciò può aver portato alla rinuncia o al differimento dell’acquisto o della sostituzione di un autoveicolo. Affaire à suivre.
Un secondo aspetto che emerge dai dati appena pubblicati riguarda l’evoluzione delle nuove immatricolazioni, che sono in caduta libera dal 2015, con una forte accelerazione nel 2020 a seguito della pandemia da Coronavirus, smorzata nel 2021 senza tuttavia recuperare i valori osservati in precedenza. Tra le nuove immatricolazioni si registra una progressione della trazione elettrica. L’auto «verde» si ritaglia uno spazio sempre maggiore nelle preferenze dei consumatori. Nel 2016 la quota dell’auto elettrica raggiungeva infatti appena lo 0,7% delle nuove automobili ammesse alla circolazione. Cinque anni più tardi la quota è salita al 10,1%. Un indizio significativo di un’evoluzione in linea con la strategia energetica e climatica elvetica, che punta alla sostituzione dei carburanti fossili con fonti pulite, rinnovabili e indigene. Il cammino per raggiungere l’obiettivo è tuttavia ancora lungo, poiché le auto elettriche non costituivano nel 2021 che l’1,3% del parco complessivo.
Anche i veicoli ibridi (sia nelle versioni normali che ricaricabili) conoscono un elevato incremento. Hanno infatti raggiunto una quota del 33,7% nelle nuove immatricolazioni ma, con un’incidenza del 5,6% sul parco complessivo, il loro ruolo rimane marginale. Che questa crescita sia virtuosa dal punto di vista energetico e climatico è tuttavia molto dubbio, vista la necessaria doppia motorizzazione e l’effettivo modesto se non irrilevante impiego della trazione elettrica nel complesso degli spostamenti. Un recente studio commissionato dal Canton Vallese conferma i dubbi e solleva parecchi interrogativi. Infine osserviamo un forte incremento dell’impiego della trazione 4x4, che va di pari passo con maggiori consumi ed emissioni. La quota di questi modelli nel complesso del parco automobili ha infatti raggiunto circa il 33%; nel 2005 era solo del 16%.