Recuperare la Licenza di Scuola Media da privatisti per costruirsi un futuro, dimostrando in primo luogo a se stessi che l’impegno e la costanza permettono di raggiungere gli obiettivi prefissati. Sono ogni anno oltre una quarantina – 52 nel giugno 2017 – i giovani che superano con successo gli esami organizzati a turno da una sede di Scuola Media. Alcuni si preparano individualmente, altri con il sostegno degli enti sociali che li seguono, ma la maggior parte è accompagnata da Pro Juventute, il cui progetto educativo in questo ambito ha preso avvio nel 2010.
Nell’ultimo decennio gli iscritti agli esami sono passati da meno di venti a una settantina. Il loro numero è in crescita e l’evoluzione corrisponde a quella degli allievi che terminano la scuola dell’obbligo senza l’ottenimento della Licenza. Problemi di salute, disagio sociale, carenze a livello familiare, sono in genere all’origine delle difficoltà manifestate da alcuni giovani soprattutto durante l’adolescenza, difficoltà che purtroppo compromettono l’esito del loro percorso scolastico.
A distanza di due anni essi possono ritentare di conseguire la Licenza, presentandosi a una sessione di esami che viene organizzata la prima settimana dopo la fine dell’anno scolastico. La maggior parte degli iscritti ha quindi 17-18 anni, anche se diversi si situano nella fascia 19-21. «La licenza per privatisti – spiega Roberto Bottani, direttore della Scuola Media di Gravesano, sede della sessione di esami dello scorso anno – comprende prove in matematica, italiano, inglese, tedesco, scienze e geografia-storia. Elaborate dai docenti della sede coinvolta e approvate dagli esperti di materia, esse rispecchiano i contenuti essenziali dei programmi della Scuola Media». Prepararsi, per chi da qualche anno non frequenta le lezioni e ai tempi della scuola era in difficoltà, non è affatto scontato. Servono impegno, costanza e non da ultimo un sostegno educativo personalizzato. Il direttore Bottani conferma che, al di là dell’importanza della Licenza per proseguire la formazione, il suo valore consiste nella dimostrazione di potercela fare. «Sono esami che offrono un’opportunità non solo scolastica ma di vita. Per la maggior parte di questi giovani ormai adulti la consegna della Licenza, che viene appositamente sottolineata da una breve cerimonia, rappresenta il primo riconoscimento del loro valore, della fiducia di cui ora possono beneficiare e nel contempo una sorta di superamento del conflitto che li opponeva al mondo scolastico».
Il colloquio con il direttore è un punto di passaggio importante per conoscere il candidato, con spesso alle spalle un vissuto complesso e travagliato, e per fornire le indicazioni utili per affrontare l’esame. Precisa Roberto Bottani: «Ho incontrato personalmente 55 candidati con l’obiettivo di capirne intenzioni e motivazioni. Dalla situazione scolastica la discussione è spesso scivolata su loro iniziativa alla sfera privata. Il bisogno di essere ascoltati è emerso in modo evidente».
Una necessità che va di pari passo con quella di essere seguiti per poter portare a buon fine gli esami. L’ottima collaborazione fra l’Ufficio Insegnamento Medio e Pro Juventute offre la possibilità di una preparazione mirata ed efficace. Da gennaio a giugno durante quattro sere alla settimana (due da due ore e due da quattro) i privatisti seguono lezioni nelle diverse materie con docenti laureandi o neodiplomati. Nelle tre sedi di Giubiasco, Paradiso e Chiasso, si va però oltre le nozioni. La presa a carico è globale e l’aspetto educativo riveste un’importanza essenziale. La scelta di docenti delle nuove generazioni è basata sul concetto di cittadinanza, con i giovani che si prendono cura di altri giovani, fungendo da esempio.
I due o più anni trascorsi dalla fine della scuola media permettono ai candidati di maturare, ma spesso i loro problemi di fondo sono ancora presenti. Per Giacomo Petruccelli, coordinatore cantonale del progetto, il focus del medesimo riguarda proprio gli aspetti educativi che hanno impedito di ottenere la licenza. Precisa al riguardo: «Oltre che dai docenti, gli allievi sono seguiti in parte dal sottoscritto e soprattutto dal responsabile di sede (psicologo o educatore) che rappresenta la figura di riferimento con la quale si instaura uno stretto rapporto di fiducia. Essere all’ascolto, aiutare a risolvere questioni pratiche, rassicurare nei momenti di crisi (anche durante gli esami) sono i compiti di chi segue i candidati, con i quali si affronta in modo globale il loro futuro. Alcuni hanno obiettivi precisi, come poter proseguire la formazione, altri però sono ancora privi di interessi e prospettive. Grazie al progetto Mentoring, un altro programma di Pro Juventute, possiamo accompagnarli anche dopo il conseguimento della Licenza».
I risultati degli esami e i feed-back a medio e lungo termine confermano la validità del progetto. Il tasso di successo agli esami da parte di chi ha frequentato il corso è quasi del cento per cento, così come frequenti sono le buone notizie trasmesse in seguito. Le storie di successo gratificano responsabili e docenti. Roberto Bottani e Giacomo Petruccelli citano entrambi il caso di una ragazza ipovedente che nel giugno 2017 ha conseguito la seconda miglior Licenza. In questo caso lavori scritti ed esami orali sono stati adeguati ai dispositivi da lei utilizzati. Il suo obiettivo: proseguire la formazione.
Questa scelta può portare lontano come rivela la testimonianza di Lara (nome di fantasia a tutela della privacy), oggi 21enne iscritta al secondo anno della Scuola Cantonale di Commercio a Bellinzona. Dopo anni difficili alla Scuola Media, senza la voglia di studiare e soprattutto senza capirne l’importanza come lei stessa racconta, ha recuperato la Licenza da privatista nel 2016 preparandosi con Pro Juventute. «All’inizio avevo un po’ paura – prosegue la giovane studentessa – perché pensavo a distanza di anni di non ricordare più niente. Nel frattempo avevo frequentato l’anno di Pretirocinio e la Scuola di sartoria a livello empirico ma non erano così impegnativi dal punto di vista scolastico. Al corso ho però trovato un bell’ambiente con docenti giovani e bravi con i quali c’era meno distanza rispetto alla Scuola Media, sia di età sia di approccio. Grande aiuto mi è stato dato dai due responsabili di Pro Juventute con i quali discuto ancora oggi. Sostenuta anche da mia mamma, mi sto quindi impegnando per conseguire la Maturità. Mi piacerebbe poter proseguire gli studi all’università, perché adesso imparare e approfondire mi piace. Consiglio alle persone che in passato non sono riuscite ad ottenere la Licenza di recuperarla. Sono solo 6 mesi di preparazione e ne vale veramente la pena».
Anche per i docenti coinvolti – nel 2017 otto attivi nella fase di preparazione gestita da Pro Juventute e una ventina della Scuola Media di Gravesano per la sessione d’esami – l’esperienza risulta arricchente e formativa. In particolare vengono citati il confronto con allievi adulti, l’approccio con le loro vicende umane e le motivazioni che li spingono a raccogliere una sfida impegnativa da tutti i punti di vista.
Ogni anno la Scuola Media incaricata di organizzare gli esami per i privatisti cambia. Nel 2018 da Gravesano ci si sposterà a Canobbio. I direttori fanno tesoro delle esperienze precedenti per migliorare di volta in volta finalità e organizzazione di questa speciale sessione d’esami. La sede di Gravesano, ad esempio, in accordo con l’esperta di matematica, ha allestito una serie di esercizi di preparazione che saranno a disposizione online per i futuri candidati. Da parte sua Pro Juventute, vista la lista d’attesa sempre più lunga, auspica di poter offrire in futuro la possibilità di frequentare i corsi preparatori a un numero maggiore di candidati costituendo una nuova classe nel Locarnese.