Se internet è una via di fuga

Un’inchiesta di Addiction Suisse ha rilevato che gli adolescenti trascorrono molto tempo sui social media e in Internet anche per sfuggire a sentimenti negativi
/ 23.11.2020
di Stefania Hubmann

Trascorrere molto tempo sui social media per sfuggire a sentimenti negativi è uno dei principali risultati di un’inchiesta nazionale rappresentativa effettuata da Addiction Suisse presso i giovani fra gli 11 e i 15 anni. Un fenomeno non del tutto nuovo, ma che ha raggiunto livelli notevoli. Pubblicati a fine estate, i dati dell’indagine rivelano come la proporzione di interpellati che risponde affermativamente a questa domanda si situi attorno al 25%. Fra le difficoltà indicate dagli adolescenti spiccano i problemi con l’uso delle reti sociali virtuali, i vani tentativi di ridurre il tempo dedicato a queste attività e i conflitti familiari derivanti dalle medesime. Proprio a questi nuclei si rivolge Addiction Suisse con la nuova guida per i genitori nella quale affronta la problematica già dalla prima infanzia.

Fondazione indipendente di utilità pubblica riconosciuta quale centro di competenze nell’ambito delle dipendenze, Addiction Suisse, con sede a Losanna, è attiva su più fronti: ricerca, divulgazione, prevenzione, aiuto concreto. Ogni quattro anni partecipa a un’ampia ricerca internazionale (Health Behaviour in School-aged Children) sui comportamenti correlati con la salute negli allievi fra 11 e 15 anni. I dati raccolti nel 2018 e resi noti alcuni mesi fa indicano anche quanto, come e perché i giovani residenti in Svizzera utilizzano gli schermi digitali, in particolare in relazione a internet e ai social media. Il tempo resta un fattore rilevante che aumenta con l’età. Rispetto ai risultati precedenti questo tempo è rimasto piuttosto stabile nei giorni di scuola, mentre è progredito durante i fine settimana, soprattutto per i ragazzi. Una differenza di genere viene notata anche negli sforzi messi in atto per cercare di diminuire, senza successo, le ore trascorse in rete. Questo tentativo è compiuto più dalle ragazze (37,5%) rispetto ai ragazzi (23,7%).

«L’ultimo studio ha permesso di indagare più in profondità i motivi legati al lungo tempo trascorso dai giovani davanti agli schermi», precisa Markus Meury, portavoce di Addiction Suisse. «Uno dei risultati più interessanti è quello riguardante il malessere che sovente spinge ad usare internet. Quest’ultimo diventa una via di fuga dalla realtà per un quarto degli intervistati». Da rilevare, fra le difficoltà indicate dagli adolescenti nell’uso dei social media, un serio conflitto con i genitori o con i fratelli e le sorelle (ragazze 18,2%; ragazzi 14,6%).

Se con il 4% di giovani che presentano un utilizzo problematico dei social media la Svizzera ne esce piuttosto bene rispetto agli altri paesi dell’inchiesta internazionale, per Addiction Suisse le difficoltà segnalate mostrano che è necessario insistere sul ruolo della famiglia ed agire già quando i figli sono piccoli. Alcuni anni fa la fondazione ha affrontato il tema delle nuove tecnologie nell’ambito delle lettere educative destinate ai genitori, sollecitando il loro ruolo nel trasmettere valori e favorire un confronto costruttivo. Compiti essenziali anche in un campo in cui le competenze tecniche dei figli superano quelle dei genitori. Nel 2020 si è però voluto promuovere un’azione più mirata, come spiega Markus Meury. «I giovani iniziano prima ad usare cellulari e computer, per cui è necessario offrire ai genitori alcuni strumenti per gestire queste nuove situazioni. Ciò significa essere in grado di discutere il tema con i figli, ma anche saper cogliere eventuali segnali di un problema». Al momento disponibile in francese e tedesco, la guida offre alcune piste per accompagnare bambini e adolescenti in un impiego ragionevole dei dispositivi digitali. Opportunità, rischi, limiti, tempo, regole, sono alcune questioni affrontate nell’intento di non banalizzare, ma nemmeno drammatizzare l’uso di strumenti che ormai sono diventati parte integrante della vita di tutti. L’opuscolo spiega come già dalla prima infanzia sia importante guidare i bambini nell’apprendere ad utilizzare questi dispositivi fissando regole adatte alla loro età. Non va inoltre dimenticato che i più piccoli osservano ciò che fanno gli adulti attorno a loro, quindi anche come e quando usano smartphone e tablet.

Sui conflitti che sorgono in famiglia in questo ambito il nostro interlocutore evidenzia in primo luogo la questione del tempo. Markus Meury: «I giovani sono completamente immersi nel mondo virtuale, per cui dal loro punto di vista il tempo a disposizione non è mai sufficiente. I genitori sono visti come coloro che rovinano il piacere e minacciano le relazioni sociali con gli amici con i quali sono connessi sui social media. I consigli forniti nella guida non hanno lo scopo di impedire l’uso di questi strumenti, bensì di riuscire a discuterne insieme i rischi per poi fissare delle regole. Considerata la sua età, un adolescente può anche contribuire a negoziarle. Quando le regole non vengono rispettate, devono esserci delle conseguenze, altrimenti cade il loro scopo. Questo aspetto è importante, ma ancora più significativo è il legame che si riesce ad instaurare fra genitori e figli».

A questa rapida evoluzione dell’uso delle moderne tecnologie da parte delle giovani generazioni si è aggiunta nel 2020 la grande influenza del lockdown primaverile con restrizioni e conseguenze ancora in atto. Cosa ne pensa l’esperto di dipendenze? «L’aumento del tempo trascorso davanti allo schermo derivante dal lockdown riguarda tutti e non solo i giovani. Questi ultimi lo hanno in parte impiegato per continuare a seguire le lezioni, anche se sono sicuramente aumentate pure le ore dedicate a giochi e social media, essendo altre attività del tempo libero vietate o limitate. Nella nostra prossima pubblicazione annuale, in uscita a febbraio 2021, passeremo in rassegna questo anno e quanto accaduto. Ribadisco l’importanza dei genitori quali modelli e il loro ruolo nel regolare il tempo di utilizzo, capire il tipo di uso e accompagnare i figli discutendo con loro i rischi legati a questi dispositivi. Videogiochi e social media costituiscono le attrazioni maggiori e nel contempo le principali fonti di pericolo, i primi specialmente per i ragazzi, i secondi per le ragazze».

Complice la pandemia, l’uso di internet e dei social media è esploso. Per sfruttarne al massimo le risorse riducendone i rischi, è necessario ancora una volta passare dall’informazione e dal confronto come suggeriscono gli esperti. Evitare l’instaurarsi di una dipendenza a favore di un uso consapevole dei dispositivi digitali è l’obiettivo di Addiction Suisse che con le iniziative citate cerca di tutelare soprattutto le giovani generazioni, più fragili e nel contempo più attratte dal mondo virtuale.

Informazioni
www.addictionsuisse.ch