Le usiamo davvero tutti. D’altronde si trovano su ogni auto. Dalla velocissima Ferrari alla piccola Cinquecento. Dall’ultima moderna versione elettrica della Tesla allo spartano Land Rover Defender. Stiamo parlando delle cinture di sicurezza a tre punti di attacco. Ma chi le ha inventate? Le ha inventate il marchio Volvo, sessant’anni or sono.
Correva il 1959, quando il costruttore svedese decise di mettere la sua scoperta al servizio di tutte le Case automobilistiche. Non la brevettò. Un’azione frutto del senso di responsabilità civile tipico della cultura svedese. Si calcola che in questi sessant’anni oltre un milione di vite siano state salvate grazie proprio alle cinture di sicurezza. Volvo anche oggi sceglie di condividere le proprie conoscenze maturate negli ultimi quarant’anni dedicati alla ricerca nell’ambito della sicurezza.
E.V.A. Questo il nome del progetto appena lanciato. Acronimo di «Equal Vehicles for All». Ovvero «veicoli uguali per tutti». L’obiettivo è ambizioso: eliminare gli incidenti mortali causati dalle auto, di qualsiasi marca esse siano. Una sicurezza condivisa per arrivare a vetture che siano sicure allo stesso modo per ogni occupante. Un esempio? Secondo gli studi condotti da Volvo le donne sono esposte a rischi maggiori di subire lesioni in caso d’impatto. Il motivo? I sistemi di sicurezza sono stati spesso sviluppati senza tenere conto che siamo diversi l’uno dall’altro. Volvo lavora per proteggere con la stessa efficacia il singolo occupante delle sue auto. Indipendentemente dal sesso, dall’altezza, dalla corporatura o dal peso, non limitandosi quindi alla persona media.
Già oggi su molte automobili, non solo Volvo, si può regolare l’altezza dell’attacco delle cinture. Ma la maggior parte degli automobilisti che ne hanno la possibilità non lo fa per una mancanza di consapevolezza. Ecco che Volvo vuole condividere tutti i suoi studi privilegiando il progresso sociale all’aspetto finanziario. Come? Attraverso l’apertura di una biblioteca digitale dedicata agli studi effettuati sulla sicurezza e accessibile a tutti i costruttori automobilistici.
Proprio in questi giorni Volvo ha presentato il suo ultimo sistema dedicato alla sicurezza delle automobili. Si chiama Care Key e consente di impostare un limite di velocità massima sulla vettura prima di farla utilizzare ad altri membri della famiglia. Una tecnologia pensata per gli automobilisti più giovani e inesperti come i neopatentati. Dal 2021 questo sistema sarà di serie su tutte le vetture della Casa svedese. Ma non finisce qui. Dal 2020 il Costruttore inizierà a installare a bordo telecamere e sensori. L’obiettivo è monitorare il guidatore per consentire all’automobile di intervenire in caso di alterazione psicofisica del pilota, o anche semplicemente di stanchezza o distrazione. Volvo ha inoltre comunicato l’intenzione di limitare la velocità massima di tutte le sue automobili a 180 chilometri orari a partire dal 2020.
Alla base c’è la necessità di maggiore sicurezza sulle strade. In molti però si fanno una domanda: è giusto che i costruttori installino tecnologie il cui obiettivo è ridurre gli incidenti anche a costo di limitare l’autonomia dell’automobilista?