Ripensare la rotonda

Locarno – A 20 anni dalla sua costruzione lo spazio della rotonda di Piazza Castello resta per lo più inutilizzato. Una recente mozione chiede di creare un parco urbano
/ 29.07.2019
di Nicola Mazzi

Ci sono 8300 metri quadrati (una superficie più grande di un campo di calcio) alle porte della Piazza Grande di Locarno che, per la maggior parte del tempo, sono inutilizzati. Sono quelli della rotonda di Piazza Castello. Metri quadrati che fanno regolarmente discutere i politici e i cittadini.

In estrema sintesi: la rotonda è nata sulla carta alla fine degli anni Ottanta, è poi stata aperta al traffico nel 1999 ed è stata completata con una sistemazione interna «minimal» nel 2001. Ma partiamo dall’inizio. In origine il Cantone diede mandato agli architetti Aurelio Galfetti, Marco Krähenbühl, in collaborazione con l’architetto Luigi Pellegrini, di trasformare questo spazio in una grande sala cinematografica, riparata dalle intemperie grazie a una struttura coperta capace di offrire spazio per uno schermo di formato uguale a quello di Piazza Grande e destinato a una platea a gradinata di almeno 9’000 posti. Purtroppo i mezzi finanziari a disposizione non permisero di concretizzare quella soluzione che sarebbe costata 8-10 milioni. L’idea fu perciò abbandonata.

Dopo 20 anni dalla sua costruzione questo spazio resta, per la maggior parte del tempo, inutilizzato. L’unico vero momento in cui acquista valore è nel periodo estivo, in concomitanza appunto col Festival del film, quando diventa uno dei catalizzatori delle serate festivaliere. In questi anni è vero che qualche progetto è stato tentato. Per esempio la posa di un gioco-labirinto per bambini offerto dall’Associazione Scout Locarno; il Municipio ha acquistato una Pumptrack per mountain-bike e ha cercato di promuovere la rotonda per eventi e manifestazioni (come il villaggio dei Campionati Europei di calcio del 2016 e i concerti promossi dalle associazioni LocAttiva, Rock Your Ground e Move Your Soul). Ma sono state manifestazioni estemporanee e che, in definitiva, non hanno risolto il problema.

Per cercare di saperne di più e per fare il punto della situazione abbiamo sentito Loris Bianchi, responsabile dei Servizi generali al Dipartimento del territorio. «Quella che definiamo oggi rotonda è la parte interna dell’anello stradale di distribuzione del traffico, da e per la galleria Mappo-Morettina, ed è integrata nel progetto di sistemazione di Piazza Castello», precisa il funzionario cantonale.

Un’opera che come aggiunge lo stesso Bianchi «è parte del Piano Viario del Locarnese la cui infrastruttura principale è la galleria di circonvallazione degli agglomerati di Minusio, Muralto e Locarno. Collega il tratto stradale situato nel Piano di Magadino, dalla rotonda dello Stradonino a Mappo, con la diramazione della Morettina che consente sia il proseguimento sulla strada principale A13 verso Ascona e Brissago oppure verso le Centovalli, sia la penetrazione verso il centro di Locarno».

La galleria Mappo Morettina ha provocato un radicale cambiamento della viabilità del Locarnese e l’accesso alla città «è stato spostato da est (Verbanella) a ovest Morettina. Ciò ha portato a una modifica dell’impostazione dei flussi di traffico verso la Città di Locarno, da Ovest invece che da Est, con la conseguente necessità di ristrutturare Piazza Castello che è così diventata il nuovo polo di distribuzione del traffico, nonché la piattaforma orientativa dello sviluppo urbano dei vari comparti circostanti. La sistemazione di Piazza Castello con l’esecuzione della rotonda di grandi dimensioni (dal diametro di 110 m) è stata ritenuta la soluzione più idonea per garantire un funzionamento attrattivo del traffico privato, per i mezzi pubblici e per smaltire un importante volume giornaliero di veicoli».

Per Loris Bianchi la divisione dei compiti tra Cantone e Comune è sempre stata chiara. «Il Dipartimento del territorio ha assunto la gestione della parte stradale e ha delegato alla Città la gestione del nuovo spazio urbano, formato dall’interno dalla rotonda. La Città l’ha sinora destinato principalmente ai bisogni del Festival e ad alcune manifestazioni temporanee. Gli accordi sono stati formalizzati da una concessione del Cantone alla Città, che le consente e la impegna a gestire l’uso e la manutenzione della rotonda. Mentre la Città stipula, a sua volta, delle convezioni con partner terzi che la utilizzano per le manifestazioni».

Sollecitato su una possibile vendita di questo spazio al Comune oppure a privati ci dice: «Un’eventuale decisione di vendita competerebbe al Gran Consiglio, in base a un messaggio del Consiglio di Stato che, evidentemente, dovrebbe illustrare le motivazioni, le intenzioni della Città e le relative condizioni. A titolo generale si conferma che la cessione diretta di beni demaniali cantonali a Enti locali per loro bisogni di interesse pubblico è prioritaria per rapporto a quella di altri eventuali interessati». In altre parole il Comune qualora volesse acquistare questo spazio, partirebbe in pole position.

Difficile dire che cosa succederà: di certo c’è che, di recente, trenta consiglieri comunali di diversi schieramenti politici hanno sottoscritto una mozione nella quale si chiede di trasformare questo spazio in un parco urbano. Il quale dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: una parte di superficie verde; un maggior numero di alberi ad alto fusto per creare zone d’ombra e garantire frescura nel periodo estivo; nuovi elementi fissi o amovibili in grado di creare aggregazione intergenerazionale (un campetto sportivo urbano polifunzionale per giocare a calcio/unihockey/basket; una piccola tribuna, panchine, rampe da skate amovibili da unire alla Pumptrack, pista da bocce, tavoli da ping-pong, altalene e scivolo per i più piccoli, ecc.); una copertura parziale in caso di intemperie; murales colorati per decorare e ravvivare le pareti interne dei vasi di cemento che compongono la rotonda (ad esempio quale promozione turistica a tema «Città e regione di Locarno»). Il tutto senza contrastare le esigenze del festival.

Un progetto che ora il Municipio dovrà valutare per poi dire la sua ed, eventualmente, presentare un messaggio per l’acquisto. Il Cantone è pronto a discuterne e i cittadini aspettano una soluzione.