Ripensare gli spazi verdi

Pianificazione – Nei prossimi anni i Comuni sono chiamati a progettare il loro futuro sviluppo focalizzandosi sulla qualità degli insediamenti e sulle aree verdi pubbliche. L’esempio di Massagno
/ 29.10.2018
di Stefania Hubmann

Stretta collaborazione con i promotori immobiliari e «aggregazione» degli spazi verdi. Sono queste due strategie efficaci che i Comuni possono mettere in atto per migliorare la qualità di vita nelle zone urbane densamente edificate. Massagno è tra i Comuni all’avanguardia in questa visione come dimostrano il Piano di Quartiere dell’ex proprietà Nessi e la variante di Piano Regolatore (PR) del Messaggio Municipale n. 2468. Il primo è in fase di realizzazione ed è stato preso quale spunto per la riflessione proposta la settimana scorsa a Lugano da i2a istituto internazionale di architettura sulle «Convergenze tra pubblico e privato nella costruzione del territorio». Il secondo, licenziato lo scorso luglio, è tornato al vaglio del Municipio per meglio completare il dossier in vista di ripresentarlo al Consiglio Comunale nel corso del prossimo anno. La nuova variante di PR permetterebbe di riunire le quote di terreno allo stato naturale che ogni fondo edificabile deve preservare in aree più significative a livello di percezione, microclima e godibilità. L’obiettivo corrisponde a un indirizzo perseguito da tempo dal Cantone e in via di concretizzazione con l’adeguamento del Piano Direttore alla revisione della Legge federale sulla pianificazione del territorio votata nel 2013. Tutti i Comuni ticinesi saranno quindi chiamati a breve a chinarsi sulla questione degli spazi verdi pubblici e privati presenti sul loro territorio.

Il caso di Massagno, pur essendo legato ad un contesto territoriale e pianificatorio specifico, secondo il Dipartimento del Territorio può fungere da esempio per altri comuni urbani. Su una superficie inferiore al chilometro quadrato vivono quasi 7mila persone con una densità fra le maggiori in Europa. Il Piano di Quartiere dell’ex proprietà Nessi rappresenta una grande opportunità. L’accordo trovato con il promotore immobiliare permetterà infatti di ricavare un parco ad uso pubblico su circa 10mila metri quadrati di proprietà privata. L’edificazione delle palazzine è in fase di realizzazione. La nuova variante di PR individua invece nove isolati in cui l’ubicazione e l’estensione degli spazi verdi di ogni mappale saranno vincolate in modo da formare un’area unitaria, sempre però di proprietà e gestione dei rispettivi proprietari.

Spiega il sindaco Giovanni Bruschetti: «Accanto ai grandi progetti che permettono di recuperare importanti aree verdi ad uso pubblico, occasioni in realtà sempre più rare, è necessario trovare accorgimenti meno incisivi ma altrettanto importanti applicabili in più punti del territorio, misure che nel loro insieme possono fare la differenza in un tessuto fortemente urbanizzato. Il Comune intende adottare anche altre misure per riqualificare dal punto di vista ambientale ed urbanistico il proprio territorio, come l’estensione delle alberature degne di protezione e la tutela di edifici e complessi culturali locali». Riguardo alla variante «Spazi verdi di riqualifica dei comparti residenziali intensivi» Giovanni Bruschetti precisa che «l’operazione di concepire in modo più ordinato le quote obbligatorie di area verde (o in alcuni casi solo parte di esse) è pure nell’interesse dei privati. Se questi ultimi si accordano, possono destinare la nuova superficie a zona di svago comune, posando ad esempio alberature, panchine, giochi o ancora riservando uno spazio per gli orti. Tutti possono fare di necessità virtù. Per il Comune, consapevole dell’importanza del territorio a maggior ragione se limitato, ciò significa cercare di utilizzarlo senza sprechi».

La visione di Massagno è promossa da quasi due decenni in stretta collaborazione con l’ingegnere Stefano Wagner, pianificatore del Comune. «I tempi della pianificazione sono lunghi con risultati visibili nel loro insieme solo a distanza di anni», rileva al riguardo l’ing. Wagner, contitolare e direttore degli Studi Associati SA a Lugano. «Un’intesa di intenti sviluppata sul lungo periodo è quindi un enorme vantaggio per poter svolgere un lavoro coerente e di qualità, garantendo continuità al progetto. La popolazione ticinese in generale ha grandi aspettative su due punti cruciali: la mobilità e il paesaggio. Risolvere i problemi legati a queste sfide è un processo al quale a Massagno lavoriamo con il preciso obiettivo di riqualificare la sua vocazione residenziale di qualità. Lo strumento per realizzarla rimane come per tutti i Comuni il PR, composto dai Piani delle zone, del traffico e del paesaggio».

A Massagno, ricorda il pianificatore, l’occasione è stata colta nel 2008 con l’analisi del comparto industriale IBSA e relativo azzonamento che ha permesso il recupero della qualità insediativa del quartiere. Stefano Wagner: «Il caso IBSA ha funto da laboratorio per due nuovi tipi di spazi verdi a statuto privato, da un lato le aree ad uso pubblico e dall’altro gli spazi comuni di riqualifica della zona insediativa. Il primo è stato applicato nel Piano di quartiere dell’ex proprietà Nessi, il secondo per la variante oggetto del Messaggio Municipale licenziato lo scorso luglio. Il secondo incontra maggiori favori presso i privati, perché non va ad intaccare l’uso esclusivo della proprietà. La quota minima di verde che ogni fondo edificabile deve mantenere dipende dalle zone, situandosi in media attorno al 30%. Il suo scopo è di abbattere i picchi di pioggia garantendo la percolazione naturale. Ordinare queste quote riunendole nella parte centrale dell’isolato permette di ricavare una specie di cortile interno un po’ sul modello delle case a blocco zurighesi risalenti già a un secolo fa».

«Entrambe le soluzioni proposte dal Comune di Massagno riflettono la direzione nella quale il Cantone suggerisce ai Comuni di muoversi», commenta Nicola Klainguti, a capo dell’Ufficio della Pianificazione locale. Il documento principale di riferimento è il Piano Direttore con le schede R6 e R10 riguardanti lo Sviluppo e contenibilità del PR e la qualità degli insediamenti. Le modifiche delle stesse sono state adottate dal Consiglio di Stato e sono state pubblicate lo scorso mese di settembre. Come emerso dai media alcuni punti delle modifiche hanno suscitato dei ricorsi da parte dei Comuni che dovranno essere decisi dal Parlamento cantonale. «La concentrazione degli insediamenti è il principio base su cui si dovrà fondare l’uso futuro del territorio per far fronte alle esigenze di spazi per abitare e lavorare», prosegue il funzionario cantonale. «Secondo gli indirizzi e le misure previste dalla scheda adottata dal governo, ogni Comune deve valutare il proprio fabbisogno per i prossimi 15 anni, se necessario densificando (quindi sfruttando le riserve disponibili, ridistribuendo le potenzialità edificatorie degli spazi già destinati a questo scopo o incrementando dette potenzialità dove è giustificato) in modo appropriato e nel rispetto della qualità urbanistica. Quest’ultima è determinata da più fattori fra i quali le aree verdi occupano un posto centrale, così come la loro messa in rete affinché siano riconoscibili e utilizzabili».

La visione del Dipartimento del Territorio per le aree verdi nelle realtà densamente popolate è quindi a favore di soluzioni di continuità che spingono nella direzione di un uso pubblico. Nell’ambito di un’edificazione (o riedificazione) il verde non deve più essere considerato lo scorporo imposto finora da un PR meno restrittivo, ma un elemento determinante della qualità del progetto inserito in un contesto più ampio. Quanto alla rete e alla sua fruibilità, Nicola Klainguti ricorda che «il Comune dispone di diversi metodi per realizzarla, metodi che possono giungere fino all’espropriazione, in modo da acquisire i fondi necessari per realizzarla. La scelta si basa sulla ponderazione degli interessi in gioco di spettanza dell’autorità comunale che sarà comunque obbligata a confrontarsi con le esigenze dei cittadini, sempre più sensibili a queste tematiche. Il Cantone da parte sua promuove e sostiene le diverse forme di trasformazione a tutti i livelli. Va inoltre ricordato che il Dipartimento del Territorio lo scorso anno ha pure messo in consultazione il progetto di revisione della Legge edilizia dove figura anche una proposta di azione complementare nell’ambito di una maggiore qualità del costruito e dei relativi spazi verdi (l’indice del verde)».

Se in passato la responsabilità di preservare tali spazi all’interno delle proprietà private era demandata quasi esclusivamente alla sensibilità del singolo, oggi l’accresciuto bisogno insediativo abbinato all’uso parsimonioso del suolo affida la garanzia del mantenimento della qualità di vita in questo ambito all’autorità comunale chiamata quindi ad aggiornare i propri Piani Regolatori. Massagno, attraverso un percorso innovativo, sta già cercando di concretizzare i primi cambiamenti in questa direzione.