Renaulution. Ecco la parola scelta dal brillante Luca de Meo, presidente e amministratore delegato di Renault dal luglio 2020, per spiegare durante un recente incontro il futuro della Casa automobilistica francese. Resurrection, Renovation, Revolution. Sono queste le tre fasi del piano strategico «Renaulution». «Risurrezione», che continuerà sino al 2023, si concentrerà sulla ripresa del margine e sulla generazione di liquidità. «Rinnovamento», che proseguirà sino al 2025 vedrà il rinnovamento e l’arricchimento delle gamme contribuendo alla redditività delle marche. «Rivoluzione» che avrà inizio nel 2025 farà evolvere il modello economico del Gruppo verso la tecnologia, l’energia e la mobilità. Ecco allora che Renault cambierà completamente faccia puntando più sul valore che sui volumi. Tagliando i costi e incrementando la redditività.
Un futuro elettrizzante? Forse, sicuramente elettrico. Entro il 2025 saranno infatti presentate 14 nuove automobili, di cui sette completamente elettriche. Apparterranno a tutti i marchi che sono riuniti sotto il logo della losanga.
Per fare qualche esempio: la prerogativa del miglior rapporto qualità prezzo resta a Dacia che entro fine anno dovrebbe far debuttare Spring, il suo primo modello a emissioni zero. La massima espressione della sportività resta ad Alpine, la divisione ad alte prestazioni che nel 2021 scende in pista con la Formula 1. Stretto un accordo con gli ingegneri inglesi di Lotus per sviluppare l’erede della bella 110S a cui si affiancheranno presto tre nuovi modelli tutti alimentati a batterie.
«Passeremo dall’essere un’azienda automotive che fa uso della tecnologia a un’azienda tecnologica che fa uso delle auto, per cui almeno il 20 per cento dei redditi proverranno dai servizi relativi ai dati e dal trading dell’energia entro il 2030». Spiega il CEO Luca De Meo. «Vi arriveremo progressivamente, avvalendoci delle risorse offerte da questa grande azienda, delle competenze e dell’impegno dei suoi collaboratori. Renaulution è un piano strategico “fatto in casa” che svilupperemo e realizzeremo allo stesso modo: collettivamente».
Luca de Meo è un manager preparato ma è anche un vero appassionato di auto. Quando lavorava in Fiat con Sergio Marchionne, di cui era il pupillo prediletto, all’auto blu con autista preferiva una 500 Abarth guidata da lui. E la passione non si perde per strada. Ecco allora che mentre illustrava al mondo le sue nuove strategie ha trovato il tempo per stupire gli appassionati di auto svelando un affascinante prototipo.
Immediatamente riconoscibile nel colore giallo pop si chiama: Renault 5 Prototype. «Il suo design si ispira a un modello cult del nostro patrimonio. Incarna semplicemente la modernità, un veicolo radicato nel suo tempo: urbano, elettrico, affascinante». Spiega Gilles Vidal, Direttore del Design Renault.
Molti gli elementi stilistici ispirati alla R5 che oggi celano funzioni moderne: la presa d’aria del cofano nasconde lo sportellino di ricarica, nei fari posteriori sono integrati i deflettori aerodinamici mentre i fendinebbia presenti nei paraurti sono diventati luci diurne. La griglia laterale, le ruote e il logo posteriore riprendono il «5» originale. La parte anteriore e il tetto in tessuto rimandano al mondo dell’arredamento. Bellissima! Il destino vuole che sia un italiano a comandare la «rivoluzione francese» della mobilità nel gruppo Renault. Almeno per ora.