Quante sono e quali sono le realtà scientifiche e le ricerche che si stanno sviluppando nel nostro territorio? In pochi sapremmo rispondere, soprattutto perché come pubblico non riceviamo un’informazione regolare, corretta e sufficientemente attrattiva a questo proposito. La scienza in generale e la ricerca in particolare nell’immaginario collettivo rimangono spesso un oggetto misterioso. Nella propria formazione scolastica di base non tutti hanno avuto la fortuna di poter accedere a un sapere scientifico spiegato in termini facili, arricchiti da riferimenti pratici al mondo in cui viviamo. Per cui la ricerca, che è un fattore di crescita fondamentale per qualsiasi società evoluta, è talvolta vista con distacco, come qualcosa di slegato dalla nostra quotidianità. Però ci accorgiamo dei suoi benefici quando sono tradotti in realizzazioni tecnologiche che migliorano la nostra qualità di vita e che sfruttiamo quotidianamente, inconsapevoli degli sforzi che ci sono voluti per raggiungere quel risultato finale. La Fondazione IBSA per la ricerca scientifica, istituita a Lugano nel 2012, si impegna nella divulgazione della cultura scientifica attraverso vari modelli di comunicazione. Ha organizzato e promosso Forum di alto livello, incontri, dibattiti e meeting con l’obiettivo di portare l’attenzione del pubblico su temi di grande rilevanza scientifica, cercando di renderli di immediata comprensione. In quest’ottica si inserisce il suo programma lanciato all’inizio del dicembre scorso: si chiama Ticino Scienza. Si tratta di un sito giornalistico (www.ticinoscienza.ch) che vuol essere un modo per creare una rete che comprenda quasi tutte le realtà della ricerca scientifica attive nel cantone, rendendole più visibili sia al grande pubblico sia agli specialisti interessati. Ho detto «quasi tutte le realtà» perché per formazione l’IBSA privilegia le conoscenze biomediche e farmaceutiche. In ogni modo come enunciato nel suo comunicato stampa: «Il sito si presenta come un portale completo con diverse sezioni: articoli e approfondimenti che prendono spunto da notizie di cronaca e dagli studi più importanti dei ricercatori ticinesi, pubblicati sulle riviste scientifiche internazionali; una sezione dedicata alla nuova Facoltà di Scienze biomediche dell’Università della Svizzera italiana; una “finestra” sul progetto “Cultura e Salute” (progetto triennale promosso da Città di Lugano e Fondazione IBSA); l’elenco aggiornato in tempo
reale delle pubblicazioni scientifiche dei ricercatori che lavorano in Ticino. Il tutto con l’occhio alle ricadute concrete di queste attività sulla vita quotidiana di tutti noi. Molto spazio è dedicato anche alle fotografie, per far conoscere i volti e i luoghi di chi “fa ricerca” e divulgazione scientifica nel Cantone. Infine, Ticino Scienza ospiterà una serie di editoriali sui temi di attualità, che verranno firmati da studiosi di primo piano».
Sono parecchie le istituzioni che praticano la ricerca scientifica nel canton Ticino che, a dispetto delle piccole dimensioni del territorio, racchiude centri di eccellenza riconosciuti a livello nazionale e internazionale: ma forse non così valorizzati nel contesto svizzero e nella percezione del pubblico. Tra i settori trainanti vi è quello biomedico, con strutture pubbliche molto avanzate, come l’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB) di Bellinzona e, sempre nella capitale, l’Istituto Oncologico di Ricerca (IOR). Entrambi sono affiliati all’Università della Svizzera italiana (USI). Per esempio, a sottolineare il peso scientifico della ricerca ticinese, a fine gennaio di quest’anno l’IRB ha fatto sapere in un comunicato di aver sviluppato un anticorpo «doppio» in grado di proteggerci dal virus della Covid-19 e dalla sua variante inglese. L’immunoterapia basata su anticorpi monoclonali si è già dimostrata efficace contro questo virus, ma sta ancora cercando di poter agire anche contro le varianti che circolano e di impedirne la formazione. Cosa che invece sarebbe già in grado di fare il preparato dell’IRB, che impedisce al virus di cambiare la propria struttura per resistere alla terapia. L’IRB ha unito due anticorpi naturali in una singola molecola artificiale, un «anticorpo bispecifico», che attacca contemporanea-mente due parti diverse del virus, necessarie per l’infezione. L’autore della ricerca, dopo aver raffinato la progettazione dell’anticorpo bispecifico con simulazioni al supercomputer, lo ha prodotto in laboratorio verificando che il virus non riesce a mutare per sfuggire al duplice attacco del nuovo preparato. Anche i test preclinici lo hanno confermato. Ora ci vogliono finanziamenti per la sperimentazione clinica e la validazione, per poi passare all’eventuale produzione. Il piccolo Ticino non ha certo i mezzi dei colossi farmaceutici mondiali e avrà bisogno del coinvolgimento di terzi. Il direttore dell’Istituto ha dichiarato che con questa scoperta l’IRB consolida la propria posizione tra i leader mondiali nella ricerca e sviluppo di anticorpi, in particolare contro le malattie infettive emergenti.
Altri punti di forza del cantone sono lo IOSI (Istituto oncologico della Svizzera italiana) e, all’interno dell’EOC (Ente Ospedaliero Cantonale) il Neurocentro e il Cardiocentro. Sta facendosi largo a vari livelli anche la SUPSI (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana) con ricerche in diversi campi, tra i quali eccellono il settore delle Tecnologie innovative in particolare con l’IDSIA (Istituto Dalle Molle di Studi sull’Intelligenza Artificiale). Per far conoscere le proprie ricerche la SUPSI ha recentemente aperto un nuovo sito (www.supsi.ch/go/podcast). La presenza dell’USI e della SUPSI nel canton Ticino costituisce una spinta molto importante per l’avvicinamento delle strutture cantonali ad altre realtà nazionali come gli ospedali universitari svizzeri e i centri di ricerca dei politecnici federali. Questo anche per poter accedere a dei finanziamenti. Non dimentichiamo che da anni Lugano è sede del Centro svizzero di Calcolo Scientifico (CSCS), un’unità autonoma dell’ETH di Zurigo che collabora strettamente con l’USI. Il centro dà libero accesso ai ricercatori svizzeri e fornisce con i supercomputer risorse di calcolo dedicate per specifici progetti di ricerca e mandati nazionali. Inoltre Lugano si è candidata per ottenere una sede di rete associata al Parco svizzero dell’Innovazione di Zurigo, cosa che aprirà nuovi orizzonti per ulteriori insediamenti di attività d’avanguardia e reparti di ricerca e sviluppo nazionali e internazionali. Tutte cose che potranno figurare su Ticino Scienza.