«Ognuno di noi è un miscuglio di contagi… quelli legati al nostro vivere quotidiano, come gli sguardi, le idee e gli abbracci, e quelli legati ai microbi, come i virus e i batteri. Ci contaminiamo di pensieri, di germi. Ricerchiamo i primi, rifuggiamo i secondi». Sono queste alcune tra le parole consegnate dagli organizzatori ai visitatori della mostra intitolata, non a caso, Le molte facce del contagio in programma nella Sala Arsenale del Castelgrande a Bellinzona.
Dopo due anni di pandemia, il termine contagio ha assunto una connotazione negativa, ma l’esposizione intende mostrare come l’etimologia della parola contempli anche aspetti positivi. Le nostre relazioni sociali sono ad esempio un crocevia di contagi di idee, pensieri, soluzioni, c’è poi il contagio del sorriso di un bambino eccetera. L’esposizione è visitabile dal 9 aprile al 6 novembre. Artefici del progetto e dell’allestimento, l’Istituto di ricerca in biomedicina (Irb) e L’ideatorio dell’Università della Svizzera italiana, in collaborazione con la città di Bellinzona e la fondazione Sasso Corbaro. La mostra è stata concepita in tempi non sospetti – prima della pandemia – ed è pienamente interattiva. «Già attorno al 2015 volevamo organizzare un’esposizione sui vaccini» – spiega Maryse Letiembre, ricercatrice dell’Irb. «Avevamo chiesto al Fondo nazionale un finanziamento nell’ambito del programma denominato, “Agorà”. Fondo che abbiamo ottenuto e così abbiamo coinvolto L’ideatorio con cui abbiamo concepito i contenuti della mostra. L’evento si presenta interattivo sin dall’ingresso nella Sala dell’Arsenale al Castelgrande: i visitatori staccheranno da un libro pagine adesive sulle quali lungo il percorso della mostra sarà possibile scrivere le risposte a delle domande su aspetti legati alla pandemia, riflettendo sui contenuti di una approfondita ricerca storica realizzata dall’Ideatorio sui contagi del passato, dalla peste al colera e sui passi decisivi che la scienza ha saputo compiere nella lotta alle grandi epidemie. Il pubblico sarà inoltre sollecitato da una ricerca condotta dal nostro istituto Irb su tre virus, e, attraverso un gioco, sarà messo alla prova sugli anticorpi utili a neutralizzare i virus e, una volta individuate le soluzioni esatte, si accenderà un video a carattere scientifico».
La mostra, aperta a tutti (bambini accompagnati) e alle scuole, è stata voluta fortemente dall’immunologo e microbiologo dell’Irb, Santiago Gonzalez, che ha offerto il proprio contributo sia scientifico sia storico all’iniziativa. Il Castelgrande sarà in questi mesi meta di ricercatori e scienziati che si proporranno di divulgare il sapere al pubblico con parole accessibili, ma anche di rispondere alle più svariate domande, incluse quelle formulate dai visitatori stessi durante la loro visita. Le molte facce del contagio si arricchisce inoltre di conferenze dedicate con la proposta di eventi collaterali: Aperitivi al castello (a ingresso gratuito) che vedranno la presenza di esperti. Non è vero ma ci credo. Negazionismo, complottismo e credenze: dalla peste a oggi è il titolo della prima proposta in agenda il 29 aprile alle 18, alla quale interverranno Bernardino Fantini, storico della medicina e Lorenzo Montali, psicologo sociale. Fra gli altri spunti di riflessione, il dialogo fra il rettore dell’USI, Boas Erez e Samia Hurst Majno, bioetica e vice presidente della Swiss National Covid-19 Science Task Force, che il 4 maggio alle 18 cercheranno di rispondere fra l’altro a domande rimbalzate a più riprese durante la pandemia: «Fino a che punto è giusto limitare la libertà dei singoli in nome della salute pubblica?». E ancora: «Come va gestita dagli esperti la sempre presente sfiducia nella scienza?». Modererà il dibattito Giovanni Pellegri, responsabile de L’Ideatorio. Un’altra proposta riguarderà una fiaba al castello per tutte le età (dai 6 anni), L’occhio del drago, spettacolo di e con Giancarlo Sonzogni in più date.