Quanto costa la mobilità?

Istantanee sui trasporti – I costi dei trasporti pubblici crescono più rapidamente di quelli del traffico motorizzato individuale
/ 25.04.2022
di Riccardo De Gottardi

La discussione sui costi della mobilità è sempre attuale. Ritorna regolarmente sotto la luce dei riflettori da diversi punti di vista. Spesso sono le tariffe dei trasporti pubblici a comparire sul banco degli imputati; altre volte è l’incremento dei costi del carburante e, in particolare, l’importo dell’imposta sugli oli minerali. Secondo taluni le tariffe dei servizi pubblici sarebbero troppo elevate e ne scoraggerebbero l’uso così come un maggior prezzo del carburante violenterebbe l’automobilista e penalizzerebbe le regioni periferiche. Secondo altri, invece, una corretta gestione della mobilità presupporrebbe che l’utente copra integralmente tutti i costi, anche i cosiddetti «costi esterni» a carico della collettività (generati dagli impatti sull’ambiente, sul paesaggio, sulla salute e dagli incidenti). Oggi circoscriviamo il tema a un aspetto puntuale: l’evoluzione nel tempo dei prezzi dei trasporti pubblici e di quelli individuali. Torneremo in una prossima puntata sugli altri aspetti della problematica. Per descrivere l’evoluzione dei costi facciamo riferimento all’indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC), che l’Ufficio federale di statistica calcola ogni mese e pubblica regolarmente. L’IPC misura il rincaro dei beni e dei servizi rappresentativi del consumo delle economie domestiche. Per misurare l’evoluzione dei prezzi viene definito un cosiddetto «paniere tipo», che contiene una selezione fedele dei beni e servizi consumati suddivisi in dodici gruppi principali di spesa. Uno di questi gruppi è quello dei trasporti.

Sulla base dei dati disponibili abbiamo potuto ricostruire l’evoluzione dell’indice relativo ai costi del traffico individuale motorizzato (che comprende automobili, motocicli e biciclette) e dell’indice dei costi delle prestazioni dei trasporti pubblici a partire dal 1983 (indice uguale a 100).

Nel periodo considerato si constata che l’indice del costo dei trasporti pubblici si è quasi sempre mosso al di sopra dell’IPC ed è costantemente aumentato fino al 2018, quando ha raggiunto il valore massimo di 221.2. è poi diminuito leggermente fino a 216.9 nel 2020. Il costo del traffico individuale motorizzato è pure cresciuto, ma a un ritmo più lento e a lungo appaiato all’IPC. A partire dal 2008, quando ha toccato il valore massimo di 162 punti, è diminuito fino a 139.5, ben al di sotto della curva dell’IPC. L’incremento dei prezzi dei trasporti pubblici è stato dunque maggiore di quello dei trasporti individuali, che anzi è addirittura diminuito in termini relativi. L’evoluzione in corso peggiora in definitiva la concorrenzialità dei primi rispetto ai secondi.

Analizzando più a fondo i diversi elementi che concorrono a definire il costo complessivo dei trasporti individuali si constata che sono la manutenzione e le riparazioni a determinarne l’evoluzione: il loro costo è infatti aumentato di un fattore 2.5. Lo sviluppo dei costi per l’acquisto dei veicoli, per i pezzi di ricambio e per gli accessori nonché per il carburante si situa al livello del 1983 o poco più. Ha dunque più che compensato l’incremento dei costi di manutenzione e di riparazione.

Cosa dedurre da questo sommario quadro? Bene hanno fatto imprese di trasporto e Autorità a rinunciare da tre anni a questa parte ad aumentare le tariffe, ciò che avrebbe compromesso lo sforzo in atto per rendere i servizi più attrattivi in termini di frequenze, rapidità ed estensione.

Un secondo elemento di riflessione nasce dalla constatazione che il vero determinante dei costi complessivi dell’autovettura non è tanto il costo del carburante, i cui consumi in rapporto alle prestazioni sono peraltro continuamente in discesa, bensì quello della manutenzione e delle riparazioni. Da questo punto di vista la transizione alla mobilità elettrica promette sviluppi interessanti non solo per la riduzione delle emissioni di gas serra (ammesso il ricorso all’uso di fonti energetiche rinnovabili) e dei rumori ma anche dal profilo dei costi d’esercizio della propria autovettura. Motori più semplici e con meno componenti dovrebbero condurre anche a minori costi. Di ciò è bene che anche imprese di trasporto pubblico e Autorità prendano coscienza e formulino innovative risposte anche in termini tariffari.