Un sito web per discofili, dedicato a registrazioni storiche di musica e autori russi, offre la possibilità di acquistare un disco con brani per coro maschile, balalaika e orchestra registrato a Berlino nel febbraio del 1929. Sull’etichetta si legge il nome di una casa discografica ignota ai più: Cimaphon, scritta alla base di un triangolo negli altri due lati del quale è indicato: «Elektrisch» e «Aufgenommen». Ciò che stupisce è quanto si legge in basso, stampato in modo tale da seguire, all’interno, il cerchio dorato sull’elegante sfondo verde scuro dell’etichetta: «Locarno A.G. Locarno». Che rapporto c’è tra Locarno, la musica popolare russa, e una casa discografica destinata ad un pubblico germanofono?
Diretta da Pio Pellizzari, la Fonoteca nazionale svizzera, che ha sede a Besso, ha fatto luce sulla casa discografica locarnese Cimaphon, pubblicando il suo primo dossier nelle pagine del portale di storia partecipativa «lanostraStoria.ch». «Dietro il nome “Locarno SA, Locarno” stampato sulle etichette e sulle copertine dei dischi 78 giri Cimaphon – si legge nel testo introduttivo al dossier – si nascondeva originariamente un negozio di orologeria il cui nome completo era Manifattura d’Orologeria Locarno SA, Locarno». Alla luce delle ricerche compiute dalla Fonoteca, emerge che «la Locarno SA forniva ai suoi clienti prodotti variegati a prezzo economico, come orologi d’importazione, grammofoni e dischi venduti sotto l’etichetta Cimaphon». Questa casa discografica, che stampava i suoi dischi a Wädenswil, nel canton Zurigo, riuscì a mettere assieme un catalogo di circa quattrocento registrazioni, alcune delle quali acquisite da cataloghi di altre case discografiche ormai non più attive.
Nel suo account sul portale «lanostraStoria.ch», prima di fornire alcune registrazioni della Cimaphon di Adolf e Robert Haas, la Fonoteca fa luce sull’ambiente discografico locarnese degli anni Venti e Trenta del secolo scorso: «a quell’epoca, in città v’erano altre tre imprese che si occupavano di dischi e che in qualche modo erano legate alla Locarno SA: la Fabbrica di Orologi Sindaco SA nel quartiere Campagna, fondata dallo stesso Robert Haas nel 1930; la Fabbrica di grammofoni Purphon di Julius Friedrich Meyer, ubicata in via della Posta, che nel 1932 fu rilevata dalla Locarno SA; e infine il negozio di musica Casagrande Aux Palmiers, in Piazza Grande, che era una filiale del grande magazzino Marino e fratelli Casagrande di Bellinzona». Locarno, quindi, aveva chi produceva dischi, chi gli apparecchi per riprodurli, e chi li vendeva – chiudendo in tal modo la filiera del consumo discografico.
Nata nel 1987 come fondazione di diritto privato, all’inizio del 2016 la Fonoteca è stata integrata nella Biblioteca nazionale svizzera. Il suo scopo è quello di raccogliere, documentare e rendere disponibili al pubblico tutti i supporti sonori che, per il loro contenuto, mostrano un legame con la storia e la cultura del nostro Paese. A questo scopo, l’istituzione dispone di un dipartimento tecnico e informatico che ha il duplice obiettivo di eseguire dapprima i lavori di copiatura e di restauro dei supporti, e poi di digitalizzare i contenuti, perché possano essere archiviati nei server e resi disponibili nelle numerose postazioni di ascolto.
La Fonoteca nazionale svizzera conserva nei suoi archivi anche molti dischi della locarnese Cimaphon. Per il dossier disponibile su «lanostraStoria.ch», Giuliano Castellani, oltreché scrivere l’introduzione, ha selezionato alcune registrazioni di musica popolare e canzoni in lingua italiana o dedicate alla Svizzera italiana: La Lavandera, La bella ticinese, Il Cucù ecc.
Il suono è quello d’epoca, con i fruscii e quella musica che viene come da un luogo remoto; e tuttavia, se vogliamo fare l’esperienza di come, allora, si ascoltava la musica in casa, restauri come questi della Fonoteca sono imprescindibili – lasciando agli storici della musica il compito di esprimersi sull’esecuzione e a chi studia la storia sociale quello di esprimersi sulle condizioni materiali della ricezione della musica al tempo – direbbe l’allora contemporaneo Walter Benjamin – della sua riproducibilità tecnica.
La presenza della Fonoteca nazionale svizzera su «lanostraStoria.ch» non ha, però, il solo scopo di renderci più vicino il passato del nostro paese: nella dimensione tipicamente partecipativa di questo portale, essa chiede che la si aiuti nel suo compito di conservare e comprendere il passato, per esempio sostenendola nella ricerca di altri fondi contenenti dischi Cimaphon.