Il progetto Tracce di donne sta per completarsi come un gigantesco puzzle, regione dopo regione, funzionalmente all’organizzazione di questa ricerca storica voluta dall’Associazione Archivi Riuniti delle Donne Ticino (AARDT), con sede a Melano. Racconta on line la nostra storia al femminile, attraverso una prima scelta di biografie di persone del cui operato tutti dovremmo essere fieri. Vissute nel XIX e nel XX secolo, più o meno note, come protagoniste o in forma discreta hanno infatti contribuito con i fatti alla crescita del cantone in vari ambiti.
Una settantina le biografie finora disponibili sul web nel sito www.archividonneticino.ch, a cominciare da quelle del Luganese uscite nel 2014, del Mendrisiotto e Basso Ceresio visibili dal 2015 e tenuto conto dei ventuno profili e delle tre video-testimonianze del Bellinzonese e Valli che stanno per essere messi in rete in questi giorni. Queste storie di impegno educativo, sociale e politico, di creatività letteraria e artistica saranno presentate sabato 15 ottobre alle 16 alla Biblioteca cantonale a Bellinzona (anche su pannelli, esposti tra le 14.30 e le 18). Ne parleranno Renata Raggi-Scala, presidente di AARDT dal suo inizio nel 2001 e direttrice del progetto, Manuela Maffongelli, responsabile del progetto e Susanna Castelletti, storica. Del gruppo di lavoro che ha concepito Tracce di donne fanno parte anche le giornaliste Lorenza Hofmann (coordinatrice) e Chiara Macconi.
Senza il sostegno finanziario di diversi Comuni ticinesi, degli Enti regionali per lo sviluppo, del Percento culturale Migros Ticino, di fondazioni e privati, il progetto sarebbe stato difficilmente realizzabile. Tra un anno il quadro eterogeneo di biografie al femminile del cantone si completerà di profili di donne del Locarnese e Valli. A quel momento saranno più chiari gli intrecci di vissuti, le alleanze, gli scambi di esperienze, i diversi modi di operare sul territorio. In prospettiva, i risultati raggiunti da Tracce di donne fino al 2017 non saranno che il punto di partenza di ulteriori arricchimenti o di ricerche approfondite.
«Ritrovare le tracce lasciate da una persona non è sempre così evidente. Nella costruzione di una biografia andiamo oltre la consultazione dei fondi documentali – ci racconta Andrea Porrini, ricercatore e collaboratore di AARDT – incontrando anche familiari o figli, attraverso le cui testimonianze orali si percepiscono ancora memoria viva, entusiasmo, emozioni. Spesso ci viene segnalata l’esistenza di altre raccolte di documenti, che porta a un benefico effetto domino anche nella ricerca».
Dal 2012, con l’avvio del progetto, si è constatata un’impennata di acquisizioni. Oggi gli Archivi dispongono di un’ottantina di fondi su persone e associazioni femminili. Vi lavorano anche Manuela Maffongelli, storica, e Giorgia Miceli, segretaria: anche se si avvicendano regolarmente volontarie per ricerche o esperienze di riordino, inventariato, catalogazione, il settore si sta professionalizzando. L’interesse degli utenti si manifesta anche per il fondo librario di AARDT, integrato nella Biblioteca cantonale di Mendrisio. Buona parte dei suoi 6mila volumi si trova solo a Melano: l’insieme contempla saggistica, narrativa e biografie della sfera femminile, per quanto riguarda l’aspetto storico, economico, politico, pedagogico, artistico.
L’AARDT ha raggiunto il 15esimo di esistenza nel 2016, un anno già denso di anniversari importanti a livello svizzero per l’universo femminile: i 45 anni dall’ottenimento del diritto di voto e di eleggibilità per le donne sul piano federale, i 35 dall’iscrizione nella Costituzione svizzera dell’articolo sulla parità tra uomo e donna, i 25 dal primo sciopero nazionale delle donne contro il mancato rispetto dell’articolo costituzionale, i 20 anni dall’entrata in vigore della Legge federale sulla parità tra i sessi. L’attività dell’associazione è sostenuta dal Cantone e continuerà sulla strada battuta finora, cercando, conservando e valorizzando fondi documentari che riguardano la storia delle donne, con la promozione di ricerche, eventi e pubblicazioni.
«L’anno prossimo ci concentreremo ancora su Tracce di donne per la fase conclusiva del Locarnese – ci dice Manuela Maffongelli – anche se l’ambizione è che rimanga un progetto aperto ad ulteriori sviluppi. L’AARDT ha tra l’altro in cantiere per il 2017 un’esposizione sulle Suore Cappuccine dell’ex monastero di S. Giuseppe a Lugano che metterà in luce, anche con una pubblicazione, l’educazione femminile dal Settecento agli anni Duemila». Poi c’è un impegno a lungo termine, che durerà anni: «Stiamo verificando la possibilità di entrare nella rete di Sàmara, – aggiunge Andrea Porrini – il progetto cantonale di unificare e riunire le banche dati di associazioni, biblioteche, archivi. In concreto è la trasformazione dei contenuti dei nostri fondi in una banca dati e la sua informatizzazione nel contesto di Sàmara».
Anche le biografie di donne del Bellinzonese e Valli, quasi tutte vissute nel Novecento, e le video-testimonianze di Maria Luisa Delcò, Germana Gaggetta e Carmen Pronini, raccontano storie di determinazione, dinamismo e genialità in vari ambiti. Spiccano per la loro diversità i vissuti della cantante Anita Traversi, scomparsa nel 1991, voce dell’Orchestra Radiosa, negli anni Settanta «ambasciatrice della musica leggera di casa nostra nel mondo», e della partigiana della Resistenza italiana in Valsolda Lucia Buonvicini: morì accoltellata il 10 maggio 1945, mentre stava raggiungendo Oria dall’Alpe Boglia per riabbracciare i figli minori rimasti in collegio.
Nella politica, Dionigia Duchini, scomparsa nel 2006, fu tra l’altro deputata al Gran Consiglio per il PPD e presidente dell’Unione femminile cattolica. Più di 30 anni dedicati alla politica contraddistinsero l’impegno di Carla Agustoni-Pugno, deceduta nel 2007, deputata al GC per il PSA, il PSU e il PS: già negli anni Sessanta fu attiva contro l’armamento atomico, per il suffragio femminile e la decriminalizzazione dell’aborto. Come militante sindacale nella VPOD e nei movimenti femministi va ricordata Nadia Canonica-Guidotti (1943-2011), che lottò contro la violenza domestica e quella sessuale. Nel sociale, ad esempio, Luisa Baggio (1906-2001), diresse Pro Infirmis e fu attiva nella Lega contro il reumatismo; suor Maria Pascalina Hoffmann (1926-1985) trasformò il Ricovero per l’infanzia von Mentlen a Bellinzona in un istituto sociale.
Molte donne furono attive in campo culturale e creativo, tra queste Alina Borioli, cultrice di leggende e usanze della Leventina; Anita Calgari, scrittrice per l’infanzia, ideò la pagina della donna del «Giornale del Popolo»; Laura Gianella, vicedirettrice della Biblioteca cantonale di Lugano; Rachele Giudici, contribuì alla valorizzazione dei costumi ticinesi; Angela Musso-Bocca, scrittrice, sollecitò l’apertura della scuola di lingua italiana della Pro Ticino di Zurigo nel 1919; Rosanna Zeli, fu redattrice del Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana.