È indispensabile muoversi regolarmente affinché il corpo umano funzioni bene. L’esercizio e lo sport sono essenziali per una buona qualità di vita a condizione di osservare alcune regole: preparazione adeguata, intensità di pratica nello sport eletto consona al proprio stato di salute, scelta di attività adatta alle proprie capacità e all’età, e altre raccomandazioni atte a prevenire, o ridurre al minimo, il rischio di infortuni. «Intensità e resistenza di ogni allenamento dipendono dal singolo: un’elevata intensità, allenamenti frequenti e prolungati, nonché tipi di movimento impegnativi, possono aumentare il rischio di lesione», è la sintesi dell’opuscolo tecnico sulla prevenzione degli infortuni nello sport dell’Ufficio prevenzione infortuni (Upi).
Parliamo di prevenzione degli incidenti nella pratica di uno sport, a livello amatoriale come pure agonistico, con Danilo Togninalli, specialista in chirurgia ortopedica e medicina dello sport SEMS alla Clinica Ars Medica di Gravesano, e con la fisioterapista Véronique Vidal, fisioterapista dello sport. «Le attività sportive svolte con la giusta preparazione consentono di contribuire direttamente alla propria sicurezza», afferma il dottor Togninalli, convinto dell’effetto preventivo, d’altronde comprovato, del movimento e dell’allenamento nella preparazione di un’attività sportiva per la quale «esercizi di forza, equilibrio e resistenza» saranno utili a cominciare con il piede giusto, soprattutto dopo un lungo tempo di inattività (come ad esempio è successo con il Covid), e per le persone anziane.
Senza un’adeguata preparazione è facile farsi male e incappare in uno dei due tipi di infortuni: «Parliamo di quelli acuti, su trauma unico come ad esempio una distorsione, una caduta, uno strappo ligamentoso a seguito di un movimento violento, e parliamo di lesioni da sovraccarico: microtraumi ripetuti che a un certo punto portano la persona a consultare il medico a causa del dolore persistente che cronicizza».
Per mettersi al riparo dai fattori di rischio più frequenti, la soluzione sta nella prevenzione, spiega l’ortopedico: «Bisogna evitare uno squilibrio fra ciò che l’organismo può dare e ciò che gli si chiede di fare: talvolta manca l’equilibrio fra la capacità aerobica del nostro sistema cardiocircolatorio e quella di tendini, muscoli, articolazioni (strutture passive alle quali si chiede di sopportate il carico) che risulta meno ampia in quel momento». Come dire: se il motore (cuore) è performante, non significa che il telaio (l’apparato muscolo-scheletrico) ne sia immediatamente all’altezza: «A questo punto entra in gioco la prevenzione: se motore e telaio sono in pari va bene, altrimenti le ambizioni di progressione nella pratica dello sport devono progredire in funzione del raggiungimento di questo equilibrio».
Idealmente, il medico consiglia che all’inizio della pratica di ogni attività sportiva si faccia un «punto della situazione» e ribadisce: «Ammortizzatori dinamici (muscoli, tendini) e strutture passive portanti (articolazioni con cartilagini, ligamenti e scheletro) devono risultare in armonia con il sistema cardiocircolatorio (motore)». Togninalli ripropone l’esempio della pandemia e della forma fisica che essa ci ha più o meno sottratto con l’obbligata minore mobilità: «Chi ritorna a praticare attività fisica deve partire da una progressione monitorata e adeguata per gradi: non dimentichiamo che cuore e polmoni riescono a costruire e recuperare tre volte più velocemente rispetto alle strutture passive. Per evitare che i miei muscoli e i miei tendini siano sopraffatti dalla condizione generale, devo dare loro il tempo di recuperare».
Un concetto con il quale è in linea la fisioterapista Véronique Vidal, esperta dell’apparato neuro-muscolo-scheletrico non solo dal profilo anatomico, ma anche da quello funzionale: «Tutto quanto è relativo alla preparazione delle persone che vogliono praticare sport, vale per qualsiasi attività. E la riduzione del rischio di incappare in un infortunio, sia esso da sovraccarico sia acuto, dipende dalla preparazione a cui ci si è dedicati nel riuscire a gestire correttamente le forze messe in gioco dall’attività stessa».
È quindi sempre meglio essere preparati: «Tutti ricordano la prima giornata di sci a inizio stagione quando, se non si è praticata un po’ di ginnastica pre-sciatoria, il giorno dopo si faranno i conti coi dolori muscolari». Vidal porta un semplice esempio: «Se carichi cento chili su un corpo preparato a “caricarne” solo ottanta, esso reagirà con la produzione di acido lattico, fino al possibile infortunio. Una base di allenamento e di caricabilità gli permette invece di reagire con rischi minori e reazioni adeguate anche su eventuali sovraccarichi».
Sottolineando l’importanza della preparazione come prevenzione degli infortuni, il Centro dello sport di Manno della Clinica Ars Medica propone alcune riflessioni: «Siamo sicuri di essere preparati adeguatamente prima di tornare sulle piste? Abbiamo seguito gli esercizi preparatori? Le nostre ginocchia sono pronte ad essere sottoposte a un tale stress per tutta la giornata?». Questioni a cui risponde con l’offerta di un corso preparatorio dedicato «a tutti coloro che vogliono tornare a praticare gli sport invernali con la giusta preparazione atletica».
Il ruolo determinante nella prevenzione degli infortuni sportivi è dunque dato dalla consapevolezza dei fattori di rischio intrinseci come età, infortuni precedenti, caratteristiche biologiche, tensioni, stile di vita (fumo, alcol), e da quelli estrinseci come equipaggiamento adeguato e condizioni meteo, insieme a una consona preparazione atletica. A questo proposito, il dottor Togninalli riflette sul naturale invecchiamento del nostro organismo e si sofferma su quello che definisce «invecchiare con stile» anche nella pratica delle attività sportive: «Queste considerazioni scaturiscono dall’osservazione di alcuni miei pazienti anziani che affrontano serenamente eventuali acciacchi e con successo le relative cure. Al contrario di alcune persone che non si persuadono del fatto che dopo i 50 anni non possiamo più essere performanti al pari del tempo giovanile, chi sa invecchiare con stile è cosciente che movimento e allenamento facciano bene e fanno stare bene. Sa però adeguare il movimento alle sue possibilità e alla sua condizione, con uno stile di vita che previene infortuni e permette di godere serenamente delle gioie di esercizi semplici, equilibrati e costanti, al riparo dalla frustrazione di chi vorrebbe raggiungere i risultati di un tempo senza più riuscirci».