Presentata lo scorso settembre, la nuova piattaforma di prevenzione nello sport del Cantone Ticino sportinforma.ch, ha avuto sin da subito un buon riscontro, come ci ha riferito a inizio dicembre Anna Vidoli, coordinatrice di progetto «Abbiamo già messo in atto la formazione con una società sportiva e abbiamo ricevuto altre richieste, per le quali stiamo concretizzando le tempistiche. Il riscontro è per ora molto positivo e ci sono anche ottimi segnali in contesti con un’alta necessità di lavorare sulla sensibilità degli adulti nel loro approccio con il giovane atleta».
L’iniziativa è stata promossa dall’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani (UFaG) del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), congiuntamente all’Ufficio dello sport del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS). Si tratta di un programma volto a formare, consigliare e accompagnare tutte le persone attive nelle società sportive, siano esse istruttori, presidenti, coach G+S, membri di comitato, atleti o anche genitori e altri attori coinvolti nelle attività dei club. Gli ambiti con le maggiori richieste, come sottolinea Anna Vidoli, sono la comunicazione e la relazione tra allenatori, atleti e genitori a bordo campo, ma pure i nuovi mezzi d’informazione, dove i monitori o le altre figure coinvolte si trovano a volte sprovvisti degli strumenti necessari.
Il primo approccio prevede un incontro preliminare per conoscere la società e individuare i reali bisogni. In seguito sarà proposto un modulo base sulla promozione della salute e sull’intervento precoce, prima di procedere con la formazione secondo il «pacchetto» scelto. Il primo dei tre interessa il rispetto e comprende aspetti quali i valori dello sport, bullismo, razzismo, discriminazioni di genere oppure omo/bi/transfobia. Aspetti delicati, che vengono trattati in collaborazione con diversi partner specializzati e attivi da anni nella Svizzera italiana (per esempio All Sport Association, Zonaprotetta, Fondazione Diritti Umani, Radix Svizzera Italiana o lo psicologo e psicoterapeuta Giona Morinini).
Lo stesso concetto si applica anche per i problemi legati alla salute, quindi al mentale, alla gestione dello stress, alla salute sessuale, all’uso consapevole delle moderne tecniche d’informazione o alle dipendenze. Anche per il terzo «pacchetto», incentrato sulla comunicazione e sulle relazioni (inclusi i non sempre facili rapporti tra monitori, atleti e genitori), si tratta in pratica di offrire formazioni e consulenze nell’ambito della prevenzione, per accompagnare al meglio le persone coinvolte nelle società sportive. Figure che, essendo a contatto diretto con i giovani, possono intervenire in modo mirato in caso di problematiche e difficoltà. Per i diversi incontri non c’è una tempistica prestabilita ma, nell’insieme, sono da prevedere circa 12 ore, suddivise tra i vari moduli.
Come leggiamo sul sito web del progetto, lo sport, sia agonistico sia amatoriale, se caratterizzato da una competizione esasperata può generare dei comportamenti aggressivi e inappropriati. Si pensi per esempio al tifo violento, ai conflitti con i genitori, agli insulti indirizzati agli arbitri, all’esagerazione della prestazione o all’uso di sostanze illecite.
Lo sport è però nel contempo un tassello importante nella crescita dei bambini e degli adolescenti, diventando pure un ambiente d’apprendimento che può influire sullo sviluppo delle relazioni con gli altri e pure della considerazione che si ha di sé stessi. «Proprio attraverso lo sport – riporta la nuova piattaforma di prevenzione – anche i più piccoli apprendono diversi valori: amicizia, solidarietà, lealtà o, ancora, il rispetto per gli altri. I bambini sperimentano il lavoro di squadra, l’autodisciplina, l’autostima, la modestia, la capacità di affrontare i problemi, la leadership e molto altro». Affinché tutti questi benefici possano manifestarsi è però necessario un contesto che permetta ai ragazzi di sfogare la propria creatività e le proprie iniziative, nonché garantire lo sviluppo delle capacità emotive e intellettuali.
Il progetto ha nel portale sportinforma.ch il suo mezzo divulgativo e s’inserisce nel più vasto Programma cantonale di promozione dei diritti dei bambini, di prevenzione della violenza e di protezione di infanzia e gioventù (fascia d’età dai 5 ai 25 anni), avviato dal Consiglio di Stato lo scorso aprile e applicato per il quadriennio 2021-2024.
Al suo interno ha trovato spazio la prevenzione in ambito sportivo, poiché anche in questo settore è importante che ci sia una maggiore consapevolezza dei segnali di vulnerabilità dei giovani. «È fondamentale sviluppare un linguaggio e un atteggiamento comuni, per poter rispondere rapidamente a situazioni di disagio», citava il comunicato stampa in sede di presentazione, aggiungendo come si possa così favorire l’integrazione dell’ambito sportivo in una rete di prevenzione e di sensibilizzazione sempre più efficace per la protezione dell’atleta.
Le società che partecipano alla formazione devono prevedere una spesa di circa 400 franchi, ossia il 25% dei costi complessivi, mentre il restante 75% è coperto dall’UFaG, per facilitare l’adesione anche ai club più piccoli. Alla fine del processo, oltre ad aver acquisito utili informazioni e validi strumenti per prevenire le problematiche legate all’attività sportiva e per promuovere il benessere dei giovani, i partecipanti riceveranno un attestato di frequenza rilasciato dal DSS e dal DECS.
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