Il Canton Ticino è un territorio ricco di luoghi di cultura, espressione e creatività. Lo afferma un comunicato stampa del Dipartimento ambiente costruzioni e design della SUPSI, che aggiunge: esistono ben 1478 operatori culturali, tra i quali 116 musei, 184 biblioteche e 41 archivi, ma finora solo una minima parte di essi è reperibile online su OpenStreetMap, Wikipedia e Wikidata. Per esempio, solo il 7% dei musei del territorio è presente su Wikipedia. Sono dati ricordati in occasione della settimana Open Science SUPSI: con la «Scienza Aperta» si vuole potenziare il collegamento tra università e società nel modo più ampio possibile. Nello scorso ottobre il Campus di Lugano Trevano ha ospitato un convegno e una serie di eventi che hanno in particolare promosso e sostenuto l’impegno a collaborare nella produzione e distribuzione di contenuti e dati aperti, e quindi accessibili, per la ricerca, per l’educazione e per gli interessati in generale. Lo si è fatto con l’iniziativa «Prova il tasto modifica. Partecipa a mappare i luoghi di cultura, creatività ed espressione del Ticino».
L’iniziativa è partita dal Laboratorio cultura visiva della stessa SUPSI in collaborazione con l’Osservatorio culturale del Canton Ticino e ha ottenuto, tra l’altro, un sostegno dal Percento culturale di Migros Ticino. In sostanza si sono invitati i cittadini e le istituzioni culturali a contribuire a mappare autonomamente i luoghi di cultura presenti sul territorio ticinese, arricchendo così la documentazione online di posti meritevoli di attenzione e valorizzazione. Chi ha partecipato ha potuto apprendere in due laboratori a rilevare, caricare e aggiornare le informazioni online.
Wikipedia è la famosissima enciclopedia libera online alla quale chiunque può contribuire. Ha 500 milioni di lettori e circa 40 milioni di articoli pubblicati in diverse lingue (che per ora sono 302). Rendere disponibile del nostro materiale per Wikipedia significa aumentare tantissimo la visibilità del nostro territorio e quindi collegare meglio il Ticino al mondo. Iolanda Pensa, responsabile del settore di ricerca «Cultura e Territorio» del Laboratorio cultura visiva della SUPSI, promotrice e guida dell’iniziativa «Prova il tasto modifica», è una collaboratrice molto attiva nella comunità di Wikipedia. Mi conferma che il Canton Ticino è poco rappresentato su questi progetti e che le voci di questa enciclopedia libera sono sempre un po’ deboli quando non ci sono abbastanza persone che se ne prendono cura. Migliorano quando sono supportate da una comunità che ci tiene e si interessa all’argomento, che è in grado di controllarlo, di correggere gli eventuali errori. Si migliora il contenuto aggiungendo una fotografia, inserendo un altro paragrafo, aiutando nella traduzione. «Invitare i cittadini come abbiamo fatto noi – dice la dottoressa Pensa – a partecipare con la loro conoscenza e con il loro amore per il territorio a un progetto importante come quello di Wikipedia, è un modo per garantire che la fonte di informazione più consultata al mondo riporti una rappresentazione solida e corretta delle ricchezze del Canton Ticino. Volevamo anche potenziare la collaborazione tra le istituzioni cantonali e questo progetto. L’Osservatorio culturale del Cantone Ticino già da diversi anni si occupa proprio di documentare e valorizzare i luoghi della cultura del nostro territorio. Nella banca dati c’erano circa 1400 luoghi. Come laboratorio di ricerca abbiamo lavorato sul materiale esistente per renderlo più accessibile, caricandolo sui due siti Wikipedia e OpenStreetMap».
OpenStreetMap è anch’esso un progetto aperto al pubblico, finalizzato a creare mappe e cartografie. Tutti possono collaborarvi arricchendo o correggendo i dati. La caratteristica fondamentale dei dati geografici presenti su OpenStreetMap è che possiedono una licenza libera e quindi è possibile utilizzarli liberamente per qualsiasi scopo con il solo vincolo di citarne la fonte. Su questa piattaforma si può anche documentare un negozio, la propria casa, la fontana del paese, quasi tutto. È un progetto molto più inclusivo rispetto agli altri. Il materiale d’archivio, già di pubblico dominio, riceve una grande visibilità da questi progetti. Anche le istituzioni ticinesi potrebbero partecipare attivamente, rendendo disponibili delle immagini delle loro collezioni, ma anche invitando il pubblico a documentare meglio i progetti. La presenza su un’enciclopedia libera può essere un alleato nella missione di qualsiasi istituzione culturale.
Una cinquantina di persone hanno risposto all’appello della SUPSI e si sono iscritti partecipando ai laboratori. Il Laboratorio di cultura visiva ha prodotto circa 500 nuove schede su Wikidata, che è il database che raccoglie dati strutturati che forniscono supporto a Wikipedia. Wikidata è anche un database secondario, che non registra solo le dichiarazioni ma anche le relative fonti e i collegamenti con altri database: in questo modo rispecchia la varietà delle conoscenze e permette di verificare l’attendibilità dei dati. Dentro queste schede la SUPSI ha collocato le informazioni ammissibili: sono stati inseriti i musei, le biblioteche, i teatri e le istituzioni benvenute nel progetto. Poi si è verificato che fossero tutte messe su OpenStreetMap, per far sapere dove trovarle. Oltre una ventina di persone hanno segnalato quali istituzioni c’erano già e quali mancavano. Durante la settimana sono state raccolte anche immagini nuove da unire a quelle a disposizione.
Una Associazione di donne del Ticino ha partecipato proponendo biografie di protagoniste della cultura del nostro territorio. «Mi ha fatto piacere – commenta Iolanda Pensa – perché una associazione che ha finalità precise e ricchezza di contenuti è perfetta per Wikipedia. Svolge un lavoro interessante e utile per la divulgazione della conoscenza. Il nostro ruolo nell’università è quello di facilitare questi processi che possono continuare da soli. Il contributo del pubblico è fondamentale per aggiornare i dati. Chiunque può andare nella pagina e cliccando su modifica può cominciare a intervenire. È una magia e una rivoluzione. Una volta erano in pochi che scrivevano le enciclopedie. Oggi tutti quanti possono essere al tempo stesso dei fruitori e degli autori del sapere universale. Il progetto resta aperto».