Per mantenere l’anima degli ex comuni

Nuova Bellinzona - Fin dalla sua costituzione il nuovo comune ha incentivato la creazione delle Associazioni di quartiere. Finora ne sono state create nove delle tredici possibili
/ 09.08.2021
di Nicola Mazzi

La nuova Bellinzona, per non perdere il contatto con le periferie, sin dalla sua costituzione ha incentivato la creazione delle Associazioni di quartiere. Organi che tenessero viva la tradizione degli ex Comuni (oggi aggregati) e le attività che si svolgevano in modo periodico nelle varie realtà della regione. Ma c’era anche il desiderio di avvicinare il centro alle regioni più discoste.

Con il Servizio quartieri della Città di Bellinzona abbiamo voluto fare il punto della situazione dopo la prima legislatura del nuovo Comune.

«Il gruppo di lavoro che a suo tempo aveva portato avanti l’aggregazione composto dagli ex sindaci e dai segretari comunali aveva già inserito nei rapporti di studio la creazione di questi organi di rappresentanza, sull’esempio di quanto realizzato in altre realtà aggregate del Cantone. Infatti, all’inizio del progetto si parlava di Commissioni di quartiere e non di associazioni».

Quando si è costituita la città nel 2017, si è preferito offrire un’altra possibilità: quella dell’associazione, prendendo spunto dall’esperienza fatta dalla città di Zurigo. La differenza è abbastanza rilevante: infatti le commissioni sono un di nomina municipale, mentre le associazioni sono organi che nascono dal basso, dai cittadini, e sono apolitiche e apartitiche. Sta inoltre ai membri dell’associazione nominare il comitato di quartiere così come spetta a loro la gestione dei fondi a disposizione. Da notare che il Consiglio comunale ha deciso di aiutare le nuove associazioni con un contributo di 60mila franchi in totale distribuiti secondo una chiave di riparto legata alla popolazione di ogni quartiere. «Un incentivo che è stato molto importante e utile per partire e organizzare attività in favore dei cittadini di quel quartiere».

Oggi ci sono nove associazioni di quartiere su tredici possibili. Da notare che, come per ogni associazione, viene organizzata l’assemblea ordinaria annuale, che è anche l’occasione privilegiata di incontro e riunione dei cittadini, i quali possono dare indicazioni ai comitati di quartiere per sviluppare progetti o segnalare problemi al Municipio. Infatti, questi sono organi con doppia valenza: da un lato aiutano il cittadino a rivolgersi all’autorità comunale (sono degli intermediari), d’altro lato servono come organo consultivo per l’autorità quando deve intervenire in un determinato quartiere.

Un’iniziativa partita bene nei primi due anni, ma che ha conosciuto uno stop nel 2020 a causa della pandemia. «Ovviamente la vocazione di queste associazioni è quella di raggruppare cittadini e lo scorso anno si è purtroppo fermato tutto o quasi. Per esempio, l’associazione di Pianezzo non è neppure riuscita a organizzare, per ben due volte, l’assemblea ordinaria, sempre fermata dalle disposizioni sanitarie cantonali», rileva il Servizio quartieri. Così come le ultime associazioni che si sono costituite alla fine del 2019, e cioè Gorduno, Moleno e Preonzo, non sono riuscite a organizzare nessun evento aggregativo. «Detto ciò, l’attività non si è fermata, soprattutto i contatti tra il nostro Ufficio e le varie associazioni sono stati frequenti. Abbiamo cercato di tenere vivo l’interesse verso le varie problematiche e il legame con le diverse regioni della nuova Bellinzona».

Con le elezioni comunali di aprile è terminata la prima legislatura e stando al regolamento comunale entro sei mesi occorre formare le Commissioni di quartiere nei quattro ex Comuni dove non è stata costituita l’Associazione. Si tratta di Bellinzona, Gudo, Monte Carasso e Sementina. «Proprio in queste settimane stiamo ultimando l’iter per nominare le commissioni dei quartieri mancanti perché ogni regione deve essere rappresentata. Manteniamo però un contatto con questi ex-Comuni in caso dovesse nascere un gruppo promotore in questo periodo, prediligendo così il modello associativo al posto della Commissione. Anche Bellinzona avrà i suoi rappresentanti malgrado sia il polo e attualmente ben rappresentato in Municipio e Consiglio comunale», sottolinea ancora il servizio.

I progetti realizzati sono stati comunque un buon numero, soprattutto nei primi anni. A Claro l’associazione di quartiere si è occupata del mercatino di Natale, perché vi era il rischio che la nuova Bellinzona non l’avrebbe più organizzato direttamente. Un altro esempio è quello di Gnosca la quale ha riproposto una festa di paese nell’estate del 2019, che era stata abbandonata da diversi anni. Camorino, da parte sua, all’inizio di quest’anno, ha inviato a tutti i fuochi una busta con semi di papavero abbinati a un concorso fotografico con premi locali. Pianezzo aveva fatto un sondaggio online per raccogliere i suggerimenti dai propri cittadini. E Moleno ha deciso di organizzare l’assemblea ordinaria via posta, anche loro con l’idea di raccogliere proposte e nuove idee. «Ma in generale nei primi anni ci si è concentrati sul mantenimento di alcune feste e sagre organizzate negli ex Comuni che sarebbero potute scomparire con la fusione».

Il futuro è ancora un’incognita per diverse associazioni. Ma alcuni progetti sono già sulla rampa di lancio: per esempio si pensa di realizzare un parco giochi in alta Valle Morobbia. E l’associazione di Sant’Antonio ha contribuito a mantenere viva la BiblioCarmena nell’ex Casa Comunale, un luogo che si spera possa diventare un punto di riferimento dove organizzare serate, conferenze e attività per i cittadini del paese. L’Associazione di Moleno è stata coinvolta nel progetto di rifacimento della Casa Comunale appena passata in Consiglio comunale e che sarà realizzata nei prossimi mesi. Inoltre, la prossima primavera, i municipali ripeteranno gli incontri nei quartieri per fare il punto della situazione su quanto realizzato e su quanto, invece, resta ancora da fare.

Infine, occorre ricordare un ultimo aspetto importante e che è diretta conseguenza della partecipazione dal basso: i comitati di quartiere sono composti da volontari che si mettono a disposizione della popolazione e quindi anche la loro operatività è limitata nel tempo. «Il nostro supporto ai comitati è senza condizioni perché riconosciamo loro il grande lavoro svolto in modo gratuito e per il bene comune», conclude il Servizio quartieri.