Per il diabete di tipo 2 e la cura dell’obesità

Medicina - Un preparato farmacologico fa parlare di sé per uso inadeguato, ed è dunque necessario fare chiarezza
/ 19.06.2023
di Maria Grazia Buletti

«Uso Ozempic da sei mesi e i miei valori del diabete adesso sono perfetti. Non ho avuto effetti collaterali, e funziona anche per dimagrire un po’». È l’esperienza di Nicola (nome noto alla redazione) che soffre di diabete di tipo 2 e dice di aver visto migliorare sensibilmente la gestione della sua malattia con l’utilizzo di questo farmaco di cui oggi si parla in modo sensazionalistico a causa di un uso improprio paventato e mal pubblicizzato (via social network) a scopo dimagrante.

Gli fa eco Luisa (pure nota alla redazione), signora di mezz’età con un serio problema di obesità: «Ho tentato di tutto meno la chirurgia bariatrica. Grazie a Ozempic (che assumo da un mese sotto controllo medico) sono riuscita a perdere parecchi chili. L’unica grossa fatica è contrastare la stanchezza, ma per me questa è un’ottima esperienza della quale ringrazio il mio endocrinologo».

Nicola e Luisa assumono Ozempic sotto prescrizione medica: l’uno per la cura del diabete di tipo 2, l’altra per perdere peso per un grave problema di obesità. Ricordiamo la serietà di queste due patologie con l’aiuto del dottor Gianluigi Marini, specialista in medicina interna generale e oncologo a Sorengo: «Il diabete mellito di tipo 2 è molto spesso correlato a sovrappeso od obesità; uno dei principi che lo regolano è l’eccesso di tessuto grasso che consuma l’insulina rendendola in tal modo poco funzionale, a differenza del diabete di tipo 1 dove il corpo non ne produce a sufficienza. Non dobbiamo poi dimenticare che chi soffre di diabete rischia maggiormente di andare incontro a eventi cardiovascolari come ictus o infarto, fattori potenziati dal sovrappeso. Il principio attivo di questo farmaco permette di avere il controllo funzionale del diabete, inducendo anche una perdita del peso; quest’ultimo è pure un elemento terapeutico del diabete e delle serie patologie a esso correlate».

Marini reputa la scoperta di Ozempic come: «Uno dei grandi passi della medicina dell’ultimo decennio: di semplice uso (un’iniezione sottocutanea settimanale) e grandissima efficacia, la cui assunzione da parte dei pazienti diabetici oggi permette di fare a meno di altri farmaci con effetti dannosi. Inoltre, prima di questa possibilità i pazienti che non rispondevano bene ad altri preparati orali dovevano passare all’uso dell’insulina con relativa perdita della qualità di vita, peggioramento del sovrappeso e rischio aumentato di danni alla retina».

Ozempic, però, è pure un farmaco che fa parlare di sé per uso inappropriato e merita chiarezza: «Il semaglutide è il principio attivo dei farmaci Wegovy, Rybelsus e Ozempic, commercializzati negli ultimi anni dalla ditta farmaceutica danese Novo Nordisk». Così esordisce lo psichiatra Antonio Malgaroli che ne traccia la genesi: «L’Ozempic (e gli altri farmaci in questione) a base di semaglutide sono entrati in commercio come farmaci antidiabetici per la cura del diabete di tipo 2. Oggi il loro utilizzo è stato esteso al controllo dell’aumento del peso nell’obesità: la Food & Drug Administration americana, che già ne aveva approvato l’uso per questo scopo, ha recentemente esteso l’indicazione all’età pediatrica, a partire dai 13 anni».

Il suo effetto finale è il controllo della glicemia attraverso un processo che il professor Malgaroli così riassume: «La semaglutide (antagonista del recettore per il GLP-1) è una molecola che in pratica si comporta come un peptide naturale che noi produciamo fisiologicamente e che, dopo essersi legato ai suoi recettori, induce una serie di effetti fisiologici mimati o amplificati dal suo analogo semaglutide».

Quelli rilevanti per il diabete sono: «La secrezione di insulina in modo indipendente dall’assunzione dei pasti; l’inibizione della produzione di glucagone (ormone che permette di rilasciare gli zuccheri immagazzinati dal fegato, ma anche la sintesi di glucosio a partire da altre molecole quali i grassi e gli aminoacidi); un importante effetto protettivo delle cellule beta-pancreatiche (quelle che producono insulina)». Mentre per quanto riguarda la perdita di peso, egli spiega: «Questo effetto dipende dalla presenza di recettori per il GLP-1 in alcune aree cerebrali, e in particolare nell’ipotalamo, regione molto arcaica del nostro cervello, deputata a molteplici funzioni di controllo automatico, che pure svolge un ruolo fondamentale nell’alimentazione con il controllo della fame, della sazietà e della sete». Ecco spiegato perché: «I soggetti trattati con semaglutide perdono peso rapidamente».

L’aspetto ancora più interessante legato al semaglutide riguarda, tuttavia, gli orizzonti della ricerca scientifica: «Al momento sono in corso diversi trial clinici per l’uso di molecole analoghe per la cura della malattia di Parkinson, dell’Alzheimer e della sclerosi multipla». Due parole sugli effetti collaterali: «Anche se in genere ben tollerato, come per tutti i farmaci, si possono sempre osservare anche effetti spiacevoli o collaterali oltre agli effetti benefici. Quello più comune è ovviamente la perdita di appetito a cui si può accompagnare un modesto senso di nausea. In alcuni rari casi si sono osservati anche vomito, diarrea, dolori addominali, stitichezza, mal di testa, stanchezza, giramenti di testa».

Gli effetti collaterali dipendono anche dalla durata del trattamento: «Per questo, sono da valutare con maggiore attenzione quando il farmaco vada usato per tanti anni o vita natural durante come nel diabete di tipo 2, rispetto a quelle condizioni dove invece la terapia può essere limitata a pochi mesi». Veniamo dunque alla prescrizione medica dell’Ozempic: «Come dicevamo, il semaglutide è indicato come coadiuvante della terapia per il diabete di tipo 2, ma anche per la gestione a lungo termine dell’aumento di peso nei soggetti obesi». Accennando aneddoticamente al fatto che in futuro l’uso di Ozempic potrebbe essere promettente nel campo delle dipendenze farmacologiche, lo psichiatra afferma inoltre che: «Al momento, esso è indubbiamente la terapia più promettente rispetto a quelle precedentemente usate per l’obesità, e trova particolare efficacia quando sia presente un atteggiamento compulsivo nei confronti dell’alimentazione». Non va dunque demonizzato l’effetto dimagrante di un farmaco che, sulla bilancia rischi-benefici, è assolutamente vincente per le terapie descritte dai due specialisti: diabete di tipo 2 e cura dell’obesità.

D’altronde la prescrizione è esclusivamente deputata al medico. Parimenti, come ogni medicamento, non deve essere assunto in modo improprio come pubblicizzato dalle star hollywoodiane ricorse a Ozempic come scorciatoia per un rapido dimagrimento. «Assumere questo farmaco senza corretta indicazione (dimagrimento su sovrappeso banale) crea disequilibrio nella valutazione rischio-beneficio e, ancor più grave, sottrae il medicamento a chi ne ha davvero bisogno come i pazienti con diabete di tipo 2», afferma il dottor Marini che chiede sempre un consulto dall’endocrinologo per i pazienti che gli richiedono Ozempic per questi scopi.

Vale la pena riportare una riflessione a margine: «Il dimagrimento è un problema mondiale trascendentale, potenziato dal modello sociale della persona magra. Non serve demonizzare la situazione, perché in quest’ottica anche Ozempic passerà di moda senza risolvere il problema di questo modello sociale». Infine, invita a non trascurare quello che definisce «disagio esistenziale e psicologico, che poi potrebbe facilmente diventare una malattia psicosomatica, organica, qualora se ne trascurasse il messaggio». Come dire: «Se il problema è il sovrappeso, non bisogna vergognarsi di parlarne col proprio medico per trovare insieme una via terapeutica adeguata». E conclude: «L’obiettivo della medicina è prendere a carico la persona che soffre: nulla è troppo banale per non parlarne col medico. Poi, bisogna saper gestire la cosa, anche senza l’uso di un farmaco che non è propriamente indicato per questo».