«Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si è mangiato bene», scriveva Virginia Woolf. Il pasto ha infatti più valenze: oltre a quella puramente nutritiva, è un momento in cui ci si ritrova, si condivide, ci si rilassa. Ed è proprio dal pasto che sono partite Sveva, Elisabetta e Cristina per dare un sostegno concreto alle famiglie confrontate col ricovero di un figlio.
Ma andiamo con ordine; Sveva Croci, Elisabetta Bianchi e Cristina Pestoni-Ferrari sono delle mamme sulla trentina, amiche di lunga data. Una di loro, Sveva, ha dovuto affrontare, più volte, alcuni mesi di ricovero della propria bambina. Ed è da questa esperienza vissuta in prima persona che si sviluppa l’iniziativa messa in atto dalle tre amiche. «Ancor prima della nascita di Lyla, la bimba di Sveva e Maurizio, si sapeva che avrebbe avuto una cardiopatia piuttosto grave», spiega Elisabetta, che di professione fa l’operatrice socio-assistenziale. Di conseguenza, i due neo genitori sono subito stati confrontati con un mondo fatto di ricoveri, interventi chirurgici e pesanti periodi post-operatori. La prima operazione è avvenuta nel luglio del 2019. «Dopo il primo intervento ci siamo trovate con Sveva e lei ci ha raccontato di come il fatto che sua zia le portasse ogni tanto dei pasti le facesse bene, soprattutto perché permetteva a lei e al marito di passare del tempo “sano” con la propria bimba, in un periodo difficile ed impegnativo – ricorda Elisabetta – tornata a casa sentivo una forte sensazione di voler fare qualcosa, anche perché poco tempo dopo avrebbero dovuto affrontare la seconda operazione, che sarebbe stata la più dura. Si avvicinava Natale e, conscia del fatto che entrambi hanno una famiglia unitissima e moltissimi amici, mi è venuta l’idea di organizzare un “calendario dell’avvento dei pasti”. I tempi erano stretti e questo mi metteva in agitazione. Ho subito contattato amici e parenti e in quarantott’ore tutti quelli che avevano risposto affermativamente avevano scelto il loro giorno e sapevano che cosa dovevano fare».
La piccola Lyla è stata operata a novembre e per tutto il mese di dicembre Sveva e Maurizio avevano ogni giorno qualcuno che portava loro qualcosa di pronto per pranzo e cena. «Quando Sveva e la sua famiglia erano in ospedale avrei voluto fare qualsiasi cosa per alleviare il loro vulcano di emozioni e alleggerire le loro giornate. La piccola grande idea di Betta mi ha dato la possibilità di farlo. Poter essere un sostegno in un momento di difficoltà mi ha riempito il cuore di gioia», aggiunge Cristina. Dopo il secondo, lungo, ricovero della bambina quest’idea dei pasti è andata avanti spontaneamente. Un sostegno, sia emotivo che materiale, nei momenti più delicati, che ha permesso alla famiglia di sentirsi meno sola e di avere più tempo da dedicare alla loro bambina.
A volte, quando qualcuno vicino a noi vive un momento di difficoltà, lo si vorrebbe aiutare ma non si sa in che modo. Questa esperienza dimostra il valore dei gesti semplici e concreti. La preparazione di un pasto, per chi se ne occupa, non richiede un eccessivo impegno, ma per chi ne beneficia, si può rivelare un vero e proprio sostegno. «Sveva mi raccontava di come lei e il marito si siano resi conto di quanto fosse d’aiuto: permetteva loro di risparmiare il tempo, e l’energia, della spesa, dell’atto del cucinare, della successiva “sistemazione” ed usarlo per la famiglia», dice Elisabetta, «così, abbiamo pensato che sarebbe stato bello estendere questo tipo di aiuto ad altre famiglie che vivono una situazione difficile».
L’idea di creare qualcosa che andasse in questa direzione è venuta a Sveva, la quale sentiva forte l’esigenza di trasformare quanto vissuto da lei e il marito in qualcosa di autentico e vero; qualcosa che oggi c’è e si chiama Lì&Là. «Sveva ci ha messaggiato – come spesso fa – di notte, dicendo che aveva l’idea di questa associazione e chiedendoci se fossimo interessate a partecipare – ricorda Elisabetta – diceva che per il nome le piaceva l’idea di giocare con i termini “lì” e “là”, perché richiamano gli spostamenti effettuati dai pasti. Casualità vuole che “lì” e “là” riprendano pure i nomi di tutte e tre le nostre bambine: il suono è infatti molto simile a Lyla, oltre a ciò ricordano Lia, nome della mia bambina, e infine, contengono le lettere di Ally, diminutivo di Allison, la bimba di Cristina».
L’associazione Lì & Là è stata costituita il 13 giugno, con lo scopo di consegnare pasti caldi e gratuiti a casa delle famiglie che stanno attraversando un delicato momento grazie a volontari e ristoratori. L’intervento si focalizza inizialmente su Mendrisiotto e Basso Ceresio, con l’idea di espandersi in futuro. Per un sostegno alla loro attività, le tre amiche possono contare sull’appoggio del dottor Jacopo Calciolari, pediatra con studio a Mendrisio.
Due sono le forme di aiuto proposte dall’associazione: durante e dopo il ricovero. Nel primo caso, durante l’ospedalizzazione (di almeno 10 giorni) di un figlio, è il genitore che resta a casa con gli eventuali fratelli che può ricevere i pasti a domicilio; nel secondo, il destinatario è l’intera famiglia, una volta rientrata a casa, e per la durata di un mese. «Un domani ci piacerebbe poter offrire delle soluzioni “su misura” alle famiglie con bambini malati oncologici, che alternano periodi a casa a periodi in ospedale – puntualizza Elisabetta – per la presa di contatti, per il momento ci siamo incentrate sui pediatri del Mendrisiotto e del Basso Ceresio, come pure degli ospedali ticinesi. Abbiamo inoltre mandato una lettera di presentazione ai principali ospedali pediatrici oltre Gottardo. Prossimamente è nostra intenzione contattare pure i ginecologi, inizialmente quelli della nostra regione, così che possano avvisare del nostro servizio i genitori che stanno per mettere al mondo un bambino prematuro, che avrà quindi bisogno di un ricovero di una certa durata».
Oltre a questa presa di contatti con gli specialisti del caso, la neonata associazione conta di farsi conoscere con il passaparola, il sito internet e i social. «Abbiamo poi dei progetti cui stiamo lavorando, ma di cui per ora è prematuro parlare», rivela Elisabetta.
Attualmente l’associazione Lì & Là può contare sull’impegno di 40 volontari nel suo raggio d’azione. «Ci hanno scritto anche dal Luganese e dal Malcantone; abbiamo detto di mandare comunque il formulario, così che se ci dovesse contattare una famiglia da quelle zone avremmo già qualcuno su cui appoggiarci», precisa Elisabetta.
I volontari sono, infatti, il motore del progetto: «Certe persone sono frenate perché pensano di dovere essere dei grandi chef oppure che si tratti di un impegno eccessivo. Su questi aspetti vogliamo rassicurare le persone interessate: per il primo, non sono richieste particolari competenze in cucina, per il secondo, noi puntiamo ad avere tanti volontari proprio per fare in modo che, in caso di necessità, l’impegno sia limitato a uno o due pasti al mese – puntualizza Elisabetta – l’associazione si impegna comunque a contattare i volontari con un certo preavviso ed essi, se dovesse essere il caso, hanno ovviamente la possibilità di dire di no». Sui formulari che si trovano sul sito dell’associazione (www.associazione-liela.ch) i candidati possono poi dare la propria disponibilità riguardo a pasti, luogo e periodo in cui desiderano aiutare.
Per quel che riguarda invece i ristoratori, l’associazione prevede tre specifiche forme di aiuto: «Essi possono fornirci un tot di pasti gratuiti all’anno, con ritiro da parte della famiglia o con l’aiuto dei volontari per la consegna; come seconda possibilità, di questi pasti possono offrirne la metà, mentre il resto lo finanziamo con i nostri fondi. Infine, hanno la possibilità di far normalmente pagare il pasto, ma offrire ed occuparsi dell’asporto – spiega Elisabetta – anche su questo fronte qualcosa comincia a muoversi. Qualche ristoratore ha già aderito alla nostra iniziativa e altri ci hanno contattato per chiedere informazioni». Sia ai volontari che ai ristoratori, l’associazione Lì & Là fornisce dei box ecosostenibili per il trasporto dei pasti.
Oltre a ciò, esiste un altro modo per sostenere l’associazione, e cioè attraverso l’acquisto di un ricettario realizzato dalle tre amiche, che contiene 20 ricette, di veloce e semplice esecuzione. «Con queste ricette abbiamo pensato alle famiglie che dopo una lunga ospedalizzazione tornano a casa e devono dedicare il proprio tempo al figlio in post-ricovero, ma in realtà vanno bene per tutti», concludono le fondatrici di Lì & Là.