Paesaggi di transizione

A Manno e Pollegio due progetti pilota sostenuti dal Fondo svizzero per il paesaggio a favore dei «margini insediativi», luogo di scambio tra paesaggi edificati e naturali
/ 08.01.2018
di Elia Stampanoni

Il Fondo svizzero per il paesaggio ha presentato nel suo opuscolo informativo cinque progetti volti a migliorare la qualità dei «margini insediativi», ossia quelle zone di territorio che sono di transito tra gli abitati e gli ambienti naturali. Delle fasce in cui s’incontrano, e a volte si scontrano, differenti elementi che possono meglio interagire con interventi di riqualifica: progetti d’interconnessione e di sviluppo paesaggistico oppure nel quadro di pianificazioni più generali.

Dei cinque progetti sostenuti dal Fondo svizzero per il paesaggio, ma anche da altri differenti enti o associazioni, due si trovano a sud delle Alpi. Il primo, già concluso, ha riguardato un importante sedime liberatosi a Pollegio con lo spostamento della linea ferroviaria per la realizzazione del nuovo collegamento Alptransit. Un territorio pregiato che la popolazione del Comune leventinese ha voluto tutelare e valorizzare, progettando un corridoio ecologico d’indubbio valore naturale e paesaggistico. Lungo 1,2 chilometri e su una larghezza variabile tra i cinque e i venti metri si è potuto concretizzare un margine insediativo tra il paese e l’area agricola circostante. La zona è stata arricchita con una serie di elementi caratteristici: un viale alberato, una zona arbustiva con siepi e cespugli, un frutteto ad alto fusto, pietraie, una via pedonale destinata alla popolazione e una strada comunale di quartiere delimitata con vecchie lastre di pietra, piodoi, recuperate lungo il vecchio asse ferroviario.

Il paesaggio rurale tradizionale ha dunque prevalso su altre opzioni, come potevano esserlo una zona edificabile, artigianale o industriale. Una scelta che il Fondo svizzero per il paesaggio e altri sostenitori hanno apprezzato sin dall’inizio, appoggiando il progetto avviato nel 2013 a Pollegio (vedi anche «Azione» del 30 giugno 2014) e inaugurato con una festa nel mese di giugno del 2015. Un intervento di cui hanno beneficiato gli agricoltori, riacquisendo preziosi terreni da sfalcio, la popolazione con una zona ricreativa di valore naturale, ma anche i giovani che in ambito scolastico approfittano della vicinanza di questa fascia per approfondire e osservare l’interessante flora e fauna che essa propone.

Un altro progetto ticinese in ambito di margini insediativi è invece in pieno svolgimento a Manno, sulla collina soprastante il vecchio nucleo, vicino a un gruppo di case che è diventato una piccola parte di un comune ormai cresciuto, con la vasta zona collinare a destinazione residenziale e un fondovalle occupato da un intenso insediamento industriale. Il territorio di Manno si estende oggi su 2,4 kmq, con il 40% di bosco (circa 100 ettari), 48 ettari tra prati, campi e pascoli e 4 ettari destinati a frutticoltura, viticoltura e orticultura.

Il progetto esecutivo, sviluppato e seguito da EcoControl SA, ha voluto rivalorizzare il già eterogeneo paesaggio con una serie d’interventi in una fascia di territorio ricca di opportunità, al confine tra gli insediamenti abitativi e l’area boschiva. In un primo tempo è stato ripristinato il ripido terreno Ronco Do, da anni lasciato a pascolo e non più coltivato. Qui i terrazzamenti sono stati ricostituiti in modo d’agevolare il lavoro di gestione, pronti per accogliere oltre mille piante di vite, scelte tra alcune varietà caratteristiche e particolari del nostro clima, come Bondola, Nebbiolo, Seibel, Gamaret o Barbera.

Accanto al vigneto, che si estende su una superficie di circa 5800 mq, a Manno sono già stati piantati 90 alberi ad alto fusto di 45 varietà rare del Ticino, in particolare della Capriasca, grazie alla collaborazione con ProFrutteti.

Il progetto Parco di Manno prevede anche il restauro di alcuni muri a secco caduti in degrado, mentre altri già erano stati recuperati con il progetto «Strada Regina», nato nel 2016 nell’ambito della collaborazione tra i Comuni di Agno, Bioggio e Manno per concretizzare i piani di sviluppo sostenibile promossi da Agenda 21. Con esso si è potuto valorizzare un percorso storico, archeologico e culturale che oggi fornisce un valido appoggio per quest’ulteriore progetto del margine insediativo.

Oltre al vigneto collocato nella parte a sud più esposta al sole e al frutteto nella parte a nord, è pure previsto un rinnovamento dei collegamenti pedonali, sfruttando e seguendo la morfologia del terreno esistente. Nella zona inferiore del ronco, quindi a ridosso del nucleo vecchio di Manno e di facile accessibilità, ci sarà invece un punto di ritrovo, porta d’entrata al Parco di Manno, mentre a ridosso del bosco verranno recuperati una selva castanile e il relativo margine boschivo per completare un intervento a favore dell’ambiente e della natura, ma di certo anche della popolazione.

Un altro dei progetti sostenuti dal Fondo svizzero per il paesaggio presentato nel bollettino 49/2017 sta coinvolgendo la città di Berna, con l’iniziativa denominata Grünes Band (cintura verde). Qui i comuni di Köniz e Kehrsatz, attigui alla capitale, stanno attuando una serie d’interventi per valorizzare la zona cuscinetto tra l’area urbana e quella di campagna. Sono per esempio già stati creati piccoli giardini, arnie per api selvatiche, strisce coltivate a girasole o piantati alberi da frutto. Altre idee sono in fase di studio o elaborazione per creare un margine insediativo con le condizioni ideali per cui la popolazione possa beneficiarne appieno. Concetti applicati anche nel comune di Val-de-Rouz (Neuchâtel), dove frutteti, siepi, viali alberati e muri a secco sono parti centrali del progetto, accanto a strutture per favorire per la mobilità lenta come piste ciclabili o pedonali.

Con queste e altre misure, i comuni coinvolti dai progetti pilota stanno dimostrando come sia possibile limitare la confusa crescita insediativa frammentaria, valorizzando invece il paesaggio in modo mirato.