Domenica 17 marzo si spegneranno i riflettori del Salone dell’auto di Ginevra. Da sempre, una tra i Motor Show più belli al mondo per numero e qualità delle novità presentate. Anche quest’anno il pubblico ammira splendide fuoriserie che sarà poi difficile incontrare su strada. Come la Battista di Automobili Pininfarina, hypercar elettrica da 1900 cavalli che pare sarà prodotta in 150 esemplari. Un mezzo che fa quasi sembrare una vettura comune quella che forse sarà la prossima auto di 007 ovvero l’Aston Martin DBS Superleggera.
Ma a Ginevra non sono esposti solo bolidi come la Ferrari F8 Tributo, erede della 488 GTB, e la Lamborghini Huracan Evo Spyder, bensì anche vetture molto popolari come la Peugeot 208 e la Renault Clio. Probabilmente sono loro le vere regine dell’evento. Insomma, un vero Motor Show tradizionale in cui il ruolo della protagonista spetta all’automobile.
Ecco allora che Ginevra è stata scelta anche da Seat come palcoscenico per presentare il suo primo modello di auto elettrica basato sulla piattaforma MEB del Gruppo Volkswagen. Fin qui tutto bene. Ma la notizia che colpisce di più è un’altra. Le Case automobilistiche una volta aspettavano i Saloni più importanti, come quello che si tiene sulle sponde del lago Lemano, per svelare al pubblico le ultime novità, mentre oggi non è più così. Lo dimostra proprio Seat che, a fine febbraio, ha scelto il Mobile World Congress di Barcellona per mostrare Minimó, il suo nuovo prototipo di quadriciclo a due posti.
La Casa automobilistica dell’orbita Volkswagen per parlare di micromobilità ha optato per un’altra kermesse. Ha scelto una fiera in cui la protagonista non è l’auto ma la tecnologia. Seat si è ritagliata uno spazio in mezzo a futuribili visori per la realtà mista di ultima generazione come gli HoloLens di Microsoft e smartphone a cinque fotocamere come il nuovo Nokia 9 Pureview. Perché? Forse la tecnologia richiama maggior pubblico tra i giovani?
Anche. Inoltre la motivazione è che mezzi come Minimó sono sempre più connessi tra di loro e con il mondo che li circonda e il 5G, trasmissione dati velocissima, di cui tanto si è parlato a Barcellona, darà un forte impulso alla connettività. Per questo la platea migliore per Minimó non era Ginevra, dove in ogni caso è stato portato, ma il mega Salone spagnolo di tecnologia. D’altra parte Minimó è stato progettato per utilizzare le future tecnologie autonome di Livello 4 che consentirebbero al veicolo di andare direttamente a prendere l’utente quando richiesto.
Minimó è innovativo anche nell’estetica: stretto e agile, dedicato agli spostamenti urbani, questo quadriciclo che assomiglia un pochino alla Renault Twizzy può ospitare due utenti seduti uno dietro l’altro come in un caccia militare. La lunghezza di 2,5 metri è pari a quella della Smart di prima generazione mentre la larghezza è di 1,24 metri. In pratica occupa la metà dello spazio di una vettura tradizionale. Tenta di combinare i vantaggi della motocicletta con quelli dell’automobile. Minimó è un mezzo al 100% elettrico che promette 100 chilometri di autonomia. Ha una batteria che si può ricaricare ma anche facilmente sostituire. In pratica si lascia quella scarica in un centro di scambio e si riparte con una carica al 100%.
Secondo Luca de Meo, presidente di Seat, «gli spostamenti quotidiani sotto i 10 chilometri rappresentano oggi circa il 60% del totale». Questa è la micromobilità e Seat, dichiara de Meo, «vuole essere il pioniere del Gruppo tedesco in questa strategia». Intanto, per ora, Minimó testa nuovi Saloni e commistioni tecnologiche con cui anche l’elegante Ginevra nel 2020 potrebbe dover fare i conti.