Nel Grigionitaliano con Leo e Lila

In occasione dei suoi 100 anni la Pro Grigioni italiano ha presentato un libro dedicato alla storia dell’arte e alla natura delle quattro valli italofone del Grigioni
/ 24.09.2018
di Roberto Porta

Non è facile essere una minoranza. Ed è ancor più difficile essere minoritari per ben due volte. Ma questo è il destino che la Storia, quella con la S maiuscola, ha riservato al Grigionitaliano. Si tratta, val la pena ricordarlo, di quattro vallate italofone nel canton Grigioni: Poschiavo, Bregaglia, Mesolcina e Calanca. Quattro regioni unite dalla lingua ma separate l’una dall’altra dal punto di vista territoriale. E minoritarie dal punto di vista linguistico, in un cantone a grande maggioranza tedescofono e caratterizzato anche dalla presenza del romancio. Ma il Grigionitaliano è minoritario anche in un secondo contesto, quello della Svizzera italiana, entità culturale – la terza del nostro Paese – in cui il ruolo del prim’attore viene costantemente esercitato dal canton Ticino. Insomma per il Grigionitaliano il cammino è spesso in salita, anche semplicemente per farsi conoscere e se possibile pure apprezzare. 

Ora a 100 anni dalla nascita della Pro Grigioni italiano (Pgi) ecco che a tener alto il nome di questa regione ci pensano anche – ma non solo – due gattini, Leo e Lila, protagonisti di un volume fresco di stampa che invita alla scoperta di questa regione della Svizzera. «Questa nostra iniziativa è nata all’inizio del 2018, proprio in occasione dei festeggiamenti per i primi 100 anni della Pgi – ci dice Aixa Andreetta, collaboratrice regionale per il Moesano – Con questo volume vogliamo rivolgerci in particolare ai ragazzi, ma anche alle loro famiglie, dentro e fuori i confini del nostro territorio». Un libro – il cui titolo originale è Leo e Lila alla scoperta del Grigionitaliano – che è anche un viaggio. «I due gattini sono infatti dei grandi viaggiatori – si legge sulla terza di copertina – Il Grigionitaliano è una regione perfetta per loro. I due protagonisti scoprono una realtà ricchissima di leggende, tradizioni, cultura e innovazione, il tutto immerso in una scenografia mozzafiato, tra altissime montagne, ghiacciai, laghetti alpini, castagneti e con il sole del Sud». 

Questo libro di 76 pagine – scritto da Aixa Andreetta, Giovanni Ruatti e Maurizio Zucchi – è frutto di una collaborazione con la Società di storia dell’arte in Svizzera, che nel recente passato e sempre attraverso le avventure di un gattino – Theo – ha pubblicato tre guide per la scoperta di Berna, Zugo e La Chaux-de-Fonds. «Abbiamo ripreso l’idea del gatto – sottolinea Aixa Andreetta – nel nostro caso si tratta di due gatti che partono da Basilea, dalla casa del nonno dove trovano una mappa e poi in treno si spostano verso il canton Grigioni, alla scoperta delle valli italofone, da Coira fino a Bellinzona. Il volume è anche un invito al multilinguismo visto che i due gatti parlano – si legge nel libro – «il tedesco e un pochino il francese. Stanno imparando anche l’italiano e sicuramente presto studieranno pure il romancio».

Plurilinguismo che è una delle caratteristiche vincenti di chi abita nelle quattro vallate del Grigioni italiano, in particolare di chi vive nella Valposchiavo e nella Bregaglia, geograficamente lontane dal Ticino ma confinanti con l’Engadina. Tra i giovani in particolare il tedesco, ma anche lo svizzero tedesco, fanno parte del bagaglio linguistico indispensabile per gli studi superiori e per intraprendere la propria carriera professionale. «La nostra pubblicazione, proprio perché è pensata in particolare per un pubblico giovane, non è composta unicamente da testi scritti, ma anche da cartine, disegni, schede di approfondimento per favorire una lettura attiva da parte dei ragazzi», fa notare ancora Aixa Andreetta della Pro Grigioni italiano. 

La prima tappa di Leo e Lila è la Valposchiavo e per questa regione il libro offre ad esempio un approfondimento dedicato al Giardino dei ghiacciai di Cavaglia e uno all’antico monastero delle Agostiniane, con in questo caso anche uno schema di come sono solitamente costituiti dal punto di vista architettonico gli edifici che ospitano suore e monaci. Nella Val Bregaglia i due gattini visitano anche il Palazzo Salis, «in cui abitava una delle famiglie più potenti e importanti del canton Grigioni, i Salis, venuti da Como quasi 900 anni fa». Le ultime tappe sono dedicate al Moesano: con Mesolcina e Calanca. Per arrivarci i due simpatici villeggianti a quattro zampe fanno tappa anche a Bivio, ai piedi del passo del Giulia. Un villaggio fondato dai Bregagliotti e che per lungo tempo è stato di lingua italiana «nonostante i comuni vicini siano di lingua tedesca e di lingua romancia» fa notare Leo a Lila.

Nel Moesano, tra le altre cose, i due gattini scoprono a San Vittore, dopo aver percorso un ripido sentiero a scalini, come venivano essiccate le castagne. Insomma un libro che è anche invito al viaggio e alla scoperta di queste quattro vallate, per rendersi conto che anche dietro all’angolo di casa ci sono tesori paesaggistici e culturali tutti da ammirare.