Una delle barche a vela impiegata per il trasporto di genti e merci.

Navigando con il vento

Ambiente - Non sono chimerici i viaggi ecosostenibili per salvaguardare i mari, come sta già avvenendo nelle isole dell’Egeo
/ 06.06.2022
di Eliana Bernasconi

Per secoli la Grecia spostò merci nel Mediterraneo unicamente con le navi a vela collegando i continenti con scambi commerciali e culturali.

È stato anche grazie alla direzione dei venti che sospingevano le navi e alla forza lavoro delle braccia dei rematori che l’uomo ha tracciato nei secoli la sua storia, esplorato gli oceani, conquistato nuovi continenti. Soltanto a fine Ottocento comparvero le prime imbarcazioni moto-meccaniche e le grandi navi si dotarono dei motori a vapore; terminava così l’epoca della navigazione a vela, per avviare l’utilizzo commerciale di navi sempre più grandi, con enormi container per migliaia di tonnellate di carico.

Come tutti, anche la Grecia iniziò ad approfittare della navigazione a motore, che porta tuttavia con sé uno strascico negativo. Per alimentare questi potenti motori servivano carburanti come petrolio e combustibili fossili, con la conseguente continua immissione di azoto e anidride carbonica che ha provocato danni ambientali difficilmente calcolabili, sconvolto gli equilibri dell’ecosistema marino, danneggiato la salute dei mari e l’aria che respiriamo.

La sensibilità ambientale di questi ultimi decenni ha avviato però nuove tendenze. Scopriamo così che vi è ai nostri giorni chi si impegna con passione per mostrare come l’antico modo di navigare potrebbe tornare a rivivere, e come l’uso dei motori Diesel potrebbe essere ridotto e l’inquinamento dei mari fermato. Non si tratta solo di un’ambiziosa utopia, o di chi pratica la navigazione a vela per sport e passione. No, si tratta di un impegno preciso preso da parecchio tempo da appassionati che navigano nei laghi, nei fiumi, nell’Atlantico e nel Mediterraneo, usando unicamente energia eolica, con emissioni a impatto zero: un mare affrontato senza combustibili fossili è un sogno che non appare irrealizzabile.

Viviamo oggi un momento magico per la storia della navigazione a vela, questa tipologia di trasporto marittimo è in grande espansione, è molto praticata ad esempio nelle isole del mar Egeo di cui qui ci occupiamo. Ne abbiamo parlato con il dottor Stavro Rantas, nato a Ikaria nel 1949, medico in Ticino per molti anni con studio a Chiasso e Caslano, che si dedica ora a tempo pieno a progetti sociali innovativi per la salute, il benessere e la longevità. Il dottor Rantas fa parte del comitato di un’organizzazione a sfondo sociale NoProfit (Aegean Cargo Sailing) che ha per scopo l’uso di mezzi di navigazione non inquinanti.

«Il nostro scopo – spiega Rantas – è trasportare prodotti locali su barche a vela, per far rivivere una rete millenaria di rotte commerciali marittime. In tutto il mondo organizzazioni simili con nomi diversi trasportano merci tra la Costa atlantica e il nord Europa con velieri da carico senza motore: oggi cinque barche a vela di questo tipo, quattro tradizionali e una molto moderna, attraversano regolarmente anche l’Oceano Atlantico viaggiando esclusivamente a energia eolica lungo le coste europee, dalla Scandinavia al Portogallo. Sono venuto a contatto con Aegean Cargo Sailing» continua Rantas «grazie al felice incontro con il capitano Loucas Gourtsojannis, una conoscenza per me importante e preziosa. Il capitano Loucas ha alle spalle un passato di ingegnere metallurgico e consulente di aziende innovative nella ricerca industriale in Belgio, ma nel 2010, a 54 anni, ha scoperto di voler vivere per sempre a contatto con il vento, il mare e le stelle, ha superato la paura di navigare in mari difficili e nel 2017, sulla sua barca a vela “Pelago”, ha intrapreso la prima spedizione attorno a sei isole dell’Egeo: Kea, Andros, Tinos, Mykonos, Ikaria, Samos. Da allora naviga in barca a vela tra queste isole in nome dell’energia pulita, diffondendo e scambiando prodotti ecologici senza scopo di lucro per valorizzare il lavoro degli abitanti e creare fra loro reti di scambio. Ha in tal modo pianificato il futuro e spera di poter vedere le nuove generazioni continuare le sue imprese».

«Sempre tramite il capitano – continua Rantas – sono venuto a contatto con marinai ecologisti che da dieci anni utilizzano esclusivamente la forza del vento per viaggi in mare, anche in oceano Atlantico, e comandano piccole imbarcazioni in grado di raggiungere 18 isole del mar Egeo con un movimento circolare interno verso i porti del Mediterraneo, trasportando con la vela prodotti genuini locali da un’isola all’altra, (a volte si uniscono persone che desiderano trascorrere vacanze in barca a vela, lavorare con l’equipaggio, o avvicinarsi al modo di coltivare i terreni e di cucinare dei contadini, conoscendo da vicino la vita quotidiana degli abitanti delle isole, al di là dei consueti percorsi). Con questi viaggi si viene a creare fra le varie isole una rete di relazioni impossibili da realizzare nel passato, quando ogni singola isola poteva comunicare unicamente con la Grecia continentale tramite il grande porto del Pireo».

Qualche anno fa per valorizzare i prodotti locali della sua isola, Rantas con altre persone ha creato a Ikaria una cellula locale di Slow Food, la comunità mondiale agricola e gastronomica diffusa in tutto il mondo, fondata nel 1987 da Carlo Petrini, (autore di libri come Voler bene alla terra o Terra futura, Giunti editore). Slow Food salvaguardia la biodiversità, raccoglie e cataloga i cibi a rischio di sparizione, ridà valore alla genuinità del gusto e al piacere perduto della lentezza, protegge i prodotti «Farm to Fork» (dal terreno al piatto). «Era inevitabile che proprio a Ikaria – prosegue Rantas – che è uno scalo principale di Aegean Cargo Sailing e ospita la cellula locale di Slow Food, una piccola cooperativa agricola di donne che producono prodotti genuini, ci incontrassimo con il capitano Loucas e iniziassimo a collaborare in favore degli abitanti per contribuire alla conoscenza e alla diffusione dei loro squisiti prodotti».

«Questi viaggi in barca a vela – continua ancora Rantas – hanno avuto luogo anche malgrado la pandemia. Come quando la barca Pelago, condotta sempre da Loucas, ha navigato da Ikaria al porto di La Spezia attraversando il canale di Corinto, Cefalonia, Calabria, Messina, Capri, Roma; recentemente è stato portato a termine un altro viaggio su una barca a vela di quindici metri; causa lavori in corso all’Istmo di Corinto la nave ha dovuto affrontare il giro del Peloponneso, ma con l’aiuto dei venti favorevoli è approdata felicemente al porto di La Spezia in soli dieci giorni. E un altro viaggio ancora è in preparazione». 

Tutte queste iniziative «rientrano nella così definita e in grande espansione Economia Blu Emergente o Blue-Economy, un progetto ambizioso ma non impossibile che in futuro prevede la creazione di nuovi posti di lavoro per risanare l’ambiente grazie all’impatto zero di CO2 che genera la barca a vela. Sono iniziative e progetti che ci stimolano a continuare per portare il nostro piccolo contributo al problema del cambiamento climatico e della biodiversità autoctona. Il dio Eolo – conclude Rantas ricordando con commozione e orgoglio suo nonno che nel lontano 1920 lavorava come trasportatore navigando a vela fra le varie isole – ci guarda e ci protegge».