Mulegns rinasce con la cultura

La Fondazione Origen – accanto all’attività teatrale, musicale e non solo – intende salvare il villaggio grigionese costruendo fra l’altro una Torre Bianca stampata in 3D
/ 08.08.2022
di Fabio Dozio

Se andate in Engadina transitando dal Passo del Giulia, superati Savognin e Rona arrivate a Mulegns. Lì fermatevi e scoprite cosa sta facendo la Fondazione Origen per questo villaggio quasi abbandonato, ne vale la pena. Farete un salto all’inizio del Novecento, quando davanti al Post Hotel Löwe le diligenze si fermavano per cambiare i cavalli e i viaggiatori dormivano una notte per alleggerire le fatiche del viaggio da Coira a Samedan. Fino a Mulegns bastavano quattro cavalli per diligenza, per affrontare la salita del passo i cavalli diventavano sei. Visitate la Villa Bianca costruita dal pasticciere Jegher, che si arricchì in Francia, la casa parrocchiale, la casa del contadino, la piccola casetta del telegrafo e l’albergo. Tutto rimasto come all’origine oppure restaurato con stile e con garbo. Un tuffo nel passato che vi potrà sbalordire.

Salvare un villaggio grazie alla cultura. È quanto sta accadendo oggi a Mulegns.

Dove la politica è impotente, l’economia è inesistente, il turismo è disinteressato, la cultura può compiere il miracolo, facendo rinascere un paese di 15 abitanti, sulla strada trafficatissima che collega Tiefencastel e Savognin alla ricca Engadina. Chi ha percorso questa strada non può non conoscere Mulegns, perché fino a due anni fa c’era una strettoia, un imbuto, che impediva a due autocarri di incrociare.

Ora la strada è più scorrevole, perché la Villa Bianca che la costeggiava è stata spostata di sei metri. Il Canton Grigioni ha discusso per oltre vent’anni su come allargare il passaggio, senza giungere a decisioni operative. Giovanni Netzer, direttore artistico (Intendant) della Fondazione Origen, ha risolto il problema in meno di due anni, lanciando l’idea di far scivolare la villa verso il fiume, dopo aver raccolto i finanziamenti necessari.

La Villa Bianca è una testimonianza della storia dei migranti grigionesi, costruita nel 1856 dal pasticciere Jean Jegher, rientrato al paese d’origine dopo aver fatto fortuna a Bordeaux.

Giovanni Netzer, un visionario nel cuore delle alpi, come l’avevamo definito in un articolo del 30.7.2018, ha fondato nel 2005 il teatro Origen a Riom. I primi spettacoli al castello, poi un continuo sviluppo con iniziative originali, perché Netzer non teme di affrontare l’impossibile, anzi, lo cerca.

A Riom la Fondazione Origen ha acquistato la Villa Carisch, costruita e appartenuta a un emigrante che si era arricchito in Francia, poi via via ha occupato altri spazi nel villaggio, riempiendoli di eventi culturali: musica, balletto, spettacoli, teatro, atelier di costumi ecc. Nel 2018 la Fondazione Origen, grazie alle attività promosse a Riom, ha ottenuto il premio Wakker di Heimatschutz, che viene assegnato a comuni e, in casi eccezionali, ad associazioni che si distinguono per la gestione del patrimonio storico architettonico.

Dopo la rivitalizzazione di Riom, Netzer ha presentato il progetto per salvare Mulegns («Mulegns retten») con una serie di interventi: lo spostamento della Villa Bianca realizzato due anni fa, la riattazione, quasi ultimata, del vecchio e storico Post Hotel Löwe, il recupero della casa parrocchiale e della casa rurale e, dulcis in fundo, la realizzazione della Torre Bianca, una torre di 29 metri che verrà realizzata in cemento bianco grazie a una stampante 3D. Un’opera con reminiscenze gotiche, ma che fa immaginare una torta di zucchero.

«L’idea è nata perché volevamo continuare a raccontare la storia dei pasticcieri», ci spiega Giovanni Netzer nella bella sala liberty dell’albergo Post Löwe. «La domanda che ci siamo posti era questa: cosa costruirebbe un pasticciere emigrato in Europa se ritornasse oggi nel suo paese natio? All’epoca erano pionieri, erano aperti alle nuove tecnologie, avevano visto le grandi città, volevano case con finestre ampie e luminose, così ci siamo detti che, per continuare a raccontare questa storia dei pasticcieri, era necessario pensare a un progetto contemporaneo».

La Torre Bianca è un progetto avveniristico, concepito dalla Fondazione Origen assieme al Politecnico federale di Zurigo. Una torre di quasi trenta metri con un diametro massimo di nove metri. Sarà realizzata sul posto con una stampante 3D a partire dal prossimo anno di fianco all’albergo. Il costo previsto è di 3,5 milioni di franchi. Per poterla costruire l’assemblea comunale del comune di Surses, a cui appartiene Mulegns, ha modificato il piano regolatore. Il permesso di costruzione durerà cinque anni. Si tratta quindi di un progetto effimero, come è stata la Torre Rossa sul Giulia, altra realizzazione originale di Giovanni Netzer, costruita nel 2016 e che alla fine di agosto di quest’anno verrà demolita.

Anche per il Politecnico di Zurigo questa operazione riveste importanza, sia dal profilo scientifico, perché si tratta di un prototipo sperimentale, sia perché offre all’ETH la possibilità di coniugare sapere scientifico e cultura, sviluppando l’innovazione in diretta interazione con il territorio.

Giovanni Netzer ha radici a Savognin, dove è cresciuto. Ha studiato teologia e arte drammatica a Monaco di Baviera, ma invece di imboccare una carriera teatrale nelle capitali d’Europa ha deciso di ritornare in valle. Ha tante qualità, una mente aperta e grandi visioni, un’attenzione per la cultura e la natura del luogo e una predilezione per la storia delle migrazioni. In passato per un Cantone povero come il Grigioni, così come per il Ticino, emigrare era una necessità per molti contadini. La tradizione di queste valli ha trasformato i contadini in pasticcieri (Zuckerbäcker). Alcuni hanno avuto successo in tante città d’Europa. Da Savognin andavano a Venezia, da Riom a Parigi, da Mon a Odessa, da Mulegns a Bordeaux. La storia della Fondazione Origen è legata a doppio filo alle storie dei pasticcieri migranti della regione.

Ma qual è il senso di questa torre che ricorda il pasticciere e che diventerà un simbolo per Mulegns?

«La Torre principalmente per noi è uno spazio culturale», precisa Netzer. «Vuol dire avere la possibilità di fare piccole rappresentazioni, potrà essere visitata come un’istallazione e sarà anche un’attrazione per la gente che passa e che potrà fermarsi incuriosita a scoprire la torre e la storia di Mulegns. D’altra parte si tratta di un prototipo dal profilo tecnico, con varie sfide: risparmiare il cemento, costruire in modo ecologico, con metodi innovativi, per definire e mettere in pratica quella che può essere la costruzione del futuro. Per noi è molto interessante sviluppare queste nuove tecnologie e penso che per gli architetti coinvolti, così come per il Politecnico, sia un’occasione per realizzare esperimenti che guardano al futuro, che non si fermano alla costruzione di una piccola casa unifamigliare. È in gioco la possibilità di mostrare le qualità delle nuove tecnologie».

La Fondazione Origen aveva già sorpreso e fatto discutere per la realizzazione, nel 2016, della Torre Rossa sul Passo del Giulia. Per la Torre Bianca che prospettive ci sono?

«La particolarità della Torre Bianca – ci dice Giovanni Netzer – a differenza della Torre Rossa di legno sullo Julier, è che sarà costruita modularmente. Vale a dire che il sistema di costruzione prevede di poterla assemblare, ma poi anche di smontarla, e quindi di ricostruirla eventualmente in un altro posto. In fondo la storia dei pasticcieri grigionesi non appartiene solo a Mulegns, ma a tanti altri comuni del Cantone. Questo potrebbe offrire uno sviluppo futuro e una nuova vita alla torre. Qui è previsto che rimanga cinque anni, come ha stabilito la modifica della pianificazione che ne permette la costruzione. Se si volesse mantenerla più a lungo, bisognerebbe modificare la legge. Chissà… La Torre Rossa era nata per essere uno spazio teatrale: il teatro è effimero e così lo è stata la torre dello Julier. Ora è diverso: si tratta di un prototipo, magari ci saranno errori o imperfezioni nella costruzione che dovranno essere corretti; è un progetto che ha anche una valenza di esperimento tecnico».

Queste operazioni di salvaguardia e di promozione di Mulegns serviranno per rilanciare il paese?

«È una delle idee fondamentali di questi progetti, una sfida che ci attende. Pensiamo che l’albergo, quando riaprirà l’anno prossimo, creerà una quindicina di posti di lavoro. La gente che lavorerà qui avrà interesse a poter vivere nel paese e quindi penso che alcune strutture, come la casa parrocchiale o la Bauernhaus, anche se semplici, potranno essere utili come abitazioni per chi lavora. Penso che, alla fine, per dare nuova vita al villaggio è importante che ci sia lavoro».

La particolarità di Netzer è che non è solo uomo di cultura. Propone decine di eventi teatrali, musicali e di spettacolo, da Riom a Mulegns, da Savognin all’Engadina, a innumerevoli palcoscenici grigionesi e non solo. In questi anni è stato e continua a essere promotore e organizzatore, raccoglie fondi e gestisce una rete di sostenitori, fa rivivere vecchie abitazioni e testimonianze del passato: insomma, un manager a tutto campo con energia inesauribile. Giovanni Netzer è inarrestabile, sempre in movimento. «Sì – conferma sornione – una minaccia…».

Certo, ora la Fondazione Origen può contare su molti collaboratori fidati e qualificati, ma la cura spasmodica dei particolari di tutte le operazioni è una caratteristica dell’Intendant.

Così al Post Hotel Löwe si continua a curare con dedizione i gerani piantati dalla signora Donata Willi, l’ex proprietaria che si è ritirata pochi anni fa alla bella età di 82 anni. Nella Villa Bianca si è serviti impeccabilmente da giovani ragazze nelle loro eleganti divise nere e si possono gustare torte e pasticcini che ricordano l’antico padrone di casa.

Se andate in Engadina passando dal Giulia a partire dalla prossima estate vedrete la Torre Bianca svettare accanto all’albergo Löwe e a due passi dalla Villa Bianca spostata per allargare la strada. Chissà cosa direbbe il fortunato pasticciere Jegher osservando quanto la Fondazione Origen sta facendo per celebrare la sua storia e per rilanciare, grazie alla cultura, le sorti del suo piccolo villaggio...