Per rispondere alla rinnovata esigenza di spazi naturali, nata dalla crescente urbanizzazione dei centri a scapito di spazi verdi ormai lottizzati, la città di Zurigo, di fatto la Grün Stadt Zürich GSZ (del Dip. di ingegneria civile e gestione dei rifiuti), lancia un progetto di zona verde nel Dunkelhölzli (Zurigo-Altstetten). Area ai margini della città, storicamente caratterizzata dall’uso del giardino, essa è ben connessa al centro cittadino dai mezzi pubblici. Riclassificata nel 2013 come zona destinata a orti e giardini, il comune avvalla nel 2017 un credito di 10,51 milioni di franchi per convertire quest’area di circa sette ettari. Malgrado le opposizioni (referendum del 2018), il progetto viene confermato a grande maggioranza della popolazione e, nel 2020, viene ampliato dall’acquisto di un ulteriore appezzamento confinante comprensivo di un vivaio e di un orto.
Il progetto per riconvertire questa zona in un parco cittadino, elaborato nel 2016 dallo studio di architettura del paesaggio Vulkan, è in fase di concretizzazione. Di ampio respiro, esso prevede la creazione di un parco (2,8 ettari) – un’area ricreativa con bosco, prato e ruscelli – mentre una seconda zona è dedicata a varie forme di orti (4,6 ettari). Dopo le misure di bonifica del suolo, necessarie a causa dei materiali inquinanti ritrovati nel sito, un progetto di ingegneria idraulica è stato messo a punto per la rinaturalizzazione dei due fiumi che attraversano il futuro parco. Gli edifici già presenti sul sito, protetti dall’Ufficio comunale di conservazione dei monumenti, sono destinati ad essere ristrutturati per attività agricole e ricreative da definire.
Nel periodo in cui la GSZ fa i primi passi verso questa iniziativa, un gruppo di cittadini sensibili a questa tematica – consci del suo valore – crea-no l’Associazione Grünhölzli (2015) e propongono uno schizzo concettuale, di cui discutere in una prospettiva sinergica con la GSZ e gli altri enti coinvolti, ritenendo necessaria l’elaborazione di un concetto generale che sostenga le varie parti del progetto e la creazione di un’organizzazione mantello che ne tuteli l’applicazione. Questo piano propone la realizzazione del cosiddetto «Grünhölzli», una sorta di fattoria modello, che vuole essere centro di competenza per l’agricoltura urbana e area ricreativa. Dall’intenso scambio, l’Associazione ottiene la gestione di parte della zona destinata agli orti, di cui propone un uso comunitario (in contrapposizione agli orti tradizionali individuali presenti dal 2020 per mano dell’Associazione degli orti familiari di Altstetten – Albisrieden), riuscendo a sdoganare una visione alternativa e comunitaria. «Grünhölzli» propone una visione in cui sia possibile espletare varie funzioni di ordine agricolo, ecologico e sociale (www.gruenhoelzli.ch), facendo scuola della possibile e necessaria sinergia per la creazione di progetti ad uso e consumo della cittadinanza.
Signor Thilo Gruber, lei è presidente dell’Associazione Grünhölzli. Potrebbe raccontarci brevemente il progetto?
Quando ci siamo avvicinati a Grün Stadt Zürich sei anni fa, abbiamo avuto la sensazione che la conversione dell’area sarebbe avvenuta molto rapidamente e che dovevamo fare in fretta perché altrimenti sarebbe stata convertita in un giardino convenzionale. Sapevamo che la città stava progettando una nuova zona verde e che il proprietario del vivaio voleva venderlo. Abbiamo pensato che fosse una grande opportunità per la città di realizzare qualcosa di unico: un centro comunitario di giardinaggio, una fabbrica verde in mezzo a un giardino comunitario, dove centinaia di giardinieri potessero coltivare i propri ortaggi. Fin dall’inizio, volevamo anche creare un centro socio-culturale dove la gente potesse occuparsi del cibo, della comunità e dell’ambiente. Ci sono voluti anni prima di realizzare il nostro giardino e abbiamo dovuto superare periodi difficili, ma da quando abbiamo iniziato a lavorare, il progetto sta andando molto bene e molte persone si sono aggregate a noi con entusiasmo.
È interessante che questo progetto, nato «dal basso», sia stato accolto e poi sostenuto dalla città di Zurigo. Potrebbe spiegarmi le dinamiche?
Il nostro progetto non è stato sostenuto dalla città fin dall’inizio. Grün Stadt Zürich progettava da oltre dieci anni una nuova area-giardino. Diversi impedimenti e il processo politico ne hanno ritardato la realizzazione (per via del referendum del 2018); in questo periodo ci è stato permesso di iniziare a utilizzare in modo sperimentale parte dell’area. Siamo stati così in grado di dimostrare che siamo partner affidabili e che giochiamo secondo le regole, e la cooperazione è migliorata sempre di più. Con il progetto del «Grünhölzli», vorremmo invitare le persone a diventare di nuovo attive. È una grande soddisfazione coltivare le proprie verdure e fare qualcosa di significativo insieme ad altre persone.
Quali sono state le dinamiche che hanno portato la città di Zurigo a sostenerlo finanziariamente?
Il primo anno ci è stato dato un terreno senza alcuna infrastruttura: nessuna sala, nessun deposito di attrezzi, niente acqua, nulla. È stato molto impegnativo, perché un giardino è, ovviamente, più di un pezzo di terra. Abbiamo iniziato a lavorare in venti persone: abbiamo organizzato un container, un caravan e installato un serbatoio d’acqua. Da allora abbiamo continuato così. Abbiamo convertito il caravan in un locale ricreativo, abbiamo acquistato attrezzi, posato tubi d’acqua e istituito un totale di tredici gruppi di lavoro. Facciamo tutto da soli, dalla coltivazione delle piantine alla produzione dei semi, al compostaggio. In due anni, abbiamo riunito circa 100 membri e siamo arrivati a gestire un giardino di 5000 mq. All’inizio non abbiamo ricevuto alcun sostegno finanziario, ma dopo vari e persistenti tentativi, abbiamo ottenuto un finanziamento di tre anni di lavoro da parte del Dipartimento Sociale. Siamo più di un semplice giardino: siamo anche un progetto socio-culturale, facciamo lavoro di vicinato e di integrazione. È, anche questo, un servizio che forniamo e che siamo stati in grado di promuovere con successo.
Pensa che questo progetto sia applicabile ad altre realtà?
Credo che ogni comunità in Svizzera dovrebbe realizzare un progetto simile. Non deve essere sempre di queste dimensioni, ma i costi sono abbastanza modesti, in relazione ai benefici.