Sostenibilità è una parola di moda da oltre trent’anni, che esprime al contempo una speranza e un impegno. All’inizio la si definiva attraverso una negazione. Era più facile capire cosa non era sostenibile, nel nostro modo di vivere, nel nostro modo di consumare, nel nostro atteggiamento verso quello che avevamo a disposizione. La crisi petrolifera degli anni 70 ci aveva spinti per la prima volta a interrogarci sulle risorse del pianeta e sull’uso che ne facevamo. Un’importante pubblicazione parlava di «Limiti dello sviluppo» lanciando i primi allarmi. Alcune nazioni raccolsero la provocazione, altre no. Dopo di che si preferì definire come sostenibili quei processi o quei modi di vivere che potevano essere mantenuti a buon livello a tempo indeterminato. L’obiettivo restava e resta quello di non lasciare pesanti eredità alle generazioni future. Per far questo ogni sviluppo economico non può essere disgiunto dalla salvaguardia dell’ambiente. Uno dei tanti aspetti della nostra vita che coinvolge queste problematiche è la mobilità. In Ticino è operativo da circa un anno il msfi (Centro competenze mobilità sostenibile e ferroviaria innovazione), voluto dal Cantone come progetto di politica economica regionale e come parte del sistema regionale d’innovazione.
Proprio il msfi lancia il 12 e 13 ottobre a Bellinzona MobLab16, la sua prima Conferenza internazionale sulla mobilità sostenibile, industria e innovazione. Il titolo scelto, che dovrebbe rispecchiare le tematiche trattate, è Dai viaggi spaziali alla mobilità personale assistita: un percorso tra innovazione e industria. Si parte quindi alla larga, da un’estremità lontana da noi, con quei viaggi spaziali che forse tra una ventina d’anni potrebbero essere una pratica turistica corrente, ma solo per chi se li potrà permettere. La scelta sarà stata sicuramente dettata dalla presenza in Svizzera di un prestigioso astronauta, che è anche un tecnico che insegna oggi al Politecnico federale di Losanna, Claude Nicollier (nella foto), primo relatore del convegno. Parlo di convegno perché questo insieme di conferenze, come ha detto il direttore del msfi e presidente di MobLab16, Simone Bernasconi, vuole essere per tutti una occasione di incontro e di crescita.
Con MobLab16 si vuole dare a tutti gli operatori la possibilità di avere una interazione diretta con i partecipanti. Nelle intenzioni degli organizzatori vi sarà uno scambio di idee con gli esperti chiamati a parlare, che con i loro interventi dovrebbero fornire uno stimolo per chi opera nell’ambito della mobilità e magari sta cercando un confronto e una verifica per promuovere nuove iniziative personali. Tutto questo con un occhio di riguardo verso l’industria.
I cambiamenti tecnologici incidono da sempre sull’industria, causando modifiche che vanno dai modelli operativi a quelli più legati al mercato. Per essere sostenibili nella mobilità bisogna essere rispettosi dell’ambiente ma allo stesso tempo bisogna mantenere una certa concorrenzialità industriale: bisogna essere in grado di offrire prodotti che abbiano successo. Se un prodotto è sostenibile ma non lo vuole nessuno non serve essere sostenibili, non si riesce ad avanzare. Si deve mirare al benessere generale e industriale, ricorda Simone Bernasconi, per gli utilizzatori finali ma anche per i lavoratori.
Nella sostenibilità bisogna pensare che in molti lavori, anche i più normali, se si introduce questo concetto e si agisce bene si può arrivare a riqualificare i lavoratori con conseguenti benefici futuri. Il canton Ticino è piccolo e tutti si conoscono: non è facile essere concorrenziali. Sul nostro territorio abbiamo già molte competenze da utilizzare ma, senza minare i nostri equilibri, possiamo promuovere da noi certe innovazioni ispirandoci a cose che all’estero sono già presenti. In questa ottica si snodano gli interventi dei relatori della Conferenza sulla mobilità sostenibile.
Dallo spazio si scende a quote più basse, con il trasporto aereo e marino, poi inevitabilmente con quello ferroviario, che comporterà ben 4 interventi, poi sulle macchine con mobilità elettrica per finire con la possibilità di spostarci individualmente nella cosiddetta «mobilità dell’ultimo miglio». I giapponesi, maestri nel settore dell’alta velocità, attraverso un loro operatore attivo a Bruxelles ci parleranno del tema di grande attualità in Svizzera con l’apertura di Alptransit. Ci saranno i rappresentanti di una famosissima auto elettrica e inoltre ci sarà chi, in Vallese, ha cominciato la scorsa estate a sperimentare nel centro storico di Sion una nuova opportunità di mobilità per zone non servite dal trasporto pubblico. Si tratta di due piccoli autobus elettrici senza conducente che viaggiano tutti i pomeriggi su un percorso di 1,5 km con orari fissi.
La gente è invitata a salire a bordo, la corsa è gratuita. Un sito web fornisce all’utente tutte le informazioni del caso. Per il già nominato «ultimo miglio» è coinvolta una piccola ditta della svizzera tedesca con dei monopattini, sempre più sofisticati, elettrici e facilmente trasportabili, sui quali l’utente può percorrere l’ultima tratta per raggiungere la sua destinazione senza intasare il traffico cittadino. Queste realizzazioni danno la misura di cosa si può fare per la mobilità personale. Cose nuove e meno nuove per organizzare la mobilità del futuro. Non è un compito facile.
Nel canton Ticino prima di msfi c’era già un centro di competenze per la mobilità sostenibile, si chiamava Infovel, e dopo quasi 20 anni di attività per ragioni soprattutto economiche ha dovuto chiudere i battenti. Sempre lo scorso anno la SUPSI, che è un partner fondamentale per msfi, ha concluso il progetto e-mobiliTI, che indagava sulle opportunità e implicazioni della diffusione della mobilità elettrica individuale in Ticino. L’esperimento è riuscito ma le conclusioni che se ne sono tratte non ci fanno avanzare di molto. A Lugano l’ultimo piano viario e gli incentivi per lo spostamento elettrico stanno dando risultati ancora in discussione. Tuttavia bisogna essere ottimisti e propositivi, MobLab16 vuole percorrere questa strada.