Meno lavoro per le baby-sitter

Covid – Tra gli effetti della pandemia c’è anche una diminuzione delle richieste di accudimento
/ 22.02.2021
di Guido Grilli

Il lavoro femminile appare uno tra gli àmbiti più colpiti dalla pandemia. A dura prova sembrano essere poste soprattutto le donne che si dedicano alla cura degli altri. E dire che nel presente le richieste in questo settore dovrebbero conoscere un’impennata. Invece, pur nel bisogno, per il comprensibile e legittimo timore di essere contagiati dal virus, molte persone rinunciano ad aiuti e collaborazioni ai quali prima facevano riferimento. Ne sa qualcosa Michela Cristinelli, 46 anni, ideatrice e fondatrice di un originale servizio di babysitting, denominato Tata Volante, attivo in tutto il Ticino 7 giorni su 7, 24 ore su 24, in grado di prendersi cura in qualsiasi momento di bambini da 0 a 12 anni. L’associazione, con sede a Lugaggia, in Capriasca, conta una quarantina di baby-sitter – da mamme con esperienza, a semplici appassionate, a infermiere pediatriche, a educatrici. E ha da poco tagliato il traguardo dei dieci anni di attività. Eppure, «con l’arrivo del virus, tante famiglie si sono allontanate per paura. Le chiamate si sono dimezzate, abbiamo conosciuto un calo del 57%» – fa sapere la responsabile, esperienza trentennale dopo una passione sorta sin da adolescente, nutrita da un innato amore per i bambini che Michela Cristinelli ha saputo trasformare in una professione, anzi, in un’impresa.

Ma con la pandemia il servizio ha conosciuto un cambio di paradigma, dal momento che prima dei due lockdown il servizio si offriva anche di garantire un po’ di respiro ai genitori per uscite a cena al ristorante o serate al cinema – tutte attività ad oggi impraticabili – oltre naturalmente ad assicurare la cura dei bambini costretti a casa per malattia o per consentire ai genitori di conciliare al meglio lavoro e famiglia. «La pandemia – spiega la responsabile di Tata Volante – ci ha penalizzato sin dal primo lockdown, nel marzo dello scorso anno. Ma noi abbiamo comunque sempre continuato a garantire il nostro servizio. Alcune famiglie, che per forza maggiore dovevano andare al lavoro e dovevano conciliare figli e professione, hanno richiesto comunque il nostro sostegno, che chiaramente abbiamo continuato ad assicurare con le dovute precauzioni – mascherine, disinfettanti, nonché, nel limite del possibile, distanziamenti sociali. Sin dall’arrivo del Covid nessuna di noi ha mai contagiato o è stata contagiata dal virus. Il nostro lavoro ha conosciuto una ripresa verso maggio-giugno, quando c’è stata la riapertura delle attività. E ora, da autunno, siamo di nuovo nella stessa situazione. Possiamo comunque contare sulle famiglie fedelissime, che hanno ormai piena fiducia e continuano ad appoggiarsi al nostro servizio in modo stabile. Veniamo inoltre contattate per diverse situazioni di emergenza. Collaboriamo pure con Sos Ticino e con i Servizi sociali del Cantone, che in situazioni critiche richiedono il nostro aiuto».

Ha mai temuto che il suo progetto di Tata Volante tramontasse a causa del Covid? «No, personalmente cerco sempre di vedere il positivo in tutte le situazioni, anche in quelle brutte». Quali strategie state adottando per attenuare i colpi della crisi? «Certamente gli aiuti elargiti dal Cantone con le indennità per perdita di guadagno e di lavoro ridotto sono stati un toccasana. Inoltre da alcuni mesi stiamo promuovendo l’attività di Tata Volante tramite i social media, segnatamente attraverso Facebook: abbiamo scoperto che è un mezzo potentissimo. Abbiamo infatti ottenuto numerosi feedback positivi, talora anche solo per richieste occasionali, ma stiamo comunque accrescendo la nostra visibilità e abbiamo qualche richiesta in più. Piano, piano. Io sono fiduciosa».

Anche la Croce Rossa, che offre da anni un ampio servizio di assistenza a bambini e genitori, ha conosciuto una flessione delle richieste a causa della pandemia. Maria Murta Sassi, responsabile del «Mondo del Bambino»: «Il calo delle richieste d’intervento dei nostri servizi (Mamy Help, Baby Help e Babysitting) è stato molto marcato durante il primo lockdown, dove le richieste erano praticamente nulle. Situazione dovuta soprattutto al fatto che entrambi i genitori erano a casa in telelavoro, ma anche alla paura del contagio. Con le riaperture e un piano di protezione apposito concordato con l’Ufficio del medico Cantonale, abbiamo rilevato che il servizio ha ripreso la sua attività come in precedenza. In particolare, durante i mesi estivi, in quanto le consuete proposte di accudimento durante le vacanze scolastiche sono venute a mancare. Con l’inizio della scuola, notiamo che le richieste per Mamy Help sono abbastanza costanti e le richieste di Baby Help in forte calo: con le nuove norme di distanziamento sociale, igiene e disinfezione delle mani anche i bambini si ammalano molto meno».