Luoghi naturali e interiori di Anna Gnesa

Editoria - L’adorata Verzasca della scrittrice in un volume di Giuseppe Brenna
/ 08.01.2018
di Elena Robert

Stavolta Giuseppe Brenna ci invita a scoprire la valle dove ha scelto di abitare, la Verzasca, da un’angolatura affascinante, diversa da quella alpinistica o della cultura alpina trattate in opere precedenti. L’esperienza, la ricerca personale e i recenti approfondimenti accademici all’USI, una laurea in filosofia prima e un master in lingua e civiltà italiana concluso l’anno scorso, lo hanno portato a percorrere strade alternative per tornare a scrivere sullo spirito dell’uomo, sulla civiltà rurale scomparsa dei padri. Dalla sua tesi Anna Gnesa e i suoi paesaggi. La montagna e i suoi contadini è nato a fine 2017 un volume dedicato alla scrittrice verzaschese (Gordola 1904-1986). Una donna a dir poco speciale, che merita di essere maggiormente conosciuta e compresa, un’accademica che ha lavorato come maestra in valle, sensibile, riservata, che ha rivolto la sua attenzione all’ambiente amato che la circondava e agli uomini che in passato hanno contribuito a qualificarlo con ingegnosa operosità, interagendo con la natura. Nel grandioso spettacolo naturale della Verzasca Anna Gnesa sente e riconosce la bellezza della civiltà che ha generato, quella del contadino di montagna con i suoi valori e le sue competenze. «L’umanità pastorale – scrive – è la sola in cui io mi senta radicata». A rivelare in tutte le sfumature il filo conduttore delle sue prose (Questa valle, Lungo la strada, Acqua sempre viva!), ossia il «richiamo della stirpe», Giuseppe Brenna giunge scandagliando il linguaggio e il pensiero della scrittrice, seguendo i suoi paesaggi naturali e interiori, attingendo a documenti anche inediti fino ad accompagnare il lettore sui luoghi di sei percorsi escursionistico-letterari e fotografici di Anna Gnesa.

Nella tesi e nel volume edito da Salvioni l’autore rivolge uno sguardo complice e affettuoso, sia pur marginale, anche al noto Carlo Levi (Torino 1902-Roma 1975), voce significativa del Novecento italiano e al suo Cristo si è fermato a Eboli, per l’amore e il rispetto rivolto al mondo contadino del Sud, nato in Lucania durante il confino tra il 1935 e il 1936. Brenna evidenzia similitudini e consonanze tra le visioni di Anna Gnesa e di Carlo Levi, presentando altrettanti itinerari escursionistico-letterari sui luoghi dello scrittore nella terra appenninica. Li accomunano, secondo l’autore, aver vissuto un’epoca di transizione, impegno civico, profondità di osservazione e di analisi, lungimiranza, coraggio nelle scelte di vita.

Dai testi della scrittrice verzaschese, cui è prevalentemente dedicata quest’opera recente di Brenna, emerge la gioia legata all’amore per la natura e a ogni sua espressione vitale (come l’acqua libera delle sorgenti o della Verzasca) che le offriva l’opportunità di interrogarsi, incontrare se stessa, vivere esperienze spirituali, come pure la gioia di vivere e riconoscerla nelle manifestazioni quotidiane delle attività umane (ad esempio, il canto dei contadini e il ribattere delle campane). Anna Gnesa ha lottato contro la povertà. La vita le ha riservato non poche difficoltà e, tra l’altro, un «sogno di vita religiosa» che non è riuscita a nutrire. Nelle sue prose si percepisce con chiarezza anche sofferenza cosmica, malinconia, dolore, nel raccontare ad esempio i «drammi della montagna», amarezza, forte disagio nei confronti della modernità prepotente e del turismo. Fu tra le rarissime voci a dichiararsi, con articoli sui media ticinesi, contro lo sfruttamento dell’acqua della Verzasca, un bene comune, la costruzione della diga all’entrata della valle (realizzata tra il 1961 e il 1965) e la conseguente distruzione del patrimonio naturale. Scrisse con profonda indignazione di «fiume assassinato» e, riferendosi alla diga, di «cemento carceriere dell’acqua».

La ricostruzione della vita e del pensiero di Anna Gnesa è stata possibile grazie all’esistenza di un fondo documentario ricco e diversificato, oggi a disposizione dei ricercatori. Depositato a Massagno, all’Associazione Archivi riuniti delle Donne Ticino, da fine 2016 ha potuto essere ricomposto, alimentato da nuovi importanti materiali.

Bibliografia
Giuseppe Brenna, La Valle Verzasca di Anna Gnesa e la Lucania di Carlo Levi, Salvioni Edizioni Bellinzona 2017, Collana Sui sentieri dei padri. www.archividonneticino.ch/biografie-del-locarnese/