Chiasso, cittadina di confine nota per il suo scalo merci sulla linea del San Gottardo, arricchitasi grazie ai traffici internazionali che ne hanno determinato un notevole sviluppo economico-finanziario, si è vista saturare nel tempo tutte le aree edificabili del suo esiguo territorio. Il suo sviluppo edilizio si manifestò con il sorgere di cantieri per opere pubbliche e private: palazzi ad uso terziario, villini, edifici ad uso commerciale, alberghi e un Cinema Teatro vennero costruiti con le caratteristiche dettate dal gusto dell’epoca. Molti di questi edifici sono stati ormai demoliti o ristrutturati plasmando il volto della città con nuovi stilemi e funzionalità. Ma il fiorente benessere economico del passato non scuoteva la città dal suo torpore culturale. Solo all’inizio degli anni 2000 avviene una svolta decisiva dovuta alla scelta della Fondazione Max Huber Kono di realizzare un museo che favorisse l’arte visiva incaricando gli architetti Durisch + Nolli di identificare un luogo idoneo alla sua costruzione. La città di Chiasso, dotata da tempo di un ufficio di cultura, favorisce la sfida di un progetto culturale lungimirante mettendo a disposizione l’area dismessa dell’Ex-Garage Martinelli, di fronte al Cinema Teatro. Quest’area industriale in stato di abbandono, una «terra di nessuno» in mezzo al tessuto urbano del centro cittadino, tra teatro e campus scolastico, è stata l’oggetto di un progetto globale da parte degli architetti: nasce così l’«isola della cultura» composta dal Cinema Teatro, dal Max Museo, luogo per esposizioni d’arte moderna e dallo Spazio Officina, utilizzato come sala multiuso polivalente per concerti, teatri ed esposizioni.
Il Cinema Teatro, costruito nel 1935 dall’architetto Americo Marazzi, da sempre era stato il cuore pulsante della città, palcoscenico di rappresentazioni cinematografiche, musicali, balletti e conferenze. Nel 1993, dopo un periodo di decadenza fu rilevato dal Comune di Chiasso. Dal 2002 l’edificio, ristrutturato ed aggiornato all’impiantistica contemporanea, ha ripreso le proprie attività con una stagione culturale ed è considerato, come in passato, un luogo che svolge una fondamentale funzione di incontro per l’intera regione. Nel 2010 il Cinema Teatro è entrato a far parte del Centro Culturale Chiasso.
Il m.a.x. museo, costruito ex novo sull’area di un parcheggio pubblico e inaugurato nel 2005, vuole ricordare Max Huber (Baar 1919-Mendrisio 1992) uno dei graphic designer più significativi del XX secolo, la cui ricerca artistica, soprattutto nel settore della grafica, sviluppata attorno all’interesse per la composizione astratta, è ispirata alle esperienze delle avanguardie europee. Il m.a.x. museo, luogo di installazioni ed esposizioni per divulgare la conoscenza della grafica, del design, della fotografia e della comunicazione visiva contemporanea, si distingue per spazi ampi, luminosi, bianchi, neutri, che consentono la massima visibilità ai contenuti. Le sale espositive sono concepite come White Box. La facciata è un’immensa vetrina translucida. Di notte l’intercapedine della facciata è luminosa, rendendo visibili i contenuti e illuminando la città come una sorta di «lanterna». Accanto al museo, si è deciso di trasformare un capannone adibito per diversi anni a officina di riparazioni per autoveicoli dell’ex-garage Martinelli in sala multiuso: nasce così lo Spazio Officina, uno spazio semplice che è stato mantenuto nelle sue caratteristiche industriali con intervento minimo, un involucro, una sala di 800 mq, che può essere utilizzato per molteplici funzioni. Non ha dotazioni tecniche fuorché rivestimenti acustici utilizzabili per rappresentazioni teatrali e manifestazioni musicali ma nient’altro. Spazio Officina si presta perciò ad accogliere mostre ed eventi che non di rado coinvolgono giovani leve nelle varie discipline artistiche. Si adatta a convegni, congressi, serate di gala, assemblee societarie ed eventi esclusivi, nonché performance di teatro, musica e danza, festival.
Dalla sinergia delle diverse istituzioni, pubbliche e private, con il nuovo m.a.x.Museo come catalizzatore, si concretizza così l’idea di un polo culturale dal carattere fortemente urbano, interamente dedicato alla cultura, ormai diventato un riferimento internazionale.
Bibliografia
Nicoletta Ossanna Cavadini, Chiasso fra Ottocento e Novecento, Muzzano 1997. www.centroculturalechiasso.ch