L’insidia dell’infiammazione

Medicina - Oltre a quelle acute e croniche, la ricerca ne ha individuato un terzo tipo, silenzioso e diffuso, che può causare gravi malattie
/ 18.04.2022
di Sergio Sciancalepore

Un grande scienziato italiano, Alberto Mantovani, l’ha definita Il fuoco interiore in un omonimo libro divulgativo pubblicato da poco (Mondadori). Questo fuoco è l’infiammazione che, insieme con l’immunità, è il meccanismo fondamentale che il corpo utilizza contro le più svariate malattie, lievi e gravi. Tutti abbiamo avuto un dolore articolare o muscolare, una congiuntivite, un’infezione batterica o virale: i sistemi infiammatorio e immunitario intervengono per contrastare la causa della malattia e riparare i danni che ha provocato.

Infiammazione e immunità (i due meccanismi agiscono sempre insieme, influenzandosi a vicenda) hanno un ruolo importante anche in caso di malattie particolarmente gravi come i tumori, le degenerazioni del sistema nervoso, le malattie cardiovascolari e altre ancora. È noto a tutti che un’infiammazione si può risolvere in pochi giorni (infiammazione acuta), oppure si trascina (tra alti e bassi) per anni quando i due meccanismi non riescono ad averla vinta sulla causa che l’ha provocata e l’infiammazione diventa cronica.

Da un paio di decenni, la ricerca biomedica ha individuato un terzo tipo di infiammazione (che vede coinvolto anche il sistema immunitario), la cosiddetta infiammazione cronica sistemica o diffusa, in inglese, Systemic Chronic Inflammation (SCI). Si può definire un’infiammazione «di basso livello», prolungata nel tempo (può durare tutta la vita), non provocata da virus o batteri, diffusa a diversi organi del corpo, silente perché non ci sono sintomi evidenti almeno fino a quando si manifestano alcune malattie. Quali malattie? Numerose e frequenti, risultato dei danni causati dalla SCI un po’ dappertutto.

Le malattie per le quali è più evidente il ruolo della SCI nel provocarle sono la sindrome metabolica – sempre più diffusa e caratterizzata dalla «triade» ipertensione, iperglicemia, alterazioni del contenuto di grassi nel sangue –, il diabete di tipo 2 (insulinico), le malattie cardiovascolari come infarto e ictus. Tuttavia, alcuni fondati elementi lascerebbero presupporre che la SCI abbia un ruolo nell’osteoporosi, nelle malattie degenerative del sistema nervoso, nella depressione e nel cancro.

Quali sono le cause della SCI? Sono diverse: sostanze inquinanti l’ambiente; la dieta; l’inattività fisica; le condizioni sociali e di lavoro delle società industrializzate; alterazioni della cosiddetta flora batterica intestinale, indispensabile per una corretta digestione e assimilazione dei cibi.

Cominciamo da quest’ultima. La ricerca sulle caratteristiche e l’importanza delle varie specie batteriche dell’apparato digerente (il microbiota) ha fatto grandi progressi, mettendo in evidenza come le alterazioni del microbiota – spesso determinate da una dieta carente in certi alimenti, come frutta e verdura e ricca invece di grassi e altri cibi e anche d’abuso di farmaci come gli antibiotici – sono all’origine dell’obesità e dello stato di infiammazione cronica dell’intestino: questa condizione ha come conseguenza anche un aumento della permeabilità delle cellule intestinali, permettendo a sostanze tossiche di passare nel sangue ed «esportare» lo stato di SCI in altri organi.

E, a proposito di dieta, si è scoperto che non solo un eccessivo consumo di grassi animali, zuccheri raffinati e alimenti cotti ad alte temperature (brace) predispone alla SCI, ma anche l’eccesso di sale (oltre che favorire l’ipertensione) come condimento contribuisce a sviluppare lo stato infiammatorio cronico intestinale, determinando il moltiplicarsi di linfociti pro-infiammatori mentre quelli con effetto opposto diminuiscono: non solo, un eccesso di sale danneggia anche i Lactobacilli, batteri fondamentali per la buona salute dell’intestino.

Molto interessante è la scoperta del ruolo dell’inattività fisica nella SCI. I muscoli non servono solo per il movimento, sono anche organi endocrini cioè producono sostanze che sono riversate nel sangue e agiscono su altri organi. Le cellule dei muscoli (miociti), quando sono in funzione e i muscoli si contraggono, producono le miokine, sostanze fondamentali per la buona salute delle ossa: le miokine hanno anche un’azione antinfiammatoria, così che la inattività fisica favorisce la SCI in diversi organi con conseguenze come il diabete, l’infarto, l’ictus.