L’imbarcadero di Paradiso

Archeologia industriale - Costruito in stile Liberty nel 1889, è menzionato nell’Inventario dei beni culturali d’importanza nazionale
/ 04.09.2017
di Laura Patocchi-Zweifel

Fino a metà Ottocento la popolazione del comune di Paradiso, allora denominato Calprino, è principalmente dedita all’agricoltura a cui si aggiunge la florida attività della bachicoltura con la produzione di bozzoli venduti alle filande della frazione «al Paradis» per la lavorazione della seta. Nel 1874 il collegamento ferroviario Lugano-Chiasso è determinante per lo sviluppo turistico nel golfo di Lugano. A Paradiso sorgono lussuose residenze e dimore di villeggiatura di famiglie benestanti che vi soggiornano beneficiando del clima mite e lo splendido paesaggio. L’avvento della Gotthardbahn nel 1882 favorisce il forte afflusso di viaggiatori avviando un processo di prospera espansione dell’industria alberghiera e dei trasporti. All’epoca, sulle rive non ancora arginate del golfo, barche e barconi vi approdano portando mercanzie d’ogni genere: pesci, grano, legna, sassi e altri materiali. A Paradiso i turisti che vogliono imbarcarsi vengono trasportati con barche fino al piroscafo che li invita a un entusiasmante viaggio di piacere sull’idilliaco lago blu. 

Nel 1888 la Società di Navigazione di Lugano SNL (fondata e in esercizio dal 1848) che aveva costruito il primo debarcadero centrale nel 1868 in sostituzione del semplice approdo in legno, chiede al Municipio di Lugano l’autorizzazione di poter costruire un secondo pontile d’attracco verso Paradiso. Siccome la richiesta viene respinta, la SNL domanda all’allora Municipio di Calprino il permesso di costruire un debarcadero sul suo territorio comunale. L’autorità comunale, non solo dà il suo consenso, ma vi contribuisce con un finanziamento di 300 franchi. Nel novembre dello stesso anno, «il Municipio di Calprino e la Società di Navigazione firmano una Convenzione secondo la quale si assicura un regolare scalo al debarcadero di “Paradiso”, così denominato dal nome di una sua frazione al lago che cominciava a dare i primi segni di sviluppo turistico che doveva assumere negli anni successivi notevoli proporzioni». Ma la convenzione firmata viene ripetutamente infranta e già nell’aprile 1889 «l’albergatore Reichmann, d’accordo con tutti i privati che hanno contribuito alla costruzione del debarcadero per l’approdo dei battelli a vapore al Paradiso, fa istanza perché i battelli in discorso abbiano ad approdare regolarmente, e che il capitano non debba attenersi solo al segnale dell’uomo in servizio, alfine di evitare come già accadde del resto, che dei forastieri non abbiano a poter partire, sebbene arrivati in tempo». Siccome il debarcadero serve anche per lo scarico di merci e materiali si viene a creare una situazione caotica e fastidiosa con inconvenienti di natura estetica e igienica causati da depositi spesso abusivi per nulla consoni a una zona alberghiera rinomata. Al fine di ovviare alla incresciosa situazione venutasi a creare in una zona frequentata dai turisti, su richiesta dell’albergatore e Municipale Reichmann, proprietario dell’omonimo Albergo a Calprino, nel 1905-1906 viene costruito nella piana di Codeborgo un nuovo sbarcatoio per le merci e materiali e il Municipio in accordo con la SNL approva la ristrutturazione e il prolungamento del debarcadero di Paradiso che risulta insufficiente per le nuove esigenze. 

Iniziano da subito i lavori di ripiena durati dal 1906 al 1911 per la posa del nuovo pontile rendendo necessaria la costruzione di un pontile provvisorio nell’attuale zona dell’«Acquaiola» di Mario Bernasconi. Il rinnovato debarcadero (lungo 22 m, largo 5,50) riprende la sua attività nell’estate 1910. Negli anni 1906-1908 la città di Lugano esegue l’arginatura e la costruzione dell’ultimo tratto del suo lungolago dal Belvedere al debarcadero di Paradiso. Da allora anche il comune di Paradiso procede a tappe per la costruzione del suo lungolago portato a termine nel 1956. 

L’imbarcadero è considerato una testimonianza dello stile Liberty ed è menzionato nell’Inventario dei beni culturali d’importanza nazionale e regionale. Si tratta, in particolare, di una struttura portuale costruita nel 1889 e ristrutturata nel 1910. Al centro vi è una tettoia arcuata sostenuta da pilastri in ghisa e da un traliccio in ferro affiancata da due piccoli padiglioni, con finestre e porte riquadrate con semplici cornici. Inserito nella progettazione per la riqualifica della riva di Paradiso saranno ammessi interventi di manutenzione, riattazione, ristrutturazione e trasformazione, purché risultino compatibili con la valorizzazione delle volumetrie, preesistenti, originarie, e pur valutando le nuove esigenze da adeguare al nostro tempo.

Bibliografia
Camenisch Yvonne, Il comune di Paradiso, Lugano, 1995.
Silla Carlo, Il Comune di Paradiso e la sua gente e la parrocchia di S. Pietro Pambio, Lugano, 1997.
Vanoni Antonio, Il lago di Lugano, Lugano-Pregassona, 1988. www.paradiso.ch/pdf/pubblicazioni/opuscoloParadiso.pdf