Liberiamoci dai filtri

Il caffè delle mamme – Una recente ricerca evidenzia che più i ragazzi manipolano gli scatti che li ritraggono meno sviluppano autostima: ne abbiamo parlato con la giovane creator Alessia Lanza
/ 23.01.2023
di Simona Ravizza

Swipe da sinistra verso destra, si apre la fotocamera di Instagram, poi basta scorrere con il dito verso destra per vedere uno dopo l’altro i filtri: premendo il pulsante Cerca effetti c’è di tutto e di più per ritoccare la propria foto, eliminare le occhiaie, rendere la pelle senza un brufolo, gli zigomi rialzati e la bocca che neanche Jessica Rabbit. Maschi e femmine: ciascuno può trovare il filtro che preferisce e ci sono buone probabilità che i nostri figli che hanno uno smartphone quest’operazione la facciano abitualmente. Su Instagram oppure su TikTok o Snapchat. Di qui una sfida che a Il caffè delle mamme consideriamo prioritaria: aiutare gli adolescenti a imparare ad accettarsi senza i filtri social.

In una recente intervista ad «Azione» lo psicologo Dario Gennari spiega alla collega Stefania Hubmann che gli Gen Z corrono un rischio di scollamento fra immagine e realtà: abituati a manipolare le proprie foto prima di postarle, come possono poi accettarsi nella vita quotidiana senza gli effetti speciali che forniscono i social per eliminare i difetti e sembrare più belli? Io non avevo mai riflettuto sull’importanza della cosa finché mi sono imbattuta per lavoro in una ricerca appena pubblicata dall’Università Vita Salute San Raffaele di Milano. Il titolo, Satisface, ruota intorno alla domanda: «Sono soddisfatto abbastanza del mio viso?». L’interrogativo è stato rivolto a un campione di 120 12-16enni dai ricercatori del Centro universitario di Statistica per le scienze biomediche, all’interno della facoltà di Psicologia e diretto da Clelia Di Serio, che ha progetti in corso anche con l’Università della Svizzera italiana. Il risultato ci dice che più i nostri figli stanno sui social, più manipolano gli scatti che li ritraggono e meno sviluppano autostima: una foto la possono rifare anche più di 10 volte prima di considerarla adatta a essere postata e usano abitualmente filtri per migliorare il proprio aspetto fisico con ricadute importanti sulla considerazione di sé nella vita fuori dai social.

Così a Il Caffè delle mamme abbiamo deciso di invitare Alessia Lanza, 22 anni, una delle creator più apprezzate proprio dagli Gen Z, che la seguono in 5 milioni. L’occasione è l’uscita lo scorso 29 novembre del libro autobiografico Non è come sembra (ed. Mondadori Electa) in cui spiega esattamente cosa vuol dire per un adolescente manipolare la propria immagine spinto dall’ansia da like: «C’è stato un periodo, non molto tempo fa, in cui non riuscivo a postare foto sui social del mio profilo destro, perché si vedeva un neo che odiavo. Ma non era l’unico mio difetto che non sopportavo: cercavo di coprire, con i filtri di Instagram, anche l’asimmetria degli occhi. Mi truccavo moltissimo. Volevo che nelle foto scomparissero tutte le mie imperfezioni, altrimenti sarei sembrata una strega: storta per la scoliosi e pure con il neo sul naso. Così dovevo fare tantissimi scatti prima di trovarne qualcuno che mi convincesse davvero. Era diventata una sorta di ossessione e di missione, passavo ore a scattare e a controllare come ero venuta. Non mi piacevo quasi mai e ricominciavo. Più foto scattavo e meno mi piacevo, meno mi piacevo e più foto scattavo… e via così, in un circolo esasperante e infinito».

Dopo avere sperimentato in prima persona lo scombussolamento che l’effetto-filtri può creare, la creator accetta di diventare portavoce a Il caffè delle mamme di un messaggio controcorrente che, tramite lei, possiamo girare ai nostri figli: «Liberiamoci dai filtri, quel che conta davvero sono la semplicità e la spontaneità». Dice Alessia ad «Azione»: «È un po’ come quando hai una giornata “no” dove non ti piaci, non riesci a guardarti nemmeno allo specchio e qualcuno ti dice “ma smettila che stai bene/sei bella”. Per quanto possa farti piacere, è inutile: non è un commento che ti fa cambiare l’idea di te in quel momento. Finché non ti piaci tu, il resto non è importante. Ma si sa. Lo stesso discorso vale per i filtri: io anni fa li utilizzavo, appena usciti, perché sostanzialmente andavano a togliere le imperfezioni ed era quello a cui ambivamo un po’ tutti, essere perfetti e giusti gli occhi degli altri». All’inizio sembra quasi un gioco, ma di lì a poco l’influencer capisce che non è così: «Quando qualcun altro mi chiedeva di fare una storia e il filtro non c’era mi innervosivo – confessa –. Con i filtri ti crei un’idea di te che non esiste e peggio ancora chi ti segue ti prende a modello». Di qui l’elaborazione, anche grazie al suo manager e a una psicoterapeuta, che qualcosa non va: «Non ero io, anche perché pian piano i filtri nelle storie Instagram, e parlo di questi perché nelle foto non ho mai avuto questa fissazione, sono diventati sempre più finti, facevano la bocca più grande, gli occhi più chiari e stavo iniziando a piacermi solo nello schermo del mio telefono e non più allo specchio. Ti crei un’autostima sui social, ma una grandissima insicurezza nella realtà e questo è pericoloso, specialmente per chi è più piccolo».

La sua decisione, allora, è di togliere ogni cosa: i filtri dalle storie Instagram e i filtri colorati da TikTok. A sorpresa Alessia scopre che il suo successo non diminuisce, anzi: i video che vanno di più sono i più semplici, poco trucco e outfit come pigiami o tute. «I filtri ci allontanano dalle persone e da noi stessi perché arrivi ad un punto dove non sai più chi sei davvero – ribadisce Alessia –. Credo poi che essi diano soddisfazione solo sul momento, ma a lungo termine lasciano solo insicurezza». Un messaggio che, pensiamo a Il caffè delle mamme, è importante condividere con i nostri figli.