È stato definito, in occasione dei molti interventi che ne hanno celebrato i 100 anni dalla nascita, «il rivoluzionario gentile che telefonava alla fantasia». Intellettuale dal valore indiscusso del secolo scorso, primo e unico scrittore italiano a vincere il Premio Hans Christian Andersen per la letteratura dell’infanzia nel 1970, Gianni Rodari deve il suo grande successo anche all’impegno politico che lo contraddistinguerà per tutta la vita, ma soprattutto alla sua capacità di stare – e fare – tra la gente.
Nato a Omegna, sul lago d’Orta, nel 1920 è stato insegnante, prima che giornalista e scrittore, e le sue lezioni in ambito pedagogico a favore di creatività, fantasia e in difesa degli errori sono indimenticabili (consiglio a questo proposito la lettura della Grammatica della fantasia edita da Einaudi
nel 1973). Quest’anno ne celebriamo come detto l’anniversario dalla nascita: molte le riedizioni lanciate sul mercato dei libri, la sua entrata nei Meridiani Mondadori ne sancisce il suo essere diventato un classico, riportando, a giusto titolo, l’attenzione sull’importanza e il valore della letteratura per l’infanzia. Anche nella Svizzera italiana ci sono state diverse occasioni per ricordare il grande scrittore per l’infanzia, la Supsi ha per esempio proposto un ciclo di conferenze per la Formazione continua del Dipartimento formazione e apprendimento, 100 volte Gianni Rodari, che terminerà l’11 novembre prossimo.
Sempre il Dipartimento formazione e apprendimento della Supsi aveva inoltre previsto la conferenza musicale Voce del verbo Rodari a cura del musicista Paolo Capodacqua (anche lui insegnante), dedicata ad adulti e bambini (dai 6 anni). L’evento, coordinato dalla docente Lara Magrini e previsto per il 7 novembre, è stato rimandato a data da definire a causa delle restrizioni dovute alla pandemia ma ci ha dato l’occasione per incontrare Paolo Capodacqua che da 30 anni si occupa – tra le altre cose – dell’universo poetico di Gianni Rodari, mettendo in note le sue poesie, e posizionandosi così nel panorama musicale dopo i capolavori del Quartetto Cetra Filastrocche in cielo e in terra (1972), e Ci vuole un fiore di Sergio Endrigo del 1974. Del musicista ha scritto Marcello Argilli (amico e biografo di Rodari): «A Rodari era naturale il senso dello spettacolo musicale. Con felice intuizione Capodacqua ha colto questa poco nota disposizione e ha realizzato un lavoro di grande valore. Uno dei rarissimi casi in cui il fascino della parola cantata può far incuriosire alla parola scritta, e in questo caso, a leggere Rodari».
Paolo Capodacqua ci accompagna alla scoperta del poeta in questa conferenza musicale che unisce i suoi spettacoli per bambini agli incontri per i docenti, ma i bambini non si annoieranno a seguire una conferenza? «In Voce del verbo Rodari racconto la storia di Gianni Rodari, di come io lo immagino da bambino, partendo dalla biografia di Marcello Argilli del 1996, e su questa storia canto i brani de La torta in cielo – risponde Capodacqua – Canto, ma strizzo anche l’occhio ai docenti, raccontando gli approcci pedagogici di Rodari, e parlando del suo modo di scrivere per l’infanzia, della tecnica della grammatica della fantasia. Concentrandomi anche sul rapporto tra bambini, genitori e libri. E metto l’accento su tutte le cose che possono stimolare gli adulti per affrontare meglio il rapporto coi propri figli attraverso la mediazione della lettura. Al contempo chiamo il pubblico a partecipare, chiedendo agli adulti di tornare bambini!». Insomma, diverse componenti che l’artista unisce per uno spettacolo a più livelli.
Lo scopo è anche quello di avvicinare i bambini alla poesia attraverso la musica, anche se, in realtà, qui Capodacqua afferma: «La musica avvicina i bambini alla musica! In questo caso si fa veicolo per avvicinare i bambini alla poesia di Rodari. La poesia può passare anche attraverso la pagina scritta o l’oralità, ma avere un veicolo ideale come quello della musica aiuta molto le parole ad arrivare al cuore dei bambini, alla loro intelligenza».
Una poesia importante, quella di Il musicicta Rodari, perché, continua il cantautore, «rispetto alla tradizione precedente ha aperto un nuovo orizzonte della letteratura per l’infanzia riuscendo a coniugare la poesia con l’impegno civile. Rompe con la letteratura dell’infanzia ottocentesca, con tutta la retorica nazionalista. Rodari è al passo con i tempi, con la nascita di una nuova società civile. Nella sua letteratura ci mette tutta la modernità del suo modo di scrivere».
Una maniera che rompe con la tradizione precedente perché «valorizza tutto quello che nella vecchia scuola era considerato errore o moralisticamente scorretto: racconta storie sbagliate! Insomma tutto ciò che può indurre il bambino (e l’adulto) al pensiero divergente: a pensare che la realtà possa essere tradotta, scritta e raccontata in molti modi diversi. Il passo da qui alla tolleranza è molto breve. La paura del diverso è solitamente in chi ha un pensiero unico, non in chi ce l’ha divergente. Il suo insomma è un mondo coloratissimo».
Un mondo che ha attirato l’interesse di Paolo Capodacqua in realtà in maniera del tutto casuale: «Ho iniziato musicando i suoi testi su richiesta di un regista teatrale ed è scattata la scintilla: me ne sono innamorato. Quello che conoscevo io fino a quel momento era il Rodari che stava sui giornalini. Quando ho scoperto davvero il suo lavoro, purtroppo, lui non c’era già più. Ho iniziato a lavorare sui suoi testi alla fine degli anni ’80. Ho pensato quindi di strutturare queste musiche in uno spettacolo tutto mio, Luna bambina. Ho creato una scaletta nella quale legare i brani tra loro con un filo conduttore. Così è nato l’incontro. La prima volta che ho fatto ascoltare le filastrocche ero al Centro Studi Rodari di Orvieto, davanti alla Signora Rodari e Mario Lodi. Sono rimasti felicissimi, Lodi apprezzò il mio lavoro e mi aiutò anche a livello burocratico con i diritti per realizzare le canzoni».
Insomma, una bella storia, non «sbagliata» come quelle fantasiose di Rodari al telefono, ma che ha sicuramente permesso a molti di ballare sulle sue note. E in attesa di poter assistere alla conferenza musicale consiglio l’ascolto del bellissimo album La torta in cielo con 100 candeline per Gianni Rodari a cura di Paolo Capodacqua.