L’Ufficio federale dei trasporti conduce ogni cinque anni un rilevamento dettagliato del traffico merci attraverso le Alpi svizzere. Si possono così conoscere l’ammontare dei volumi trasportati, il mezzo di trasporto utilizzato, il genere di merce, il valico percorso, l’origine e la destinazione dei flussi. L’ultimo censimento è stato effettuato nel 2019 e i risultati sono stati pubblicati lo scorso mese di aprile. È interessante soffermarci oggi sul genere di traffico che interessa il principale valico alpino svizzero, ossia il San Gottardo. Ne distinguiamo quattro: il traffico in transito, che attraversa la Svizzera da nord a sud in provenienza dall’Europa centro-settentrionale ed é diretto in Italia (e viceversa), il traffico interno, che si svolge tra il Ticino e il resto della Svizzera (e viceversa), il traffico legato alle importazioni (dall’Italia verso la Svizzera interna rispettivamente dall’Europa centro-settentrionale in Ticino) e infine il traffico relativo alle esportazioni (dalla Svizzera interna all’Italia rispettivamente dal Ticino all’Europa centro-settentrionale.
Il traffico complessivo su strada e su ferro ammontava nel 2019 a 22,6 milioni di tonnellate; il 72% era in transito, il 14% era traffico interno e un altro 14% era legato all’import-export. Queste proporzioni, che si sono mantenute pressoché stabili negli ultimi tre censimenti, ossia da quindici anni a questa parte, confermano quanto rilevante sia l’importanza della via gottardiana nella geografia europea dei trasporti e quindi spiegano da un lato l’interesse dei Paesi confinanti a nord e a sud di disporre di un percorso efficiente attraverso la Svizzera, e dall’altro l’interesse della Svizzera a gestirlo al meglio. Un tempo questa gestione aveva soprattutto rilevanti ricadute economiche e costituiva una fonte significativa di introiti per le FFS e la BLS; con gli anni queste ricadute si sono ridimensionate, scivolando talvolta perfino nelle cifre rosse. Ha invece assunto vieppiù peso l’offerta di un servizio su ferro alternativo alla strada in grado di scongiurarne l’intasamento e garantirne la sicurezza.
Uno sguardo un po’ più approfondito distinguendo tra le prestazioni del traffico su strada e quelle su ferro ci mostra le specificità di ogni mezzo di trasporto. La ferrovia svolge una funzione nettamente preponderante nel traffico di transito, che tocca l’83% del suo volume complessivo di trasporto e risulta tendenzialmente in crescita dal 2009; per la strada la quota del transito raggiunge il 51%, e verte tendenzialmente al ribasso, in linea con la politica del trasferimento del traffico dalla strada alla rotaia perseguita dalla Svizzera.
Questa ripartizione dei compiti spiega anche la tendenzialmente maggiore sensibilità dell’economia nazionale e cantonale alle condizioni del traffico stradale al San Gottardo. Queste ultime incidono in modo più diretto sugli scambi commerciali di loro immediato interesse, ossia quelli legati soprattutto all’import-export. Va comunque rilevato che nel traffico interno il ruolo della ferrovia è molto forte. Basti dire che nel 2019 il volume di merci trasportate su ferro tra il Ticino e i Cantoni al nord delle alpi (e viceversa) ha raggiunto gli 1,7 milioni di tonnellate contro gli 1,4 milioni che hanno scelto la strada.