www.tallero.ch
www.heimatschutz.ch
www.pronatura.ch

Le isole salvate dal tallero

Da settant’anni la vendita del tallero d’oro di cioccolato permette di sostenere progetti di salvaguardia dell’ambiente naturale e costruito
/ 26.09.2016
di Stefania Hubmann

Bambini che suonano alla porta o si avvicinano per strada agli adulti offrendo in vendita un tallero d’oro di cioccolato al prezzo di cinque franchi. Durante il mese di settembre il rituale si ripete in tutto il Paese da ben 70 anni. Oggi molti genitori e nonni che acquistano i talleri sono stati a loro volta piccoli venditori di un tipico prodotto svizzero di qualità per una buona causa: la protezione dell’ambiente naturale e costruito. L’iniziativa è opera delle associazioni Heimatschutz Svizzera e Pro Natura. Entrambe sono state costituite all’inizio del secolo scorso e rappresentano rispettivamente la principale organizzazione nazionale attiva a favore del patrimonio costruito e l’ente faro in materia di protezione della fauna e della flora indigene. Il tallero d’oro è il simbolo di una tradizione di protezione che parte dalla realtà.

La singolare iniziativa, che resiste alla crescente concorrenza e all’avvento del mondo virtuale, è iniziata per fronteggiare una minaccia concreta. Nel 1946 il lago di Sils nell’Alta Engadina rischiava di essere sommerso da un lago artificiale. La relativa centrale idroelettrica avrebbe deturpato per sempre il magnifico paesaggio. Le due associazioni pensarono quindi alla vendita dei talleri in modo da procurarsi i fondi per indennizzare i Comuni del mancato incasso dei canoni d’acqua. La proposta poté essere attuata grazie al sostegno del consigliere federale Walter Stampfli che liberò 25 tonnellate di cioccolato, allora ancora razionato a causa della guerra.

La vendita del tallero rappresenta ancora oggi una fonte di entrate irrinunciabile per le due associazioni. Ogni anno frutta circa un milione di franchi, di cui il 30% è destinato a un progetto specifico, mentre il resto serve a finanziare le altre numerose attività dei due enti e della Fondazione svizzera per il paesaggio. Ed è proprio sul paesaggio che si concentra l’azione del settantesimo. Con «Giardini e Parchi» quest’anno Heimatschutz Svizzera e Pro Natura si impegnano per la salvaguardia delle aree verdi esistenti e la realizzazione di nuove, in città come in campagna. «Ogni giorno – affermano in un comunicato – giardini e parchi spariscono, seppelliti da nuovi posteggi, edifici o strade. La vendita del tallero 2016 vuole contribuire a salvarli e a crearne di nuovi. Si tratta di luoghi di scambio fondamentali per il nostro benessere». In particolare si sosterrà il salvataggio del quartiere Elsässli di Derendingen nel canton Soletta, un complesso architettonico degli anni Settanta, testimone della storia industriale della regione, il cui suolo è contaminato da sostanze tossiche.

La sensibilizzazione è un altro aspetto essenziale dell’azione Tallero d’oro. «Le scuole rappresentano il nostro partner principale», spiega la direttrice delle vendite Eveline Engeli, precisando che «contribuiscono nella misura dell’88% all’incasso totale, di cui il 10% è assicurato dalle vendite negli uffici postali (iniziate nel 2003) e il restante 2% da quelle private. Altrettanto importante è però l’aspetto educativo. Le classi partecipanti, stimolate dal poter trattenere il 10% del ricavato, ricevono un dossier didattico (a disposizione in tedesco, francese e italiano) per approfondire in modo pratico l’argomento dell’anno. Il materiale permette pure di spiegare agli scolari la necessità di curare e proteggere l’ambiente nel quale vivono, sia esso naturale o costruito. Partecipare alla vendita del tallero significa anche assumersi delle responsabilità, confrontarsi con successi e insuccessi e impegnarsi per un’azione di pubblica utilità, aspetti di indubbio valore dal punto di vista pedagogico».

In Ticino e nel Grigioni italiano quest’anno si sono annunciate una cinquantina di classi, quasi tutte delle scuole elementari, ordinando poco più di 8000 talleri. Ursel Breitenbach, ex insegnante di tedesco residente nel Locarnese, segue da oltre dieci anni la vendita del tallero d’oro nella Svizzera italiana constatando come l’azione riscuota sempre un buon successo, anche se in leggero calo rispetto all’inizio della sua attività. Da un incasso che raggiungeva i 50mila franchi, nelle ultime edizioni ci si è assestati a quota 40mila. La lieve flessione è confermata anche sul piano nazionale da Eveline Engeli. Come incentivo, oltre alla percentuale sull’incasso, ogni anno viene organizzato un concorso per gli scolari. In palio nel 2016 cento casette per gli uccelli.

Se l’impegno di circa 30mila allievi nella vendita del tallero d’oro è ora terminato, quest’ultimo è ancora acquistabile fino a metà ottobre negli uffici postali. Da rilevare, che in settant’anni ne sono stati venduti ben 44 milioni.

Settant’anni di storia significano soprattutto altrettanti progetti mirati e su vasta scala a favore della natura e del patrimonio culturale. Fra questi, quattro riguardano il Ticino: l’acquisto delle isole di Brissago (1950), Morcote (1961), le Bolle di Magadino (1976) e i progetti di Parco nazionale del Locarnese e Parc Adula (2009: 100 anni di Pro Natura). Il primo rappresenta una delle dodici storie di successo inserite nella pubblicazione Les belles histoires de l’Ecu d’or, edita in francese e tedesco per sottolineare la ricorrenza. All’acquisto delle isole di Brissago nel 1949 da parte del Cantone Ticino e dei Comuni di Ascona, Brissago e Ronco, parteciparono infatti anche le due associazioni nazionali che l’anno scorso hanno offerto le rispettive quote ai tre Comuni.

Altrettanto di successo le storie legate ad esempio alla reintroduzione del castoro in Svizzera, alla ristrutturazione del monastero di Müstair nei Grigioni, iscritto nel 1983 nella lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO, o ancora al restauro della Villa Patumbah («casa aperta» in lingua malese) a Zurigo, trasformata in sede di Heimatschutz Svizzera e di una nuova offerta di formazione: il Centro per la cultura architettonica. Si scoprono così storie curiose, come appunto quella di Villa Patumbah o la cosiddetta «pulizia» del Rigi (1951), culla del turismo svizzero, la cui cresta venne liberata da due alberghi considerati troppo invadenti.

Negli ultimi anni l’azione del Tallero d’oro si è concentrata soprattutto su progetti inerenti le testimonianze del passato (vedi i mezzi di trasporto storici e gli interni storici) e le zone di svago. Le piazze e i prati fioriti, i temi delle scorse due edizioni, come i parchi e i giardini, costituiscono preziose oasi di verde e importanti punti di incontro minacciati dall’avanzare del cemento.