Le idee dei cittadini

Bilancio partecipativo – In Ticino si guarda con interesse all’esperienza di Losanna del Budget participatif, un programma che rafforza la coesione sociale e il senso di cittadinanza
/ 26.04.2021
di Stefania Hubmann

Permettere agli abitanti di assumere un ruolo attivo nella promozione e nella realizzazione di progetti pubblici per migliorare la qualità di vita nei loro quartieri è una forma di innovazione democratica in fase di sviluppo in Svizzera e che si vorrebbe introdurre anche in Ticino. Pioniere a livello nazionale del Bilancio partecipativo – un fondo assegnato annualmente a queste iniziative – è la Città di Losanna che lo ha introdotto due anni or sono. Funzionamento del processo e relativi risultati sono illustrati direttamente dalla capoprogetto del Budget participatif losannese, Julie Erard. Quest’ultima è stata ospite lo scorso mese di marzo del ciclo locarnese di incontri online «I Verdi a colloquio con gli specialisti». Nel frattempo I Verdi di Locarno si sono attivati anche sul piano politico, presentando al Municipio una mozione generica a favore dell’introduzione di questo strumento, attuabile in forme diverse. Iniziative analoghe sono state promosse negli ultimi mesi anche a Lugano e Bellinzona da parte di forze politiche di sinistra.

Il Bilancio partecipativo è un concetto che capovolge la ricerca e l’implementazione di soluzioni a favore della comunità promuovendole dal basso verso l’alto e non viceversa. Per Francesca Machado-Zorrilla, organizzatrice della conferenza con Julie Erard, la partecipazione è un elemento base della democrazia. Precisa al riguardo: «Alla disaffezione, come pure alla tendenza a delegare compiti e responsabilità, è necessario contrapporre iniziative che coinvolgano direttamente i cittadini, permettendo loro di sviluppare un senso di appartenenza. In questo modo si favoriscono il rispetto reciproco e una maggiore considerazione dei beni pubblici». La serata locarnese ha suscitato entusiasmo, evidenziando come non sia sempre necessario ricorrere a progetti complessi e dispendiosi per rendere più piacevole la convivenza. «Chi vive nel quartiere sa cosa manca e come ovviare a questa carenza».

Julie Erard conferma da parte sua questo principio che vede concretizzarsi con regolarità a Losanna. Come prende avvio un progetto del Budget participatif? Risponde la nostra interlocutrice: «Una nuova iniziativa per il quartiere, legata a eventi o infrastrutture, può essere proposta da un minimo di tre abitanti, i quali devono cercare innanzitutto nel loro stesso quartiere dieci persone che la sostengano». Elaborarla ed eventualmente concretizzarla non è però sempre così semplice. «La procedura garantisce un accompagnamento per queste due fasi», spiega Julie Erard aggiungendo che «il progetto, presentato attraverso un formulario, viene dapprima esaminato dai servizi della Città per assicurarne la conformità tecnica e legale. Superata questa tappa, è sottoposto assieme agli altri progetti al voto della popolazione. Gli autori devono quindi attivarsi anche per promuoverlo in modo che raccolga voti sufficienti e riceva il finanziamento da parte del Budget participatif, il quale sovvenziona le proposte in ordine di gradimento fino ad esaurimento della somma disponibile. Sono sempre colpita dall’impegno profuso dai promotori in questa fase, un impegno che li porta a incontrare gli altri residenti del quartiere e a stringere alleanze. Si realizza così uno degli obiettivi dell’intero programma che è quello di rafforzare la coesione sociale e il senso di cittadinanza. In quest’ottica si inserisce il sostegno fornito dalla Commissione federale della migrazione per la fase di accompagnamento. A livello della Città di Losanna il bilancio partecipativo si inscrive nella politica dei quartieri del municipale David Payot, a capo della Direzione infanzia, gioventù e quartieri».

Gli esempi di progetti conclusi o in corso di realizzazione non mancano. Spaziano da orti e pollaio urbani ad attività di lettura e scrittura, a proposte di scambi, riparazioni e riciclaggio. Per la coordinatrice del Budget participatif sono significativi, ad esempio, il corso di cucina inteso quale formazione per i migranti, l’apiario pedagogico per sensibilizzare la popolazione sull’importanza e sui bisogni delle api o ancora gli atelier di cucina contro lo spreco alimentare. Precisa la coordinatrice: «A dipendenza del progetto – prosegue Julie Erard – i tempi per implementarlo variano da un minimo di sei mesi a circa un anno, soprattutto se è legato a un ritmo stagionale».

Partito nel 2019 dopo diverse sollecitazioni da parte di più forze politiche, il Budget participatif della capitale vodese sta dimostrando il suo valore, per cui l’ammontare a disposizione è cresciuto di anno in anno. Precisa la capoprogetto: «Siamo partiti con 100mila franchi, aumentati a 150mila nel 2020 e a 175mila quest’anno. È invece rimasta invariata la somma destinata a ogni progetto, pari a 20mila franchi. Nel caso i costi siano maggiori, il gruppo promotore può trovare il resto dell’importo presso fondazioni o altri enti di sostegno esterni alla Città». Per quanto riguarda il numero dei progetti, nel 2019 ne sono stati depositati 34 di cui 19 approvati, mentre nel 2020 i primi erano 29 e i secondi 26. Lo scarto fra le proposte presentate e quelle approvate si è ridotto grazie a una migliore comprensione del funzionamento del programma e a un più marcato accompagnamento dei gruppi promotori. Accompagnamento che dall’anno scorso è stato esteso anche alla fase realizzativa.

L’iniziativa di Losanna si affina quindi ad ogni edizione facendo tesoro delle esperienze precedenti. La pandemia, che nel 2020 ha fatto slittare la consegna dei progetti da aprile a settembre, ha mostrato come questa scelta permetta di garantire una migliore elaborazione delle idee. Il calendario dello scorso anno è stato quindi mantenuto per l’edizione 2021.

L’esperienza del Bilancio partecipativo – lanciata per la prima volta nel 1989 nella città brasiliana di Porto Alegre e ripresa con formule diverse in più parti del mondo – muove quindi i primi passi anche in Svizzera. All’attività svolta a Losanna si è interessata dapprima la Città di Zurigo, dove il progetto è stato avviato lo scorso anno su scala di quartiere con Wipkingen a fare da apripista. Altre città romande sono pure in contatto con la capitale vodese. Per Julie Erard è una soddisfazione constatare che tutte le regioni del Paese si interessano a questa formula di azione e decisione degli abitanti sulle priorità di investimento nei loro quartieri. I cittadini sono in prima linea e collaborano direttamente con l’amministrazione comunale. Un aspetto, quest’ultimo, che va sottolineato in quanto richiede spirito di apertura e un nuovo approccio da parte dei servizi amministrativi. La nostra interlocutrice afferma al proposito che «si tratta di una vera e propria innovazione democratica. Se una Città intende promuovere il Bilancio partecipativo, deve essere consapevole delle sue implicazioni e disposta a stare al gioco, vale a dire accettare il capovolgimento del modo di procedere e la nuova forma di cooperazione con i cittadini».

Dall’esperienza di Losanna le altre Città svizzere possono trarre preziosi insegnamenti, adattando il modello alle loro esigenze. Uno dei vantaggi del Bilancio partecipativo è proprio quello di non essere ancorato a uno schema fisso. Invariato ed essenziale resta invece sempre il principio di offrire ai cittadini la possibilità di impegnarsi per aumentare il benessere della località dove vivono usufruendo di risorse riservate a questo scopo.

Informazioni
www.lausanne.ch/budget-participatif
www.quartieridee.ch