Ci sono dei momenti, durante il sonno, in cui ci rendiamo conto di stare sognando. Riusciamo, cioè, ad entrare in uno stato di coscienza alterata, nel quale ci sembra di compiere imprese impossibili nella vita reale, come per esempio volare. Quest’esperienza è chiamata «sogno lucido», una definizione coniata dallo psichiatra olandese Frederik van Eeden nel 1913. Tuttavia, la capacità di controllare lo scenario onirico è molto più antica. Risale, infatti, a pratiche e discipline come lo sciamanesimo, il buddismo e lo yoga.
Negli ultimi anni, si è creato un vero e proprio filone di interesse sul tema dei sogni lucidi. A contribuire alla popolarità dell’esperienza ci sono stati film, come il thriller fantascientifico del 2010 Inception, e diversi forum e blog dedicati all’argomento, con migliaia di partecipanti. Inoltre, alcuni psicologi hanno cominciato a studiare i potenziali benefici dei sogni lucidi. Hanno scoperto che aumentare la consapevolezza durante il sonno può portare alla «correzione» degli incubi, alla stimolazione del pensiero creativo e al miglioramento delle prestazioni atletiche. Come spiega un articolo recente sul sito della BBC, un team di ricercatori ha indagato le risposte del sistema cardiovascolare all’esercizio fisico sognato nella fase Rem, il momento di riposo profondo in cui l’attività cerebrale si risveglia, mentre gli occhi cominciano a muoversi rapidamente (da qui il nome Rapid eye movement). A un campione di persone è stato chiesto di immaginare di fare degli squat durante il sonno. Il risultato è stato un aumento della frequenza cardiaca e, in parte, della respirazione, quasi come se il movimento del corpo fosse avvenuto per davvero.
Il sogno lucido è stato anche individuato come un possibile modo per aiutare le persone che hanno incubi frequenti. Secondo Denholm Aspy, psicologo e ricercatore all’Università di Adelaide, in Australia, se si riesce a diventare coscienti durante un incubo, si può cambiare la propria reazione agli eventi sognati, migliorando la situazione in cui ci si trova. Uno studio del 2019, apparso sul giornale accademico «Frontiers in Psychology», ha confermato la teoria di Aspy, puntualizzando però che i dati in merito sono ancora troppo limitati per fare un bilancio dei risultati terapeutici nella pratica clinica. Altri scienziati hanno suggerito che il sogno lucido potrebbe essere usato per trattare problemi psicologici gravi come la depressione o il disturbo da stress post-traumatico (PTSD). E ancora: ci sarebbero vantaggi per la salute mentale, perché si riuscirebbe a ottenere un aumento della fiducia in se stessi, del coraggio e dello spirito di iniziativa.
Nirit Soffer-Dudek, direttrice del Laboratorio di coscienza e psicopatologia della Ben Gurion University, in Israele, spiega ad «Azione» che è necessario ricordare che la definizione di «sogno lucido» lascia spazio a diverse interpretazioni. Secondo la studiosa, in generale si può dire che si tratta di sogni nei quali c’è una maggiore coscienza e la sensazione di riuscire ad agire sugli elementi del sogno. Si tratterebbe di uno stato ibrido in cui la consapevolezza, che di solito è caratteristica della veglia, entra nella fase del sogno. C’è chi riesce a controllare i propri sogni spontaneamente, ma si tratta di un’eccezione rispetto alla maggioranza delle persone. In generale ci sono delle tecniche (online sono molti i siti con le indicazioni precise) per provocare i sogni lucidi come, ad esempio, quella chiamata Wbtb, Wake back to bed. Ci si deve risvegliare dopo qualche ora di sonno, rimanere vigili per un certo lasso di tempo (una mezzoretta può essere sufficiente), e poi tornare a dormire. Un’altra possibilità è posticipare la sveglia col pulsante snooze, in modo da riaddormentarsi al mattino, dopo un breve risveglio. Un metodo meno efficace, ma comunque usato, è ripetere, prima di addormentarsi, «sarò consapevole di sognare» o frasi simili, fino a prendere sonno. Appena ci si sveglia poi si devono annotare i propri sogni su un quaderno, in modo da allenarsi a ricordarli. I sogni lucidi, comunque, se non avvengono spontaneamente, non sembrano essere adatti a tutti. Anzi, ci possono essere delle conseguenze negative, come ha constatato Soffer-Dudek con una ricerca del 2018, realizzata su un campione di 187 studenti universitari di psicologia. Molte delle tecniche di induzione del sogno lucido, chiarisce Soffer-Dudek, alterano i normali confini tra sonno e veglia, cercando deliberatamente di indurre nei sogni un elemento di consapevolezza. In altre parole, il tentativo di stimolare la lucidità genera stati misti di sonno e veglia. Questo può diventare problematico per la cosiddetta «igiene del sonno». Ad esempio, si raccomanda anche di non lavorare a letto, di non bere caffè prima di dormire e di non rimuginare mentre si è già sdraiati, ricorda la ricercatrice della Ben Gurion University. «Inoltre, gli stati misti sonno-veglia sono stati correlati ad esperienze dissociative nei due o tre mesi successivi, come ha dimostrato l’esperimento che abbiamo realizzato nel mio laboratorio».
Karen Kolkony, ricercatrice di psicologia alla Northwestern University dell’Illinois, concorda sul fatto che le tecniche di induzione dei sogni lucidi non sono efficaci per chiunque perché possono portare a mettere in discussione il confine tra sogno e realtà, creando problemi a chi fa già fatica a riconoscere la differenza. Eppure, nonostante i potenziali rischi, il fascino verso questo tipo di esperienza è in crescita, probabilmente, sostiene Soffer-Dudek, anche a causa dei social media. «Come altri fenomeni che prima erano marginali, ai quali non veniva data molta importanza dai media tradizionali, i sogni lucidi hanno guadagnato popolarità negli ultimi dieci anni circa perché gli appassionati possono condividere le loro esperienze sulle varie piattaforme e diventare un gruppo significativo».