L’aula del silenzio

USI - Dallo scorso febbraio esiste una cappellanìa nell’ateneo luganese
/ 24.10.2022
di Guido Grilli

Aula 151B. Entriamo. Al centro un tavolo e quattro sedie sulla superficie di un tappeto, nessuna cattedra né banchi, bensì molto spazio intorno e un’ampia finestra: è la più silenziosa dell’intera università e in pochi istanti se ne può facilmente intuire il motivo. Si trova nel palazzo principale dell’ateneo luganese ed è accessibile ogni giorno, dalle 8 alle 20. Si tratta della Cappellania universitaria, un nuovo spazio di preghiera e meditazione istituito negli scorsi mesi dall’Università della Svizzera italiana a disposizione di studenti, professori, ricercatori e personale del campus, aperto a tutti, indipendentemente dal proprio orientamento culturale e religioso e riunisce meditazione laica, preghiera cattolica, protestante e musulmana.

A gestire lo spazio è don Kamil Cielinski, sacerdote polacco, co-parroco della Basilica del Sacro Cuore, situata a Molino Nuovo, a pochi metri dall’ateneo. L’iniziativa è già presente in tutte le università svizzere – le cappellanìe, che in francese sono denominate Aumônerie, in tedesco Seelsorge e in inglese Chaplaincy, «si mettono al servizio delle comunità accademiche, per curarne gli aspetti spirituali». Come si è arrivati a istituirla anche a Lugano?

«In qualità di responsabile per la pastorale universitaria tempo fa ho avuto l’occasione di partecipare in Svizzera interna a un incontro dei responsabili della cappellanìe universitarie, una realtà assente a Lugano e così, dopo quel meeting, ho ritenuto che potesse essere interessante istituire qui un analogo spazio e ho chiesto all’allora decano dell’USI, Boas Erez, il quale dopo qualche mese, saputo del progetto a livello svizzero, ha dato luce verde. E così, durante lo scorso semestre primaverile, a febbraio, è nata ufficialmente la cappellanìa nel campus. Il progetto si inserisce nell’ambito di un progetto più ampio, denominato “USI in ascolto”, che contempla fra l’altro un servizio di sostegno psicologico a disposizione degli studenti».

Come è stato accolto questo spazio spirituale all’interno dell’università? Ci sono state critiche? «Sì, nella fase di preparazione del progetto ho ricevuto delle telefonate da alcuni professori che hanno espresso contrarietà all’iniziativa. Ma la cappellanìa universitaria di Lugano si inserisce in un progetto nazionale, non è un’iniziativa ticinese o luganese, bensì un progetto che rientra nel contesto delle università svizzere. Alcuni professori si sono mostrati molto drastici, sostenendo di non volere la religione all’interno dell’ateneo. Ma noi non portiamo la religione all’università. Nessuno di noi va a evangelizzare gli studenti o a esortare le persone alla teologia. Niente di tutto questo. Quello che è stato fatto è semplicemente creare uno spazio, alla stessa stregua dell’istituzione della mensa universitaria, senza nessuna imposizione».

L’aula 151B è aperta sia alla meditazione laica sia a più religioni – cattolica, protestante e musulmana. Prosegue don Cielinski: «Lo spazio è aperto a tutti ed è neutro, è un luogo silenzioso. Chiunque può entrare e nessuno viene offeso, perché all’interno non ci sono simboli religiosi espliciti. Chi vuole può trovare in un cassetto i testi della propria religione e, se ne avverte il bisogno, può metterli accanto a sé, nel luogo in cui prega. Ma non necessariamente».

A otto mesi dalla sua inaugurazione, quali riscontri ha ottenuto la cappellanìa universitaria? «Tutto procede lentamente. La cappellanìa propone dei momenti di preghiera, però il progetto si trova ancora in una fase iniziale. Il mio sogno è che presto ci sia tutto: la meditazione laica, momenti per lo yoga, la preghiera. Cosa succederà in futuro non so dire. So che da qualche tempo la gente inizia a passare, questa è già una cosa bella. Vedo degli studenti meditare e quindi mi pare di poter dire che adagio adagio comincia a essere frequentata».

Regolarmente – si legge sul sito dell’università (www.usi.ch) – uno o più cappellani (oltre a don Cielinski sono presenti il pastore Daniele Campoli e l’Imam Samir Radouan Jelassie) propongono alla comunità accademica delle attività. L’interazione tra più religioni in uno stesso spazio rappresenta un ostacolo? «Assolutamente no. Da subito i miei confratelli, Campoli e Samir Radouan Jelassie si sono mostrati felici del progetto». In occasione dell’inizio del nuovo anno accademico, la programmazione per il semestre autunnale 2022 prevede ogni martedì alle 12.30 una messa alla Basilica del Sacro Cuore, seguita dal pranzo comunitario nel Centro Cittadella (corso Elvezia 35). E ogni due settimane, durante la pausa pranzo, nell’aula di preghiera e meditazione sono previsti alcuni incontri, denominati: «Insight», dove chi vuole può fermarsi e pregare con la Comunità Shalom (17 novembre e 15 dicembre 2022 alle 12.30) e «Taize» preghiera fatta soprattutto di silenzio, meditazione della parola e canto (3 novembre e 1 dicembre 2022 alle 12.30).