L’agriturismo in Ticino

Aziende agricole – Un nuovo catalogo e strutture sempre più attrezzate per un’offerta che si va consolidando
/ 13.05.2019
di Nicola Mazzi

In Ticino la vacanza in agriturismo non è ancora molto conosciuta, anche se le prime timide forme di agriturismo risalgono agli anni 60, ma grazie al passaparola e al costante lavoro, a strutture sempre più attrezzate e a un’offerta che si sta consolidando, prende sempre più piede. Una piccola fetta del turismo cantonale che, anche negli anni di crisi di pernottamenti, mantiene i suoi affezionati clienti e ne aggiunge altri di anno in anno.

L’Unione Contadini Ticinesi conta tra le sue fila una responsabile del settore, Anita Tomaszewska, e si avvale di un sito costantemente aggiornato (www.agriturismo.ch), così come di un catalogo appena stampato.

Proprio con lei abbiamo voluto approfondire il tema, evidenziando alcuni aspetti importanti come la tipologia di turisti, le leggi e l’offerta agrituristica. Ma iniziamo dalle cifre. Nel nostro Cantone esistono 66 aziende agricole che offrono servizi di agriturismo. E rappresentano poco meno del 10% delle aziende agricole ticinesi. Di queste, circa la metà offre anche alloggio. Andando ad analizzare più da vicino i posti letto messi a disposizione dei turisti, questi sono circa 500. Ma divisi in diverse tipologie: case di vacanza, camere in fattorie, oppure letti sulla paglia. Come evidenzia la signora Tomaszewska «non esistono cifre precise sui pernottamenti in quanto sono contabilizzati insieme alle case di vacanza».

Chi sceglie questo tipo di vacanza non pretende un hotel a 5 stelle e sa che in qualche modo si deve adattare. Ma sa pure che può godere di un’esperienza più genuina. «Infatti è una tipologia di alloggio particolare e spesso chi sceglie questa vacanza guarda che cosa offre l’azienda agricola, quali animali ci sono, quali prodotti mette sul tavolo e sicuramente anche il prezzo gioca un ruolo importante». Spesso, inoltre, «chi sceglie di alloggiare in un agriturismo desidera avere una maggiore libertà di movimento, un contatto più diretto con la gente del luogo e con la natura. Non mancano, inoltre, le possibilità di visitare la regione, magari con biciclette messe a disposizione dall’agriturismo stesso», evidenzia la nostra interlocutrice. E la famiglia contadina – che mette a disposizione uno o più alloggi – dà anche la possibilità di aiutare in lavoretti in fattoria oppure mostra le varie attività che svolge quotidianamente.

Gli agriturismi in Ticino sono di due tipologie. «Da un lato ci sono quelli aperti tutto l’anno che sottostanno alla legge sugli esercizi pubblici. D’altro lato ci sono gli agriturismi che offrono servizi solo durante la bella stagione e per un massimo di 150 giorni l’anno. Questi ultimi si basano sulla legge cantonale sull’agricoltura».

Ma come ci si fa conoscere al pubblico? L’esperta evidenzia che esistono diversi modi. «Attraverso le manifestazioni come Caseifici aperti, Visita delle stalle o la Giornata delle porte aperte in fattoria, oppure grazie a piattaforme online come Booking o Tripadvisor».

Come detto all’inizio, il settore da alcuni anni conosce una certa stabilità sul numero di strutture che offrono anche questo tipo di servizio turistico. «Negli anni scorsi abbiamo assistito a un momento di crescita arrivando anche alla presenza di una ottantina di agriturismi. Ma in questa denominazione venivano contabilizzate anche quelle aziende che non fornivano né alloggio né ristorazione, ma solo vendita diretta dei prodotti. Da qualche anno, invece, queste aziende sono finite sotto un altro cappello e cioè quello del Centro di Competenza Agroalimentare Ticino (CCAT), un ente creato per aumentare la promozione e il consumo di prodotti agricoli e per favorire la loro vendita al pubblico (www.ticinoate.ch). Quindi oggi sotto il cappello dell’agriturismo abbiamo solo strutture che offrono alloggio e ristorazione» sottolinea Anita Tomaszewska.

Un altro discorso interessante è quello legato alle norme. La legislazione è cambiata negli ultimi anni e per un agricoltore adibire parte della sua attività all’agriturismo non è sempre semplice. «È indubbio che le leggi sono diventate più severe. Dal 2011 l’agriturismo sottostà alla normativa sugli esercizi pubblici con l’obbligo, per chi lo gestisce, di avere il diploma cantonale di esercente. Nel 2016, per cercare di venire incontro alle esigenze degli agricoltori, sono poi state create le due tipologie di agriturismo. Questo per cercare di aiutare coloro che aprono solo durante una parte dell’anno. In questo caso basta un attestato di frequenza a 3 moduli organizzati da Gastroticino». E non bisogna dimenticare che l’attività agrituristica in Ticino non può essere quella principale, ma deve restare accessoria. «Le aziende per legge possono adibire a questa funzione solo una parte limitata della fattoria».

Come per il turismo alberghiero anche il turista che frequenta gli agriturismi e pernotta proviene soprattutto dalla Svizzera tedesca, dalla Germania, dalla Francia e dall’Olanda. «Ma da quando si promuovono sulle piattaforme online non mancano clienti anche da Paesi più lontani come gli Usa e i Paesi arabi. Ormai non ci sono più frontiere». Mentre le strutture che offrono ristorazione, possono contare anche su un buon numero di autoctoni che apprezzano la cucina nostrana e i prodotti regionali.

I turisti che arrivano sono di tutti i tipi, anche se sono perlopiù famiglie con bambini, gruppi di amici e non mancano partecipanti a eventi che vengono organizzati sul territorio. Per esempio, durante gli Harley Days, «i bikers scelgono spesso questa sistemazione perché hanno più libertà di movimento ed è un tipo di vacanza più vicina al loro modo di viaggiare».

Interessante pure un ultimo aspetto messo in luce dalla responsabile degli agriturismi ticinesi. «Negli ultimi anni sta crescendo una collaborazione tra le diverse strutture agricole. Non è raro che se un agriturismo è al completo segnali al turista alternative vicine e lo inviti ad andare dai colleghi. Una sinergia che si sta rafforzando grazie anche a diversi progetti promossi dall’Unione Contadini Ticinesi», conclude la signora Tomaszewska.