I monti di Revöira si trovano sul versante sinistro della valle Verzasca, non lontano da Lavertezzo. La zona, in passato sfruttata come maggengo prima e dopo la stagione alpestre, si estende tra gli 850 e i 1000 metri circa di altitudine e comprende, dal basso verso l’alto, i cinque nuclei di al Mátro, Murísc, ar Cisterna, Mött dal Cisternígn e Scima al Córt. È in questo complesso, oltre che nel poco distante monte di Ca d Dént, compreso il Cioss dal Gioachin, che ritroviamo un impressionante sistema d’approvvigionamento idrico, ideato in passato per far fronte alla carenza d’acqua.
Un’insufficienza idrica non è oggi una situazione rara, ma pensare che lo fosse già nei secoli scorsi e per di più in una valle ricca d’acqua come la Verzasca, potrebbe sembrare un paradosso. Ma è la particolare situazione geologica del pendio a determinare effettivamente una difficoltà ad attingere al prezioso elemento che, pur essendo presente, non è di facile accesso.
Su questi monti è quindi stato ideato un sistema per raccogliere l’acqua veramente ingegnoso con, accanto ai pozzi, una serie di grandi vasche ricavate da blocchi granitici, abbinate a sistemi di recupero della pioggia. Testimonianze che, seppur alcuni edifici siano nel frattempo stati abbandonati, restano ben visibili nel territorio. Si tratta di grandi massi scavati a mano, dove veniva raccolta l’acqua piovana per superare i periodi secchi in attesa di nuove precipitazioni. Gli ampi recipienti in sasso si trovano ai piedi di una gronda (un canale solcato nel legno) o di un tetto, in modo che l’accumulo, nei giorni di pioggia, avvenisse in maniera più efficiente. Nelle fasi aride i contenitori garantivano un’importante riserva idrica che, divenendo stagnante, serviva principalmente ad abbeverare gli animali, i quali trascorrevano qui il periodo primaverile e poi quello autunnale. In totale sono 35 le vasche monolitiche (ossia derivanti da un solo blocco) che ritroviamo tra i monti di Revöira e di Ca d Dént con una capacità complessiva di circa 4800 litri.
A garantire un approvvigionamento dal sottosuolo, dalla falda, c’erano invece sei pozzi, di cui tre visibili lungo l’itinerario etnografico «Revöira». Il primo lo incontriamo in una piccola struttura a forma quadrata a Al Mátro e si stima abbia una capacità di 6000 litri, mentre un altro è in una stalla al Mott del Cisternígn (3300 litri). Il più grande è invece visibile nel nucleo di Ar Cistèrna, il cui nome deriva proprio dal termine cistèrn, «pozzo» nel dialetto locale. Con una capienza di 12’000 litri è senza copertura, con una scaletta elicoidale che permetteva di scendere per attingere l’acqua, la quale serviva anche per alimentare la vasca d’abbeveraggio collocata nelle vicinanze.
Il sistema idrico di vasche e pozzi, leggiamo su uno dei panelli esplicativi posti lungo il percorso, fu probabilmente sviluppato dal XVIII secolo e permise di praticare l’agricoltura e l’allevamento, altrimenti impossibili in una zona priva d’acqua disponibile. Sull’insieme dei monti di Revöira e Ca d Dént, si valuta che il fabbisogno giornaliero, solo per il bestiame, si aggirasse attorno ai 4’000 litri d’acqua.
L’itinerario etnografico
Sullo spunto di queste particolarità, Il Museo di Val Verzasca e l’Organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli hanno ideato un itinerario etnografico che va a toccare l’ingegnoso sistema di accumulo idrico sui monti di Revöira (la guida si trova su www.museovalverzasca.ch). Il percorso si sviluppa su un anello di circa 8 chilometri, che dai 532 metri di altitudine di Lavertezzo sale subito verso Sambugaro, suggestivo nucleo abbarbicato sulla montagna che, in parte rinnovato, conserva tuttora il carattere rurale. Il sentiero, corredato da pannelli esplicativi nei maggiori punti d’interesse, s’insinua poi nel bosco, prendendo ulteriormente quota. A Scanduràsc’a sono segnalate le rovine dell’antico insediamento, del quale ancora si riconoscono muri e perimetri di stalle, cascine e recinzioni. Da qui manca poco per raggiungere i cinque nuclei dei monti di Revöira, la cui esistenza risale a più di 300 anni fa, come suggeriscono delle date incise su alcuni edifici. La camminata prosegue quindi verso gli altri monti di Cioss dal Gioachin e Ca d Dént, dove ammirare ulteriori vasche monolitiche, ma anche vani sotto roccia (sprügh) e un imponente muro di cinta. In seguito il tragitto scende verso il fondovalle, attraversando una faggeta e terminando dopo 4.2 km in località alla Motta, alla fine di una lunga discesa che riporta ai 629 metri di altitudine della frazione verzaschese. Per rientrare a Lavertezzo si attraversa il fiume e, dopo 3.8 km di cammino lungo il sentiero pianeggiante sul versante destro della Verzasca, si raggiunge il punto di partenza.