Energie alternative

Il primo impianto eolico realizzato in Ticino è quello del San Gottardo, entrato in esercizio nell’autunno del 2020. L’energia eolica (la cui produzione è maggiore nei mesi invernali) è perfettamente complementare a quella fotovoltaica, che al contrario garantisce maggiori rese in estate.

Approfondimento

Un nuovo studio di MeteoSvizzera e del Politecnico di Zurigo è consultabile QUI


La siccità minaccia le nostre riserve idriche

Nei nostri territori, la carenza di precipitazioni invernali è una consuetudine, anomale sono le temperature diurne quasi primaverili e l’autunno inverosimilmente arido
/ 28.03.2022
di Sabrina Belloni

L’acqua, in particolare quella potabile, è un bene inestimabile, il più prezioso, innanzitutto perché permette la vita sul nostro pianeta. Abituati da sempre alla sua presenza quasi ubiquitaria nel nostro Paese, spesso non riflettiamo quanto l’acqua sia importante e quanto la sua carenza ci renda vulnerabili. La mancanza di precipitazioni, unitamente a temperature insolitamente calde in questo periodo, è un fenomeno in aumento soprattutto in Ticino e desta preoccupazioni poiché, quando si prolunga per mesi, si verificano problemi di natura ambientale, sociale ed economica.

La siccità inizia a farsi notare: poca la neve in montagna, fiumi in secca, aridità diffusa dei terreni.

Il favonio, il cielo terso, il sole intenso e le temperature in rialzo hanno velocemente cancellato gli effetti della debole perturbazione di metà febbraio, favorendo la veloce evaporazione della scarsa acqua precipitata al suolo e anche la pioggerella di questi giorni non risolve la situazione. Sono ormai oltre tre i mesi di «secca», dato che precipitazioni degne di rilievo risalgono all’8 dicembre. Preoccupano le conseguenze connesse a una mancanza di accumulo della risorsa idrica, determinata in parte dall’autunno 2021 più mite del consueto e povero di precipitazioni, e dalle veramente scarse nevicate, di molto inferiori rispetto alla media. Per contro, incrementano i giorni di sole, le temperature diurne sono miti e il vento favonio (foehn) facilita sia l’evaporazione sia i repentini incrementi di temperatura (anche di oltre 10° C) soprattutto in pianura.

Nei nostri territori, la carenza di precipitazioni invernali è una consuetudine. Il clima subalpino infatti si caratterizza per le scarse precipitazioni durante l’inverno: i periodi secchi (assenza di precipitazioni per oltre 30 gg consecutivi) si verificano regolarmente, in media ogni quattro anni circa, e i periodi asciutti (mancanza di precipitazioni oltre i 60 giorni consecutivi) si verificano in media ogni 5-10 anni. L’anomalia sono le temperature diurne quasi primaverili e l’autunno inverosimilmente arido.

MeteoSvizzera prevede che l’inverno 2021/22 terminerà con una temperatura di 1.8 °C superiore alla media degli anni 1991-2020, mentre il totale di precipitazioni dovrebbe attestarsi solamente al 22% della quantità attesa. Il ritardo nelle precipitazioni nevose a inizio inverno ne ha ostacolato l’accumulo e ne ha facilitato la fusione anticipata, soprattutto alle quote inferiori. I terreni montani esposti al sole si surriscaldano e la mancanza del manto nevoso impedisce la rifrazione dei raggi solari (albedo), che vengono pertanto assorbiti dal terreno. La variazione nella frazione di luce assorbita o riflessa incide direttamente sul bilancio energetico e quindi sul clima e sul meteo.

Con il riscaldamento invernale e la conseguente risalita dell’isoterma di zero gradi verso quote più elevate, il numero di giorni annui con copertura nevosa nelle Alpi svizzere è diminuito di circa 20-30 giorni, a seconda della località considerata.

L’Ufficio Cantonale di Statistica (Ustat) convalida tali dati e rileva che un inverno così mite e soleggiato non si verificava da circa 60 anni. Le conseguenze sul livello dei fiumi e dei laghi sono purtroppo evidenti, con il Ceresio a meno di 270 metri sul livello del mare (che segna un record negativo) nonostante il livello sia regolamentato sin dal 1963 dallo sbarramento di Ponte Tresa.

I dati resi noti da MeteoSvizzera (https://bit.ly/3IR2hYE) sono scoraggianti: alla stazione di Lugano il bilancio idrico degli ultimi tre mesi segna un preoccupante –53mm (alla stazione di Piotta –46mm) mentre tre indicatori di umidità del terreno (indice di siccità del terreno, deficit idrico del terreno e ARID ) su quattro sono costantemente in rosso. Solamente il deficit idrico della vegetazione non desta preoccupazione per ora, poiché nella stagione invernale la vegetazione è in stato di riposo e non consuma le risorse idriche di cui invece avrà necessità in primavera, con la ripresa dell’attività vegetativa.

Se il meteo degli ultimi mesi dovesse continuare nei prossimi, le colture all’aperto e la crescita dell’erba da foraggio dovranno essere alimentate con acqua dell’acquedotto o prelevata dai pozzi freatici e dai bacini lacustri. Tali prelievi dovranno però essere regolamentati, stante il già citato abbassamento del livello dei bacini di raccolta dovuto alla mancata fusione della scarsa neve.

Nel periodo invernale i consumi di acqua sono bassi e pertanto ora non si manifesta alcuna carenza nella distribuzione idrica. Tuttavia il livello di acqua nelle sorgenti e nelle vasche di stoccaggio si sta abbassando e deve essere monitorato attentamente. Si auspica che in primavera ci siano precipitazioni costanti e non violente, che consentano ai terreni di assorbire l’acqua meteorica, filtrarla e alimentare le sorgenti. Se invece le piogge saranno intense e violente, l’acqua scorrerà sulla superficie dei terreni senza percolare nel substrato.

Fenomeni impetuosi (oltre a non consentire l’alimentazione delle sorgenti) creano dilavamento dei terreni, frane, esondazioni dei fiumi, trasporto di detriti a valle, pertanto una serie di eventi concatenati che interessano varie attività, dalla produzione dell’energia idroelettrica, all’agricoltura e all’allevamento. Come recentemente ha ricordato Marold Hofstetter (direttore di OFIMA) lo scioglimento del manto nevoso è ottimale per riempire i bacini artificiali poiché la portata d’acqua è costante, mentre i temporali estivi di estrema violenza causano più danni che benefici.

Quando ci sono difficoltà, l’essere umano si ingegna e cerca soluzioni, spesso creando sinergie in settori anche antagonisti. Nel recente passato è stata incentivata la produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico ed eolico in primis; vedi quadretta) che seppur quantitativamente insufficiente a soddisfare i bisogni della popolazione attuale e generando perplessità sull’effettiva sostenibilità ambientale degli accumulatori e dei pannelli, ha aperto una strada alternativa alla produzione energetica dall’idroelettrico, dal termoelettrico, dal nucleare e dallo sfruttamento delle fonti fossili (carbone e idrocarburi), con l’auspicato abbattimento delle emissioni di CO2 e gas serra, a beneficio di un rallentamento delle variazioni climatiche.

Per sottolineare la giornata mondiale dell’acqua (svoltasi il 22 marzo) è stata posta particolare attenzione alle acque di falda, cioè quelle sotterranee, il nostro bene più prezioso. L’Associazione acquedotti ticinesi (Aat; bit.ly/3tBlPd1) ha organizzato una campagna di sensibilizzazione denominata «Conosci la tua acqua» e uno stand itinerante presso alcuni licei del cantone con lo scopo di sollecitare la sensibilità dei giovani verso un uso consapevole della risorsa. Nell’immediato futuro infatti, proteggere e utilizzare in modo sostenibile le acque sotterranee sarà determinante per far fronte ai cambiamenti climatici e soddisfare i bisogni di una popolazione in costante crescita.