La Provvida Madre guarda al futuro

Socialità – Con Casa Ursula la Fondazione ha ampliato le proprie capacità ricettive residenziali e occupazionali. Ne abbiamo parlato con il direttore Adriano Cattaneo
/ 31.01.2022
di Stefania Hubmann

Due nuovi edifici per un progetto, per una visione della vita quotidiana ritmata dalle attività domestiche e da quelle lavorative. Un progetto destinato ai giovani adulti con disabilità per i quali questo ritmo assume un valore aggiunto in ottica inclusiva. Con l’apertura di Casa Ursula, avvenuta lo scorso autunno, la Fondazione Provvida Madre di Balerna, amplia a poche centinaia di metri dalla sede principale le proprie capacità ricettive, sia residenziali che occupazionali. Situata in posizione panoramica sulla sommità della collina in via Primavesi 20, la struttura beneficia di ampi porticati e di un giardino che garantiscono la possibilità di svolgere attività all’aperto. Il direttore Adriano Cattaneo ci ha guidato alla scoperta di questa nuova realtà che al momento ospita undici residenti ai quali si aggiungono nei laboratori altre quattro persone.

L’entrata è posta in corrispondenza dell’edificio a tre piani, nel quale al pianterreno si trovano un ampio spazio comune con cucina e salone, servizi, un locale a disposizione per i fisioterapisti e un ufficio. I due piani superiori sono invece riservati ai rispettivi foyer con sette posti ciascuno. Qui le persone residenti vivono tutto l’anno in camere singole (per piano una sola camera è doppia, mentre due dispongono del proprio bagno). Gli spazi, luminosi e colorati, sono stati concepiti per le speciali esigenze di queste persone e da loro stesse in parte decorati con disegni riprodotti a grande dimensione su alcune pareti. Essi assicurano da un lato una calorosa e funzionale accoglienza e dall’altro gli stimoli indispensabili per favorire l’evoluzione del singolo, in particolare lo sviluppo o perlomeno il mantenimento delle sue capacità e della sua autonomia. Il concetto alla base del progetto è quello di «Ambiente arricchito», proposto dallo psicologo canadese Donald Hebb nel 1949 e in seguito sviluppato dalla neurologa italiana Rita Levi Montalcini. Oggi è quindi appurato che con l’uso permanente del cervello in un simile ambiente il sistema nervoso si rinnova durante l’intero arco della vita.

A Casa Ursula gli stimoli si intensificano quando è necessario uscire dal foyer per andare a lavorare nel secondo stabile collegato da un porticato. In questo edificio su un unico livello sono disposti cinque laboratori occupazionali che spaziano dalla lavorazione del cuoio a quella del legno, dalla ceramica al giardinaggio, a una sala computer. «Le persone lavorano nel loro atelier di riferimento al mattino, mentre al pomeriggio partecipano ad altre attività in base ai rispettivi bisogni e interessi», spiega il direttore Cattaneo. «I prodotti realizzati nei laboratori – aggiunge – vengono venduti nel negozio che la Fondazione gestisce in centro paese, sempre lungo via Primavesi. L’occupazione legata al giardinaggio servirà inoltre per decorare alcune aiuole disposte attorno agli edifici. Malgrado la pendenza, è stato possibile ricavare uno spazio per attività e ristoro. Sull’ampia terrazza meridionale e su quella che fiancheggia la struttura si potranno inoltre posare vasche rialzate per facilitare il lavoro degli utenti».

La nuova sede esterna della Fondazione Provvida Madre è stata realizzata principalmente quale opportunità per i giovani che, diventando adulti, necessitano di un luogo stimolante dove vivere, dedicarsi a diverse occupazioni durante la giornata e godere di momenti ricreativi in sintonia con quanto avviene nella società. Può accogliere un massimo di quattordici residenti e di venti persone nei laboratori. Precisa Adriano Cattaneo: «Al momento non abbiamo ancora raggiunto la piena occupazione, perché procediamo per gradi. Siccome il problema delle liste d’attesa non riguarda solo i giovani adulti, tra le persone che vivono a Casa Ursula ci sono anche alcuni utenti fra i 50 i 60 anni. Il progetto è nato circa otto anni fa dalla constatazione che nel Sottoceneri mancavano posti letto per i giovani adulti. Bisogna però tener conto del fatto che la speranza di vita di queste persone si è allungata come per il resto della popolazione. È quindi essenziale assicurare spazi di vita e occupazione per tutte le fasce d’età. Nel nostro istituto principale vivono anziani che hanno superato i 70 e persino gli 80 anni».

Far fronte a queste esigenze con nuove costruzioni non è scontato e la storia di Casa Ursula lo dimostra. Il terreno di 4000 metri quadrati su cui sorge (1000 mq sono stati edificati) era in origine la porzione maggiore del parco di una villa tuttora esistente. L’acquisto da parte della Fondazione Provvida Madre è stato possibile grazie a due fattori: i vincoli di protezione con relativi limiti di costruzione che hanno scoraggiato un’operazione immobiliare e la generosità di una coppia di benefattori. Il direttore della Fondazione evidenzia la lunga ricerca del terreno adatto e finanziariamente sostenibile e come quest’ultimo aspetto stia diventando sempre più un problema. Adriano Cattaneo: «Il Cantone, con il quale si concordano questi progetti nell’ambito della Legge cantonale per l’integrazione sociale e professionale degli invalidi, finanzia al massimo il 70 per cento della costruzione, ma non il terreno. Anche per una Fondazione solida e di lunga tradizione come la Provvida Madre, un tale impegno è sempre più gravoso e ciò a fronte di richieste che, come detto, sono in continuo aumento».

Tornando a Casa Ursula – così chiamata in omaggio alla mamma benefattrice il cui figlio vive all’istituto Provvida Madre – colpiscono la qualità architettonica del complesso così come quella dei materiali, scelti per durare nel tempo e rispondere ai bisogni funzionali dei residenti. Realizzata su progetto dell’architetto Guglielmo Bianchi (atelierB – architetti, Mendrisio) da parte dello Studio Evolve di Giubiasco (vincitore del concorso), Casa Ursula ha beneficiato per gli interni dell’apporto dell’architetta Michela Pagani di Balerna. Certificata Minergie, la struttura ha richiesto un investimento di circa nove milioni di franchi. Agli oltre cinque assicurati dallo Stato, si aggiungono i due raccolti dalla Fondazione che lo scorso Natale ha pure lanciato un’azione mirata per aumentare questa somma.

L’impegno a tutto tondo della Fondazione Provvida Madre a favore di bambini e adulti con disabilità non si limita alla professionalità di servizi all’avanguardia, ma include il senso di appartenenza a quella che può essere considerata un’estensione della famiglia d’origine (con la quale si collabora in modo intenso) e alla comunità di Balerna. Qui si trovavano già, oltre all’istituto principale, due delle attuali cinque sedi esterne, ossia il menzionato negozio La Butega e due appartamenti protetti. L’essere riusciti a realizzare Casa Ursula nel medesimo Comune favorisce una maggiore autonomia delle persone e il loro inserimento nella collettività locale. L’intesa con le autorità e alcuni commerci accresce ulteriormente queste possibilità.

Mentre Casa Ursula sta diventando pienamente operativa, il direttore Adriano Cattaneo, da vent’anni alla guida della Fondazione, è da parte sua già impegnato in una nuova sfida. Il primo edificio, dotato di piscina e palestra, è stato inaugurato nel 1974. A fronte di costi di manutenzione sempre più elevati, risulta improcrastinabile una sua completa ristrutturazione. Un intervento che dovrà avvenire nei prossimi anni senza però chiudere l’istituto, frequentato giornalmente da circa 70 persone, di cui 46 residenti.

Dalle prime cure prestate a pochi bambini dalle suore missionarie nella Villa vescovile nel 1967, Balerna è diventata dopo mezzo secolo una realtà di sostegno che si identifica con la Provvida Madre, nonché un valido esempio di inclusione. Nel complesso la Fondazione accoglie 120 persone (25 minorenni e 95 adulti), lavorando su mandato cantonale. Essa opera a favore del benessere in ogni sua forma delle persone con disabilità sull’intero arco della vita rispondendo ai bisogni emergenti, come è il caso di questo ultimo progetto.