La pericolosa «rondine dei fiori»

Fitoterapia - La pervinca è un’ottima pianta medicinale, ma è altresì inclusa nella lista di quelle tossiche e velenose
/ 22.04.2019
di Eliana Bernasconi

Finalmente siamo entrati nella stagione delle gite nel bosco, è impossibile allora, camminando, non incontrare la pervinca, questa piccola e forte pianta rampicante che conquista tenacemente i suoi spazi ancorata al terreno, strisciando e moltiplicando le sue radici nel sottobosco ombreggiato dove forma veri e propri tappeti: la scorgi anche nei declivi tra i cespugli, o lungo i cigli delle strade.Appartiene alla famiglia botanica delle Apocynaceae, che include molte specie erbacee native dell’Europa e dei Tropici, come l’Oleandro, con il quale condivide una caratteristica un po’ inquietante, quella di essere inclusa tra le piante tossiche e velenose (vedi articolo di Marco Martucci, apparso sul numero di «Azione» dell’8 aprile 2019). Ma non allarmiamoci troppo, l’Oleandro, ad esempio, è infinitamente più pericoloso. Ricordiamo piuttosto il grande alchimista svizzero Paracelso, che nel lontano Cinquecento ci consegnò un principio fondamentale: «è la dose a fare il veleno». Resta tuttavia il fatto che, anche se la Pervinca rientra nelle piante medicinali a disposizione, dobbiamo rammentare che è rischiosissimo farne un uso imprudente, (come di tutte le erbe curative del resto): il medico, il farmacista o l’erborista devono essere sempre interpellati, per prescrivere o controllare, e a chi volesse persistere nella convinzione che le piante, poiché del tutto naturali, non possono produrre danno alcuno, possiamo sempre ricordare un certo Socrate e un’erba chiamata Cicuta.

Il nome scientifico della pervinca è Vinca minor L, e fiorisce dalla primavera all’autunno, ma non nei mesi invernali. Ha fusti sottili e flessibili; foglie lucide e coriacee, ovali e lanceolate; fiori tubolari a cinque lobi di perfetta forma geometrica, totalmente privi di profumo e di una fredda tinta inconfondibile, un blu-grigio tendente al viola, che, giurano alcuni, in febbraio assumono un colore intenso e bellissimo. Tant’è che una nota casa automobilistica, negli anni Settanta, diede il nome «blu pervinca» al colore di un tipo di auto di grande produzione.

Pianta antichissima, la pervinca giunge in Europa nel Medioevo, dove, oltre a essere una componente indispensabile nei filtri d’amore, era molto usata nei problemi di sanguinamento nasale. In Russia viene chiamata «la rondine dei fiori». Nel XVII secolo in Inghilterra era ritenuta sacra a Venere: se le sue foglie venivano fatte mangiare ai novelli sposi, l’amore fra loro, si diceva, sarebbe cresciuto. Forse non tutti sanno che Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) oltre che grande filosofo fu un appassionato botanico che amava moltissimo la pervinca e la considerava depositaria e simbolo della dolcezza del ricordo, e Giovanni Pascoli non era da meno nel magnificare questo fiore: «So perché sempre ad un pensier di cielo / misterioso il tuo pensier s’avvinca, / sì come stelo tu confondi a stelo / vinca pervinca (…)».

Della Pervinca in fitoterapia si utilizzano le radici e le foglie. Le radici sono raccolte in primavera e autunno, dopodiché devono essere seccate al sole. Esse contengono soprattutto gli alcaloidi vincamina e vincamarina, (ciò che rende la pianta potenzialmente tossica), e hanno proprietà diuretiche e ipotensive. La parte più usata in medicina sono tuttavia le foglie – pure ricche di sostanze alcaloidi – che vanno raccolte da maggio ad agosto e seccate all’aria, ad esse sono state riconosciute moltissime proprietà: astringenti, diuretiche, toniche, depurative, digestive, emostatiche e decongestionanti. I preparati ottenuti dalle foglie sono impiegati nell’ipertensione, nella diarrea, nei catarri cronici e nelle febbri intermittenti.Con uso esterno, la pervinca trova applicazione in forma di cataplasma per curare ascessi, piaghe d’ecchimosi, nella medicina popolare il decotto di foglie era usato per lavare e medicare ferite e piaghe, angine e infiammazioni della bocca possono essere contrastate con risciacqui e gargarismi di pervinca in decotto. La tintura madre, preparata con la pianta intera, è impiegata per il trattamento di ipertensioni, cefalee, emicranie, insufficienza vascolare periferica, vertigini. L’infuso della pianta intera combatte poi la sonnolenza, mentre l’infuso di foglie è usato per lavaggi e compresse su tessuti congestionati, ulcerati, arrossati e pruriginosi.

Con la Pervinca si preparano inoltre dei vini medicati che sono usati contro anemia e anoressia e come coadiuvanti tonici nelle convalescenze. Già nella medicina popolare, la pervinca era considerata un rimedio contro la perdita di memoria. La vincamina contenuta nelle sue foglie ha infatti proprietà vasodilatatorie che favoriscono la microcircolazione cerebrale. Agisce quindi sui leggeri e ben noti rallentamenti del funzionamento della memoria tipici dell’avanzare dell’età e come stimolante delle funzioni cognitive in senso generale.

Esiste anche un’antica ricetta, e per questo ampiamente sperimentata e valida, del famoso «Vino alla pervinca». Una ricetta che prevede l’impiego di marsala o vino rosso, dove lasciar macerare per un certo periodo di tempo foglie di pervinca tritate. Ebbene, parrebbe che faccia bene berne un bicchierino due volte al dì prima dei pasti per circa dieci giorni. Aggiungendo anche una manciata di foglie di Melissa, pure indicata per rafforzare la memoria, questo vino medicato assume anche proprietà calmanti.

Bigliografia 
- Gabriele Peroni, Trattato di Fitoterapia Driope, Nuova Ipsa editrice