La passione per gli animali estinti

Bambini – Secondo gli psicologi, un terzo dei bimbi tra i due e i sei anni è «ossessionato» dalla vita dei dinosauri e degli esseri preistorici. I paleontologi si interrogano sulle ragioni di questo interesse intenso, che ha molti lati positivi
/ 14.05.2018
di Stefania Prandi

In inglese si chiama «dinomania». È la passione per i dinosauri, comune a molte bambine e bambini. Secondo gli psicologi, un terzo dei bimbi tra i due e i sei anni è «ossessionato» dalla vita dei giganti del passato. E i risultati sono sorprendenti: i piccoli, pur non sapendo ancora né leggere né scrivere correttamente, conoscono a memoria nomi, caratteristiche e curiosità di dozzine di diversi animali preistorici. Ma a cosa è dovuta esattamente la fissazione infantile per i dinosauri? Se lo domanda un articolo di «The Cut», sezione del «The New York Magazine», raccontando la storia di una bambina di sei anni, Erin, che per Halloween ha voluto travestirsi da Ozraptor, un teropode vissuto nel Giurassico medio i cui resti sono stati trovati in Australia. Susan, la madre, non sapeva bene come gestire la richiesta perché nei negozi non c’era la possibilità di trovare un costume così specifico. E anche cercando su Google si trovavano pochissime immagini. Erin, che rifiutava l’idea di potere indossare i panni di altri tipi di dinosauri, ha dato indicazioni precise alla madre su come realizzare il vestito che doveva tassativamente avere «un sacco di piume». Il risultato ha lasciato a desiderare, considerando che nessuno ha capito da cosa fosse mascherata la bimba, ma la felicità di Erin è stata assicurata.

Non si sa esattamente cosa faccia nascere questa passione e la maggior parte dei genitori non riesce a identificare il momento o l’evento che hanno dato origine alla fissazione. Non è una questione generazionale. Film e cartoni animati come Jurassic Park, Alla ricerca della valle incantata e i Flintstones hanno avuto sicuramente un’influenza, ma non sembrano essere la causa scatenante. Brian Switek, scrittore scientifico, «fanatico dei fossili», come si definisce lui stesso nel suo blog www.brianswitek.net, autore dei libri My Beloved Brontosaurus (Mio amato Brontosauro) e Written in Stone (Scritto nella pietra), è un rappresentante adulto della «dinomania». La sua passione infantile semplicemente non è mai passata. Per lui i dinosauri piacciono così tanto perché sono grandi, fieri ed estinti: «Rappresentano una connessione con il passato, con i cambiamenti drastici che ci sono stati sulla terra. Ci fanno ricordare che il nostro pianeta ha una storia incredibile, che la vita è cambiata nel corso del tempo e l’estinzione è il destino di tutto».

Secondo uno studio pubblicato nel 2008 sulla rivista scientifica «Cognitive Development» da un team di ricercatrici americane, l’interesse intenso che i bambini provano per certi soggetti, come ad esempio i dinosauri, può aiutarli ad aumentare la conoscenza e la costanza, ad avere una migliore soglia di attenzione e a sviluppare profonde capacità di analisi e memoria. Chi dimostra di avere un interesse intenso da piccolo tende a diventare più intelligente della media, da grande.

Come ha spiegato il paleontologo Kenneth Lacovara, direttore del Parco fossili della Rowan University nel New Jersey, nel libro Perché i dinosauri sono importanti (Why do dinosaurs matter?), i bambini hanno tutte le ragioni del mondo di essere entusiasti per gli esseri preistorici. Considerando «le loro incredibili caratteristiche di adattamento, come la grandezza titanica, il potere devastante, il piumaggio stravagante, i denti affilati come le lame di un rasoio», i dinosauri sono davvero degni di ammirazione. Stando a una delle ipotesi più accreditate, sparirono dalla faccia della terra perché furono annientati da un grande asteroide (ma non tutti gli scienziati sono concordi). In ogni caso, nonostante la loro estinzione, sono stati dei campioni di resistenza. Hanno regnato imbattuti per centosessantacinque milioni di anni, un tempo record considerando che i primati ci sono da circa cinquantasei milioni di anni, mentre gli esseri umani sono apparsi solo duecentomila anni fa.

Secondo Luca Zulliger, paleontologo e direttore del Museo dei fossili di Meride, nel quale sono esposti fossili e modelli di animali più antichi dei dinosauri (interessanti le offerte di laboratori didattici e corsi per i più piccoli che si trovano sul sito www.montesangiorgio.org), la passione per gli esseri preistorici è dovuta al fatto che, oltre a essere grandi e imbattibili, non esistono più. «Da bambini si immagina questo mondo di centinaia di milioni di anni fa, scomparso per sempre. Si può fantasticare senza limiti», racconta Zulliger. «Quando vengono qui le scolaresche, ci sono giovani studenti che conoscono a memoria tutti i dinosauri, con il loro nome scientifico. Sanno esattamente come erano fatti, di cosa si nutrivano, dove vivevano. Li conoscono quasi meglio di me che mi occupo degli organismi più antichi. Infatti, il Museo dei fossili di Meride, inserito nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco, raccoglie i resti fossili trovati nelle rocce del Monte San Giorgio che, contrariamente a quanto pensano in molti, non sono dinosauri ma esemplari risalenti al Triassico medio, principalmente animali marini. Ci sono pesci e rettili che vivevano in un mare tropicale, come ad esempio lucertole acquatiche che misurano da una decina di centimetri fino a cinque metri di lunghezza. Qui, dove adesso ci sono le montagne, una volta c’era una distesa di acqua».

Come per molti altri paleontologi, la passione per gli animali preistorici di Zulliger, che collabora anche con il Museo cantonale di storia naturale di Lugano, è cominciata da bambino. «Ho avuto la fortuna, dopo avere studiato, di trovare un lavoro in quest’ambito, il che non è facile. Comunque, conosco persone adulte che, pur non facendolo di mestiere, continuano a portare avanti il loro interesse profondo. Mi ricordo di un signore anziano, mancato due anni fa, che era tra i migliori preparatori che conoscessi. Il preparatore è quello che in laboratorio libera a mano il fossile dalla roccia. Questo signore aveva una ditta edile, come attività principale, ma si era costruito un laboratorio nel garage. Noi gli facevamo i mandati per preparare i fossili, e lui se ne occupava nel tempo libero».