L'Atlante in cifre

L’Atlante geologico della Svizzera 1:25’000 copre oggi il 75% del territorio nazionale. Il primo foglio Delémont apparve nel 1930. Per completare il puzzle di 220 fogli ci vorrà almeno una dozzina d’anni. La maggior parte delle carte mancanti concerne il Ticino, la Svizzera centrale e i Grigioni. La copertura attuale nel nostro Cantone è del 65%. Dopo Mendrisio e Locarno, di imminente pubblicazione, per i rimanenti otto fogli il completamento avverrà a tappe e si concluderà dopo il 2030. I primi a uscire saranno Maggia, Osogna e Olivone, seguiti da Comologno. È appena iniziato il rilevamento per le carte geologiche di Biasca, Grono, Mesocco e Hinterrhein: la SUPSI pilota il consorzio di lavoro, cui partecipano anche studi locali. 

(swisstopo)

La geologia del Mendrisiotto

L’Ufficio federale di topografia ha presentato il nuovo tassello dell’Atlante geologico della Svizzera: è dedicato al settore più meridionale del Ticino ed è frutto di un lavoro collettivo durato anni
/ 22.04.2019
di Elena Robert

Il documento era molto atteso dagli ambienti scientifici nonché da amministratori e tecnici attivi sul territorio, per l’importanza e le particolarità dei suoi contenuti, la cui varietà e complessità ha richiesto un lungo tempo di elaborazione e verifiche. Il Servizio geologico nazionale dell’Ufficio federale di topografia swisstopo ha pubblicato il Foglio 152 Mendrisio, che copre il settore più meridionale del Ticino, tra il Ceresio e il Lario, con una parte delle province di Varese e di Como. Esso rappresenta un piccolo fondamentale contributo per la ricostruzione della storia della Terra, un nuovo cruciale tassello dell’Atlante geologico della Svizzera 1:25’000 e, naturalmente, un approfondimento della storia geologica della regione. In quanto fonte di informazioni dettagliate sul suolo e sottosuolo, è un indispensabile strumento per la pianificazione territoriale, la difesa e la salvaguardia del territorio (dai pericoli naturali, per esempio), la gestione delle risorse, per gli interventi nelle costruzioni e nella geotecnica. La carta geologica è utile anche a chi vuol capire e scoprire il territorio e il paesaggio. La sua valenza, soprattutto in una regione come il Mendrisiotto, una delle più densamente popolate in Europa e fortemente antropizzata, dovrebbe essere anche quella di renderci più responsabili nella conservazione delle nostre unicità. La necessità di una protezione più efficace dei contenuti geologici del Mendrisiotto rimane infatti quanto mai attuale.

Esito di un lavoro collettivo durato anni, il Foglio Mendrisio, con i profili geologici e le 200 pagine di Note esplicative, è frutto della collaborazione tra l’Istituto di scienze della Terra della SUPSI, il Museo cantonale di storia naturale e il prof. Daniel Bernoulli di Basilea, autore principale del documento. Il mandato e la revisione finale del lavoro sono di competenza dell’Ufficio federale di topografia swisstopo. Nessuno meglio di Bernoulli conosce il Mendrisiotto, avendo dedicato alla regione studi sull’arco di un sessantennio a cominciare dal suo dottorato sulla geologia del Generoso pubblicato nel 1964. Fin dal 1955 fu assistente del Prof. Emil Kuhn-Schnyder dell’Università di Zurigo sugli scavi del San Giorgio. Professore emerito di geologia all’ETH e all’Università di Zurigo (ha insegnato per anni anche all’ateneo di Basilea) e sempre molto attivo a livello internazionale, rimane un geologo di riferimento su scala mondiale per la sedimentologia. Fondamentali i suoi contributi, sfociati in più di 150 pubblicazioni, che spaziano dallo studio delle rocce sedimentarie, delle interazioni tra la tettonica e la sedimentazione, dell’evoluzione dei margini continentali e delle piattaforme carbonatiche, alla geologia marina, su tematiche inerenti alle Alpi, al Mediterraneo, all’Asia, all’Atlantico, avendo partecipato alle campagne internazionali di sondaggi e ricerca dei suoi fondali.

La carta geologica è il body-scanner del territorio. Attraverso simboli, linee, colori e profili ci aiuta a decifrare il presente e il passato, svelandoci come le rocce si sono formate, deformate e modellate fino a diventare il paesaggio che vediamo. La variabile del tempo accomuna l’intera evoluzione nello spazio riportato in tre dimensioni. Un’immagine efficace la dà il geologo italiano Corrado Venturini quando paragona la carta geologica allo spartito musicale. Il Foglio Mendrisio mette a fuoco la regione, sul confine, delle Alpi Meridionali, dove le deformazioni delle rocce, risalenti all’orogenesi alpina, sono state meno intense che a nord, rimanendo così preservate. Il Mendrisiotto è l’unica area in Svizzera in grado di testimoniare almeno gli ultimi 300 milioni di anni della storia della Terra in modo continuo, perché le successioni stratigrafiche non presentano praticamente interruzioni. Nella regione, ai resti di una più antica crosta continentale, si sono sovrapposti depositi magmatici e vulcanici (280-250 milioni di anni fa) e sedimenti di un antico mare. A partire da 100 milioni di anni fa, durante la collisione tra i continenti che porterà alla formazione delle Alpi, la crosta continentale e i sedimenti marini sono stati piegati. Poi il disseccamento del Mediterraneo a partire da 7 milioni di anni fa ha portato a un’erosione profonda delle paleo-valli che solcavano le Alpi Meridionali. L’avanzata dei ghiacciai è iniziata 2,6 milioni di anni fa, dando origine a una sequenza e a un ventaglio variegato di depositi.

L’unicità del territorio è data dalla grande densità, superficie e diversità dei geotopi di importanza nazionale, in tutto sette. Tra questi, tre eccellenze, che testimoniano tre mari antichi. Il sito geopaleontologico del Monte San Giorgio, patrimonio Unesco, è il migliore esempio al mondo della vita marina di una laguna del Triassico medio (240 milioni di anni fa), per la sua straordinaria ricchezza fossile. Sulla copertina del Foglio Mendrisio è del resto finito un bell’esemplare di pesce fossile del MSG, il Ticinolepis longaeva. Ai piedi del Monte Generoso, il Parco delle Gole della Breggia, istituito nel 2001, primo geoparco svizzero, presenta invece una successione di rocce marine che svela la vita dell’Oceano Tetide (tra 190 e 90 milioni di anni fa): a questo era connesso il marginale Bacino del Generoso che ha generato la montagna emblema della regione, il Generoso, con i suoi 4000 m di spessore di rocce calcaree. Il Parco Valle della Motta, con le argille marine di Castello di Sotto (Novazzano) risalenti al Pliocene (5-2 milioni di anni fa), racconta dal canto suo la storia di quest’area lambita da un Mediterraneo poco profondo che penetrava dal Golfo Padano, ultima testimonianza della presenza del mare in Svizzera.

Come nasce una carta geologica? L’abbiamo chiesto a Filippo Schenker che ha partecipato alla redazione delle Note esplicative del Foglio Mendrisio. Geologo e ricercatore SUPSI, si è specializzato in cartografia: dal 2013 sta lavorando al Foglio Osogna, in dirittura di arrivo, di cui, come responsabile scientifico, ha coordinato i rilievi. «L’elaborazione di una carta geologica è complessa e richiede anni, a volte molto di più e consiste nel dare alle osservazioni geologiche, spesso puntuali, una continuità nello spazio, e nella loro trasposizione cartacea e digitale fino alla pubblicazione. Ci si rapporta con la natura. Le incognite con le quali ci si confronta, come quelle dei tempi dei processi di formazione delle rocce e della tettonica, richiedono verifiche. A volte si conoscono i meccanismi e gli elementi costitutivi, ma non si sa con precisione come si sviluppano nel sottosuolo, in altri casi invece succede il contrario».

La carta geologica è una rappresentazione interpretativa della geologia di una regione su base cartografica. Si reperiscono i documenti disponibili: vecchie carte geologiche, lavori di dottorato e di diploma, ortofoto, modelli digitali e rilievi di terreno. Con GPS, bussola, martello, macchina fotografica, lente, carta e matite, si parte alla perlustrazione a piedi dell’area da investigare per descrivere su una prima carta di terreno, con colori e simboli, ogni cosa osservabile: dalle rocce, ai dissesti di versante, a evidenze come faglie, massi erratici, pozzi di sondaggio. Seguono studi stratigrafici, strutturali, petrografici, anche sezioni sottili per trovare piccoli indizi necessari alla ricostruzione delle successioni geologiche più antiche. Si passa quindi dalla bozza di terreno ad una carta completa topografica in bella copia 1:10’000 dove sono riportate a mano le tessere del mosaico di informazioni, profili compresi: «I dati devono collimare, altrimenti si ritorna sul terreno per verifiche ulteriori» precisa Schenker. Dalla scansione in digitale della stessa, con i software disponibili, il tutto viene «ricalcato» e ricontrollato digitalmente fino a ottenere la bozza del foglio digitale.

La delicata revisione finale, cioè il controllo scientifico e di qualità, viene svolto a Wabern e spetta al redattore di swisstopo, nel caso del Foglio Mendrisio il geologo Stephan Dall’Agnolo. Le informazioni vengono valutate, selezionate, sintetizzate e riportate sulla carta topografica a scala 1:25’000, con i dati utili alla comprensione e lettura del documento.

Bibliografia e informazioni
Bernoulli D., Ambrosi C., Scapozza C., Castelletti C., C. & Wiedenmayer F., Foglio 1373 Mendrisio (parte est) con parte ovest del Foglio Como, Carta 152 dell’Atlante geologico della Svizzera 1:25 000, Ufficio federale di topografia swisstopo, Wabern, 2017

Bernoulli D., Ambrosi C., Scapozza C., Stockar R., Schenker F.L., Gaggero L., Antognini M. e Bronzini S., Foglio 1373 Mendrisio (parte est) con parte ovest del Foglio Como, Note esplicative 152, Atlante geologico della Svizzera 1:25 000, Ufficio federale di topografia swisstopo, Wabern, 2018

www.swisstopo.ch/geolatlas  
http://map.geo.admin.ch
www.ti.ch/mcsn 
www.supsi.ch  

Rudolf Stockar e Daniel Bernoulli, La geologia del Monte Generoso. Tracce di un oceano e anatomia di una montagna, da La scoperta del Monte Generoso, a cura di Paolo Crivelli e Silvia Ghirlanda, Museo etnografico della Valle di Muggio, Armando Dadò editore, 2011

Rudolf Stockar, Guida geologica al Parco delle Gole della Breggia, Parco delle Gole della Breggia e Museo cantonale di storia naturale, 2003

Heinz Furrer e Alessia Vandelli, Guida al Museo dei fossili del Monte San Giorgio, Meride, Fondazione del Monte San Giorgio, 2014

Escursione geologica per il pubblico lungo le Gole della Breggia, domenica 26 maggio 2019 (9.30-16.00), tra Morbio Superiore e Balerna. Guide: Prof. Bernoulli, Prof. Ambrosi, Dr. Stockar, co-autori del Foglio 152 Mendrisio dell'Atlante geologico della Svizzera 1:25 000. Iscrizione: info(at)swisstopo.ch (+41 58.469 01 11) e infogeol(at)swisstopo.ch (+41 58 469 05 68)