La Fonte guarda al futuro

La Fondazione impegnata da sempre a favore delle persone adulte con disabilità festeggia i 40 anni di attività e rinnova la sua sede di Neggio
/ 28.09.2020
di Stefania Hubmann

Sarà un edificio sobrio e funzionale con spazi flessibili in cui gli utenti della Fondazione La Fonte potranno muoversi in sicurezza con la massima libertà possibile. La nuova casa con occupazione Fonte 3 sorgerà a Neggio nei prossimi tre anni al posto degli stabili occupati attualmente. Di questi, solo la storica Villa Soldati, bene architettonico protetto a livello locale, rimarrà al suo posto; i suoi spazi saranno liberati al termine dei lavori. Il grande sedime di proprietà della Fondazione Giuseppe Soldati ospiterà anche un’area di incontro e svago aperta alla comunità di Neggio. Con l’approvazione da parte del Gran Consiglio di un credito di quasi 5 milioni di franchi, il progetto, il cui investimento complessivo è di poco superiore agli 11 milioni, può ora entrare nella fase esecutiva.

La casa Fonte 3 ospita 21 utenti in prevalenza fra i 50 e i 65 anni, di cui solo 5 trascorrono la giornata in centri diurni esterni gestiti dalla medesima Fondazione o da altri enti con scopi analoghi. La maggior parte dei residenti rimane a Neggio, dove vengono proposte sull’arco della settimana una quindicina di attività. Fonte 3 è infatti una casa con occupazione inserita in una rete di otto strutture che accompagnano 150 persone adulte con disabilità cognitive, fisiche, sensoriali o con disturbi psichici. Oltre a Neggio, si contano altre due residenze abitative, a Lugano e Agno. In quest’ultimo Comune ha inoltre sede un centro diurno e un laboratorio multidisciplinare, mentre ulteriori opportunità lavorative sono offerte nell’azienda agricola protetta di Vaglio, in un laboratorio di panetteria-pasticceria e nei suoi due punti vendita con snack bar a Lugano e alla SUPSI di Manno. Pure presente nella regione una rete di appartamenti protetti. A Neggio si stanno liberando due dei tre stabili che saranno abbattuti per far posto al nuovo edificio. Gli uffici amministrativi della Fondazione sono già stati trasferiti a Lugano, in posizione più centrale rispetto all’insieme delle strutture, mentre le scuole elementari sono state spostate ad Agno.

La proprietà collinare, che abbiamo visitato nelle scorse settimane, vede infatti attorno alla parte posteriore dell’antica dimora della famiglia Soldati un insieme eterogeneo di costruzioni: scuola elementare, palestra, convitto (parte principale della Fonte 3). Quest’ultimo rimarrà aperto durante i lavori per evitare il trasferimento degli utenti e verrà demolito quando sarà agibile la nuova sede. «La casa è aperta dal 1986, per cui gli ospiti hanno sviluppato con questo luogo un legame emotivo profondo», spiega il direttore della Fondazione La Fonte, Matteo Innocenti. «Anche se gli edifici sono collegati fra loro, l’insieme si rivela sempre più inadatto alla vita e all’accompagnamento di utenti che con il passare degli anni necessitano un’accresciuta assistenza. Vanno inoltre menzionati gli alti costi di gestione e i sempre più ricorrenti onerosi interventi di manutenzione degli edifici ormai datati». Il nuovo progetto, firmato dall’architetto Emanuele Saurwein, risponde quindi alle attuali esigenze di presa in carico di queste persone e alla sfida di continuare a sostenerle nel processo di invecchiamento. Con la Fondazione Giuseppe Soldati è stato raggiunto un accordo per un diritto di superficie di 60 anni.

Quali sono la visione e le caratteristiche della nuova sede? Risponde il direttore: «Si tratta di un edificio a tre livelli accogliente e luminoso che valorizza la dimensione del benessere, minimizzando il carattere istituzionale e facilitando le relazioni sociali come pure la condivisione delle esperienze. Nell’insieme offre quindi un ambiente di vita più simile a una casa. Il pianterreno ospita i locali tecnici e quelli per le attività comuni, dagli atelier alle terapie, dalla sala multifunzionale al porticato aperto sul giardino. Ai livelli superiori trovano posto due appartamenti per piano, ognuno con una piccola cucina per le attività legate a questo ambito. Oltre a garantire sicurezza e facilità di movimento agli utenti, il nuovo edificio assicura spazi flessibili che facilitano l’accompagnamento nel tempo delle persone con disabilità. Notiamo già oggi difficoltà di deambulazione, l’insorgere di disturbi legati all’orientamento e più in generale una progressiva diminuzione delle capacità». Rilevante, infine, la sistemazione esterna con un’area dedicata allo svago che vuole anche essere punto d’incontro con la popolazione locale grazie alla presenza di un passaggio pedonale. Questo contatto con la comunità compenserà la perdita della presenza della scuola elementare.

Molto apprezzata dagli utenti che necessitano un ambiente di vita tranquillo, la casa Fonte 3 è gestita da un team di 25-30 operatori suddiviso in due gruppi di lavoro che si occupano rispettivamente dell’aspetto residenziale e di quello occupazionale. Si tratta di assicurare agli utenti sull’arco della giornata una varietà di stimoli che tenga in considerazione interessi e capacità dei singoli. Le attività spaziano dal campo artistico a quello ludico, dalla cucina al movimento. Nella nuova casa i posti per le persone disabili potranno essere aumentati di tre unità. Grazie alla suddivisione in quattro piccole unità abitative, sarà possibile creare un’atmosfera più familiare e attuare una composizione più omogenea dei rispettivi gruppi.

Dal punto di vista finanziario, l’ingente investimento sarà coperto dal contributo cantonale nella misura di 4’832’100 franchi. Ciò corrisponde al 70% della spesa riconosciuta finanziabile secondo la Legge sull’integrazione sociale e professionale degli invalidi (LISPI). L’attività della Fondazione La Fonte è in parte finanziata dal Cantone sulla base di un contratto di prestazione. Tramite mezzi propri, crediti e un’operazione di raccolta fondi mirata (in fase di avvio) la Fondazione provvederà a coprire il restante fabbisogno per la nuova costruzione, pari a circa 6 milioni e 300mila franchi. Alla sua guida da quattro anni, Matteo Innocenti si è dedicato a realizzare «la nuova visione della Fonte insieme al personale e agli utenti, nel rispetto della sostenibilità finanziaria delle attività svolte».

Nel messaggio governativo approvato dal Gran Consiglio si evidenzia come tutte le attività della Fondazione La Fonte siano riconosciute nella Pianificazione 2019-2022 delle strutture e dei servizi per invalidi adulti. Più precisamente si stima per tale periodo in tutto il Canton Ticino un fabbisogno di 160 nuovi posti, di cui 70 con presa a carico diurna, 10 notturna e 80 diurna e notturna. Posti che interesseranno soprattutto una casistica psichica e intellettiva. Con il nuovo progetto la Fondazione La Fonte, che festeggia nel 2020 40 anni di impegno a favore delle persone disabili adulte, si prepara ad affrontare le sfide del futuro, caratterizzato dall’aumento della speranza di vita dei suoi utenti con conseguente crescita dei loro bisogni assistenziali.