Nel nostro Paese il castoro è scomparso all’inizio del XIX secolo a causa della caccia intensiva. Dalla sua reintroduzione, negli anni Cinquanta del 900, il roditore è annoverato fra le specie protette e da allora si è ampiamente diffuso colonizzando i principali fiumi e laghi dell’Altipiano (v. «Azione» dell’8 agosto 2011 e del 2 novembre 2015).
È innegabile che oggi sia dunque sempre più presente in Svizzera. Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), che lo monitorizza attraverso il programma Strategia del castoro, negli ultimi decenni questo mammifero roditore si è così diffuso su tutto il nostro territorio che, a 60 anni dalla reintroduzione della specie, in Svizzera ne vivono attualmente 2800 esemplari. Il suo spazio vitale ideale è rappresentato dai corsi d’acqua lenti e gli specchi d’acqua stagnanti, con sponde che si prestano a essere scavate, situati al di sotto dei 700 metri di altitudine.
«Questo mammifero roditore costruisce dighe, canali e cataste, e abbattendo alberi contribuisce in maniera rilevante a modellare il paesaggio vicino ai corsi d’acqua», ci viene spiegato dagli studiosi del castoro che gli riconoscono la creazione di «una grande varietà di nuovi habitat», insieme al fatto che questo animaletto svolge un ruolo importante per la biodiversità nei corsi d’acqua e lungo le sponde.
Entrata in vigore nel 2004, la Strategia del Castoro stabilisce i principi di gestione della popolazione di questa specie in continua espansione nel nostro Paese, essa vuole fare in modo che in Svizzera possa installarsi una popolazione di castori in grado di sopravvivere a lungo temine. «La Strategia illustra gli effetti positivi delle attività del castoro sulla biodiversità all’interno e lungo le sponde di corsi e specchi d’acqua, come pure i possibili conflitti che possono venirsi a creare a causa della sua presenza», spiega l’Ufam che, attraverso questo procedere, stabilisce altresì criteri uniformi per l’attuazione di misure di prevenzione e per il risarcimento dei danni causati dal roditore.
Definisce infine i criteri per le misure relative alle dighe e alle tane dei castori, come pure alle popolazioni di questa specie. Si tratta di un cosiddetto «aiuto all’esecuzione» a uso dei Cantoni per permettere l’attuazione delle disposizioni giuridiche in materia, con l’intento di garantire la protezione degli animali e ridurre al minimo i conflitti con l’uso antropico. «Poiché il castoro non ha ancora colonizzato tutti gli spazi vitali a lui idonei, c’è da attendersi una sua ulteriore diffusione nei prossimi decenni», ribadisce l’Ufam e perciò lo monitorizza con cura.
Lo scorso mese di settembre la Strategia è stata adattata alle attuali esigenze, illustrandone le principali modifiche, a cominciare dall’aspetto che tocca i conflitti con il castoro: «I corsi d’acqua con una fascia spondale abbastanza larga contribuiscono in misura sostanziale a prevenire i conflitti con i castori. Ora la Strategia tiene conto della legge sulla protezione delle acque che prevede la delimitazione di uno spazio riservato alle acque e la rivitalizzazione delle stesse, al fine di ridurre al minimo i danni causati da questi roditori».
Grande importanza assumono le misure di prevenzione delle problematiche indotte proprio dal castoro: «Sia il roditore, sia le sue dighe e tane sono protette a livello giuridico. La Strategia illustra le misure tecniche (come la regolazione delle dighe) o gli interventi nell’habitat del castoro (rivitalizzazione delle acque) o sulla consistenza numerica delle popolazioni (con l’allontanamento dei singoli castori) che consentono di evitare danni».
Per questo, i servizi cantonali specializzati forniscono consulenza ai gestori e ai proprietari fondiari per l’attuazione. Fino a oggi la competenza per gli interventi sulle dighe e le tane dei castori non era chiaramente definita: «Secondo la Strategia, occorre oggi un’autorizzazione cantonale, mentre la decisione dell’eventuale abbattimento di singoli castori che hanno causato gravi danni spetta sempre all’Ufam». Infine, l’adattamento della Strategia passa attraverso la nuova regolazione degli interventi volti a limitare il numero di castori: «Con l’accordo dell’Ufam, in caso di serio pericolo per le infrastrutture di interesse pubblico, il Cantone può allontanare tutti i castori da un tratto di fiume a rischio».
Questo adeguamento è stato introdotto in seguito alla modifica del 2012 dell’ordinanza sulla caccia, mentre l’Ufam sottolinea come tutti questi interventi siano limitati: «Dovranno lasciare un margine di tempo sufficiente per attuare soluzioni di prevenzione durature. Vivere con il castoro è dunque possibile, anche grazie alle misure di prevenzione e di gestione che l’Ufam ha aggiornato di recente e che sono entrati in vigore il 5 settembre scorso. Senza dimenticare l’importanza che questo roditore assume come “uno dei principali architetti del paesaggio, costruendo dighe e influenzando, su grandi superfici e nel lungo periodo, la vegetazione e il regime idrico”. Le sue attività promuovono la diversità strutturale e la dinamica naturale, quindi la biodiversità, di cui beneficiano numerose specie animali e vegetali».