Incontrare la sessualità

Le scuole cantonali hanno adottato un nuovo manuale di educazione sessuale. Intervista a Barbara Bonetti coordinatrice del gruppo redazionale
/ 28.11.2016
di Roberta Nicolò

La sessualità fa parte della vita e occorre conoscerla per poterla vivere al meglio. Ma il tema tocca la sfera più intima delle persone e questo lo rende un argomento particolarmente delicato, soprattutto quando se ne parla ai più giovani. Oggi l’educazione sessuale si trova a dover rincorrere le nuove esigenze dettate dalla contingenza. Cambiano gli usi, ma cambiano anche le conoscenze e le competenze di chi si occupa di questo tema a scuola. Proprio per questo il Cantone ha deciso di redigere un nuovo testo più adatto ai giovani del nostro tempo. L’incontro è entrato nelle scuole a settembre dopo un lungo lavoro di redazione, ci spiega Barbara Bonetti coordinatrice del gruppo redazionale.

Barbara Bonetti, come avete lavorato alla redazione de L’incontro?
Arrivare ad una forma che mettesse d’accordo tutti gli attori chiamati a lavorare sulla sua stesura è stato un compito difficile. Le sensibilità di cui tenere conto, per poter sviluppare un progetto valido e completo, sono molteplici. Ci siamo interrogati sulle modalità migliori con cui affrontare i vari aspetti della sessualità e ne abbiamo lungamente dibattuto. Alla fine siamo arrivati a un libro di testo che riteniamo uno strumento valido per iniziare a intavolare delle discussioni costruttive con ragazze e ragazzi delle scuole medie del Cantone. 

Come è cambiata l’educazione sessuale in Ticino?
Le cose sono cambiate molto. La società è cambiata e la sessualità permea la quotidianità. Negli anni Settanta si parlava soprattutto di contraccezione, mentre negli anni Ottanta, con l’arrivo dell’AIDS, è stata messa in primo piano la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili. Tutto era visto come un pericolo e si dovevano quindi prevenire possibili rischi. La sessualità è invece parte della vita. È l’inizio della vita stessa e quindi, come parte integrante della crescita e della maturazione dei ragazzi, occorre offrire un’educazione che dia informazioni corrette e adatte all’età degli allievi. Il compito è quello di dare degli strumenti adeguati a far sì che il giovane diventi un adulto in grado di gestire serenamente la propria sessualità. Oggi la sessualità è sempre più presente, visibile e accessibile nella società, e lo è in modo mercificato. L’educazione sessuale ha quindi bisogno di essere attualizzata, proprio per far fronte alle nuove esigenze. Un lavoro da fare insieme, scuola e famiglia, per poter essere davvero efficaci. Il Ticino ha deciso di non delegare l’educazione sessuale in aula a esperti esterni alla scuola, come avviene per esempio nella Svizzera francese, questo perché si è ritenuto importante dare ai docenti la possibilità di tematizzare, aprire delle discussioni o offrire degli spunti per parlare di sessualità. Un modo più naturale nel quale i ragazzi possono confrontarsi con un adulto di riferimento al quale chiedere e con il quale dialogare diventa consuetudine. Questo stimola anche i docenti a formarsi e ad essere più sensibili verso queste tematiche.

Il nuovo testo lascia molto spazio alla componente affettiva e alle relazioni. Come mai questa scelta?
La sola ottica preventiva tendeva a intimorire e un individuo spaventato non è ricettivo. Non riesci ad evitare i pericoli se non hai abbastanza fiducia in te stesso o se la tua autostima è troppo bassa. Quindi, andando oltre la sola prevenzione, siamo entrati in un concetto più completo, per offrire ai giovani la possibilità di conoscere sé stessi e affrontare anche la sessualità con maggiore consapevolezza. Ci siamo interrogati molto sugli aspetti morali. Abbiamo pensato a quale messaggio volevamo dare agli adolescenti. Non è nostro compito dettare dogmi di ordine morale, ma fare l’amore ti pone, per forza di cose, in una relazione e, anche senza voler fare del moralismo, occorre ricordare loro che ci vuole sempre rispetto. L’atto sessuale è un incontro nel quale dobbiamo avere chiaro chi siamo e cosa vogliamo e dobbiamo essere chiari anche con la persona con la quale ci rapportiamo. Per ragazzi e ragazze è spesso complicato orientarsi tra le emozioni e i sentimenti, per questo manifestare le proprie intenzioni e ascoltare le esigenze dell’altro è segno di rispetto reciproco e va insegnato. Inoltre, per esempio, abbiamo inserito anche il tema del rapporto con i propri genitori, la casa è un altro luogo dove i giovani possono parlare e all’interno della quale trovare risposte e sostegno.

Ci sono capitoli in cui si chiariscono termini quali identità sessuale, orientamento sessuale, ruolo di genere. Un lessico sul quale, anche gli adulti, tendono a far confusione. Quale è l’importanza del corretto uso delle parole in questo contesto?
Lavorare sul lessico è stato utile anche a noi. Spesso non si sa cosa significhi un termine e inoltre circolano tantissime leggende metropolitane che creano solo maggior confusione. Abbiamo deciso quindi di fare ordine e offrire agli allievi la possibilità di avere delle definizioni chiare e puntuali. Omosessuale, per esempio, non è sinonimo di effemminato. Anche sul ruolo di genere spesso c’è confusione. Oggi è importante ricordare che una donna non deve per forza stare a casa o fare la mamma a tempo pieno, ma che ci sono molte donne che lavorano. È una realtà nella nostra società, così come ci sono uomini che aiutano nelle faccende domestiche. Parlare di questo con i giovani significa parlare della realtà che li circonda, vuol dire analizzare un contesto. Ma è anche importante ricordare che questi ruoli possono essere maggiormente distinti a seconda delle culture e dei periodi storici. In questo non si dà mai un giudizio di valore, va bene la donna che lavora, così come va bene quella che sta a casa. La cosa che si sottolinea è la possibilità di scegliere. La libertà di decidere.

Il libro vuole essere uno strumento non solo per i giovani ma anche per l’adulto. Perché?
Il testo è corredato da alcune proposte di lavoro che si trovano su un portale web destinato ai docenti, che danno degli spunti per stimolare le discussioni con ragazze e ragazzi. Il testo offre una linea base che permette di interrogarci, di riflettere. Ci propone di prendere il tempo necessario per farlo e per parlare con i nostri allievi o con i nostri figli. Questo consente finalmente all’adulto, che sia il docente o il genitore, di essere coinvolto e non escluso dalla loro crescita. È una buona lettura anche per le mamme e i papà.