In missione per conto di Madre Natura

Progetti del futuro - Salvaguardia degli impollinatori: agricoltura produttiva e biodiversità possono e devono convivere grazie a progetti e interventi mirati al sostegno di questi piccoli, ma indispensabili animali
/ 23.09.2019
di Amanda Ronzoni

La cronaca ormai quotidiana ce lo dice sempre più spesso: gli animali impollinatori sono in pericolo. Ci accorgiamo sempre tardi, noi Sapiens Sapiens, che niente a questo mondo è per caso. Schiaccia questo perché è brutto, scaccia quello perché è fastidioso, caccia quell’altro ancora perché secondo la tradizione porta male. Di questo passo ci stiamo facendo terra bruciata intorno. Di più: ci stiamo scavando la fossa. Animali impollinatori, dicevamo. Ebbene, hanno un ruolo fondamentale, una «missione» per conto di Madre Natura che garantisce la vita. A tutti. Anche a noi. Che invece, senza pensieri, tagliamo, diserbiamo, estirpiamo, cementifichiamo, incuranti delle ripercussioni che questo può avere sugli altri inquilini del pianeta (e alla lunga anche su noi stessi). 

Per fortuna da più parti qualcuno ha cominciato a preoccuparsi e a pensare come fermare il declino di queste specie, che hanno una loro precisa funzione, belli o brutti che siano, che ci piacciano o no. E non si tratta di funzione da poco. Il loro lavoro, che consiste nel trasferire i pollini tra le parti maschili e femminili dell’apparato riproduttivo delle piante, è vitale per la fertilizzazione e la riproduzione delle stesse. Giusto per dare un ordine di grandezza, l’80 per cento dei campi in Europa dipende dagli insetti per l’impollinazione. 

Le cause principali del declino di questi animali sono l’utilizzo di pesticidi, l’inquinamento ambientale, l’impoverimento della biodiversità dei terreni destinati all’agricoltura intensiva, la cementificazione, il cambio di destinazione d’uso dei terreni e l’urbanizzazione. I cambiamenti climatici hanno il loro peso, così come l’arrivo di specie esotiche invasive; gli agenti patogeni, a questo punto, hanno facile gioco e fanno stragi. Tra gli impollinatori più colpiti ci sono le api, sia quelle selvatiche sia le domestiche, e con loro soffre il comparto dell’apicoltura.

Anche la Svizzera è stata interessata da importanti perdite che hanno cominciato a decimare le colonie di api da miele a partire dall’inizio del nuovo secolo. Per far fronte a questa emergenza, dal 2013, accanto allo storico Centro di ricerche apicole (CRA) di Liebefeld, fondato nel 1907, sono attivi anche i ricercatori del Servizio sanitario apicolo (SSA) e dell’istituto sulla salute delle api («Institute of Bee Health», IBH) dell’Università di Berna. Il CRA, allo scopo di migliorare il benessere delle api, in particolare della Apis mellifera, a livello globale, ha dato vita a Coloss, un network internazionale per prevenire perdite nelle colonie di api da miele, il quale riunisce oltre 1261 ricercatori di 95 Paesi.

E se c’è chi, correndo ai ripari, ha persino fiutato il business nello sviluppo di api robot (droni miniaturizzati), i ricercatori stanno invece cercando di salvaguardare la specie, in particolare, ma anche tutti gli impollinatori in generale, studiando piani per la creazione di corridoi ecologici ad alta biodiversità, il mantenimento di fasce di rispetto vegetate a protezione dei corsi d’acqua, e il recupero di aree marginali tra zone coltivate e perimetri urbani o industriali. Il ripristino di aree non coltivate o trattate, ma invece ricche di varietà diverse di piante e fiori graditi a questi animali, è una chiave. 

Ci ha scommesso anche Sygenta, multinazionale svizzera, con sede a Basilea, attiva nel ramo dei prodotti fitosanitari e delle sementi, che da quasi vent’anni sta portando avanti un progetto, denominato Operation Pollinator, che dopo la fase di ricerca partita nel 2001 in UK, ha coinvolto più di sedici Paesi europei, ma anche USA, Canada, Cile, Brasile, Corea del Sud, per un totale di cinque milioni di ettari di terre recuperate, oggi fonte di pollini, nettare e cibo fondamentali per il mantenimento delle diverse specie di animali impollinatori.

A livello internazionale, numerosi studi (come quello di Nature - Ecology & Evolution) hanno svelato che anche i giardini urbani sono più importanti di quel che si possa credere per la salvaguardia di questi animali. E se il 94 per cento dei rispondenti a una pubblica consultazione dell’UE pensa che il declino degli impollinatori sia allarmante, si stanno moltiplicando sia le iniziative dei legislatori, sia quelle di associazioni e organizzazioni, pubbliche e private, come ad esempio Impollina-MI per la città di Milano, o Polli:Nation per le scuole in UK, ancora i progetti per la difesa delle api della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, mentre a Berna, dal 23 al 25 ottobre 2019 si svolgerà il 14esimo Simposio Internazionale su «Pericoli dai pesticidi per le api».