Che la ripresa delle attività sportive di punta, quelle con il grande pubblico, sarebbe stata difficoltosa, lo avevamo più volte sottolineato. Non certo perché siamo dei veggenti, o dei fini analisti, ma perché le cifre relative alla pandemia non lasciavano presagire orizzonti sereni. Tuttavia, il mondo dello sport si è rimboccato le maniche, ci ha dato, e ci ha dato, pur di sentirsi vivo. In taluni casi la battaglia contro il virus, contro le nuove norme di protezione, e con le Autorità chiamate a farle rispettare, è stata alimentata dall’istinto di sopravvivenza. O si riprende, o si chiude. O ci date il pubblico, o rischiamo di non farcela.
Così è stato per i vari campionati di calcio. Immagino i salti di gioia dei dirigenti del Servette, una volta appreso che nello stadio di Ginevra potranno accomodarsi fino a 20mila spettatori. Così è stato pure per il nostro campionato di hockey su ghiaccio. Quindi, via a riadattare spalti e tribune affinché ossequiassero le norme anti-Covid. In alcuni casi, penso ad esempio alla recente decisione di giocatori e staff dell’Ambrì Piotta, si è giunti persino al decurtamento condiviso dei salari. Nella busta paga dei Biancoblù entrerà il 22 per cento in meno di quanto è previsto dal contratto.
C’è anche chi è sceso, passatemi il termine, sul campo di battaglia, per il puro e semplice gusto della sfida. Sul finire del 1995, il Velo Club Monte Tamaro, allora presieduto da Rocco Cattaneo, aveva ereditato in extremis l’organizzazione dei Mondiali di ciclismo su strada. In meno di un anno fu allestita un’edizione extralusso della rassegna iridata. Meno di tre mesi fa, lo stesso Club, guidato dal presidente Marzio Cattani, è partito all’assalto degli Europei di Mountain Bike. Senza dubbio un onere inferiore, ma, l’eventuale e auspicabile successo, in piena era Covid, sarebbe da inserire nel Guinness dei primati, anzi nel libro dei Miracoli.
Le premesse ci sono. Superata la fase delle estenuanti negoziazioni relative al concetto di protezione, tutto è ormai pronto. Fra tre giorni, nel tardo pomeriggio di giovedì, andrà in scena il Team Relais, la staffetta, una specialità che negli ultimi anni ha più volte sancito la supremazia della Mountain Bike svizzera. Tutto lascia presagire che anche sull’affascinante ed esigente tracciato del Monteceneri, la storia possa ripetersi.
I due allenatori nazionali, Bruno Diethelm per gli uomini, e Edi Telser per le donne, hanno selezionato il top. Perché si tratta di un Campionato Europeo che si corre in casa. Perché si tratta di una stagione cortissima, concentrata in sole tre settimane di competizione, quindi nulla va sprecato. Ecco, quindi, che ai piedi del Monte Tamaro, dal 15 al 18 ottobre potremo vedere in azione i migliori Biker del continente, su tutti l’otto volte Campione mondiale, e campione Olimpico in carica, Nino Schurter. L’asso grigionese guiderà una nazionale agguerritissima, sia in campo maschile, sia in quello femminile.
E poi vedremo Lars Forster, i fratelli Flückiger, Mathias e Lukas, Frischknecht Junior, Thomas Litscher, ma anche Filippo Colombo, che si è lasciato alle spalle l’ultima stagione da U23, in cui è stato, con regolarità disarmante, eterno secondo: ai Mondiali, agli Europei e nella classifica generale di Coppa del Mondo. Pippo scalpita. Del tracciato su cui si giocheranno le medaglie, conosce ogni radice, ogni sasso, ogni salto. Solo l’eccessiva pressione potrebbe giocargli un cattivo scherzo, ma credo che l’esperienza del Mondiale del 2018 a Lenzerheide, in cui, per una questione più emotiva che atletica, giunse lontano dal podio, sia stata un utile insegnamento.
Per il Ticino, vedere confermato il valore di un suo atleta, sarebbe motivo di fierezza e di coinvolgimento. Purtroppo ad assistere alle performances dei rossocrociati, e delle rossocrociate – non dimentichiamo infatti le soddisfazioni che potrebbero darci Jolanda Neff, Sina Frei e Alessandra Keller – non ci sarà la folla oceanica del Mondiale del 2003. Poco importa. Chi, nel frattempo, sarà riuscito ad accaparrarsi uno dei circa 600 biglietti a disposizione, gli Europei, se li godrà da vicino. Gli altri potranno consolarsi con le riprese griffate RSI che proporranno le dirette di tutte le prove di Cross Country del WE.
Dal canto suo, il Velo Club Monte Tamaro uscirà comunque vincitore. Ditemi voi quale altra società di paese riesce a far selezionare sei suoi atleti in due delle Nazionali più forti al mondo? Filippo Colombo (Elite), Janis Baumann, Linda Zanetti e Giulia Alberti, vestiranno in rossocrociato, mentre Juri Zanotti e Andreas Vittone sfoggeranno la casacca azzurra. Ecco perché Marzio Cattani, il presidente, Daniele Zucconi, il pioniere, e tutta la brigata giallonera, hanno voluto lanciarsi in un’impresa così titanica, così impossibile, ma in fondo così realizzabile.
Tutto risulta più leggero, quando si è guidati dal desiderio di fornire dei modelli alla schiera di giovani che inforca la bike e tenta di imitare le gesta dell’icona Nino Schurter, il più grande di sempre.