Un sistema naturale in mutazione perenne, composto da sorgenti, fiumi, cascate, grotte e caverne ha dato vita a un ambiente unico e rigoglioso. Si rimane talmente affascinati dalle trasformazioni che la natura impone all’ambiente, e c’è così tanto da osservare sopra e sott’acqua, che talvolta è difficile decidere dove concentrare l’attenzione.
Come abbiamo già scritto nella prima parte del reportage (apparsa su «Azione 22» del 27 maggio 2019), il Brasile ospita la più vasta pianura alluvionale del pianeta, il Pantanal, ed è solcato da alcuni dei maggiori fiumi: il Rio delle Amazzoni, il Paranà e il São Francisco. All’estremo sud di questa area, vicino al confine con la Bolivia e il Paraguay, troviamo la Sierra da Bodoquena, un grande plateau di rocce carsiche che appartiene al bioma del Cerrado, una vasta savana.
Le rocce calcaree che formano la Sierra da Bodoquena si dissolvono facilmente nell’acqua dolce proprio perché ricoperte dalla foresta di latifoglie. Il carbonato di calcio delle rocce calcaree, infatti, è praticamente insolubile in acqua ; diventa solubile se entra in contatto con la decomposizione al suolo delle sostanze organiche provenienti dalla foresta. In tal caso avviene una reazione chimica che porta alla trasformazione del carbonato di calcio insolubile in bicarbonato di calcio che è solubile, e quindi può venire asportato in soluzione dalle acque superficiali e sotterranee, che lo trascinano via e lo allontanano dalla roccia.
Le acque piovane colpiscono le rocce, esercitando un’azione erosiva di tipo meccanico, cioè con lo sgretolamento e l’asportazione delle particelle. Inoltre, esercitano la loro azione di dissoluzione insinuandosi nelle fratture delle rocce e ampliandole sempre più; con il tempo si formano cunicoli e cavità dove l’acqua può scorrere liberamente e velocemente. Ne nasce un sistema idrico sotterraneo all’interno della roccia calcarea, che forma caverne, grotte, cascate, fiumi che scorrono parzialmente sottoterra e con una trasparenza incredibile.
I vari aspetti carsici (doline, caverne, inghiottitoi e sorgenti, eccetera) sono suddivisi in sei diverse unità morfologiche. Nella parte più occidentale della Sierra, il labirinto carsico è caratterizzato da un appiattimento del suolo e da diffuse infiltrazioni attraverso fratture verticali. Nella zona nord, la morfologia carsica è nascosta dai grandi alvei fluviali che si sviluppano in pianure alluvionali e canyon.
A est, l’aspetto predominante è caratterizzato dagli altipiani carsici con doline, il suolo è ricoperto da uno spesso strato di terreno con alcune piccole colline. Ci sono depositi di tufo nel sistema di drenaggio fluviale e altri depositi più antichi si manifestano con terrazze risalenti all’era neozoica, pertanto abbastanza recenti geologicamente parlando. Nell’area sud-est ci sono pianure di arenaria con innumerevoli doline, il che evidenzia la presenza di suolo carsico sottostante.
Il percorso dei fiumi inizia da sorgenti carsiche e si sviluppa lungo tutto il plateau in direzione delle pianure più basse. Le acque di una trasparenza impressionante sono ricche di bicarbonato che alimenta l’accumulo di depositi di tufo calcareo di grande bellezza e di notevole attrazione turistica.
Poiché il suolo è carsico, le acque dei fiumi e ruscelli scorrono sopra e dentro uno dei filtri naturali più efficienti che il pianeta dispone; le impurità sono depositate sul greto e ne risulta una trasparenza fra le maggiori al mondo, come se fossero acquari naturali.
Le risorgive sono perle di bellezza, nascoste dalla fitta foresta del Cerrado. Facendo snorkeling a Baia Bonita abbiamo osservato parecchie specie di pesci, incluso i piraputanga (Brycon hilarii), i dourados (Salminus brasiliensis), i pacu (Piaractus mesopotamicus), i cachara (Pseudoplatystoma fasciatum) e il matogrosso (Hyphessobrycon eques) un piccolo pesce dalla livrea rosso acceso. Prima d’ora, non avevamo mai nemmeno sentito nominare questi animali, che sono simili a pesci gatto, a carpe e trote.
I pesci ricoprono un ruolo di grande rilevanza per la biocenosi dell’area, soprattutto i pesci frugivori. Essi mangiano prevalentemente frutti e semi, e di conseguenza distribuiscono i semi in vaste aree.
L’abbondanza di frutta è un elemento importante per la catena alimentare. Abbiamo potuto osservare con i nostri occhi la voracità dei pesci frugivori, come i piraputanga (nel doppio ruolo di predatore e di preda), e quella dei pesci carnivori, come il bellissimo dourado (come predatore). I dourados, conosciuti con il nome di River Tiger, hanno l’abilità di saltare fuori dall’acqua con facilità. Possono crescere sino a circa un metro di lunghezza e pesare sino a 30 kg. Hanno un’indole aggressiva, con potenti mascelle e denti affilati.
Il fondo delle risorgive è delimitato da bellissima vegetazione sub-acquatiche, color smeraldo, che crea bellissimi contrasti con l’azzurro dell’acqua.
Alcuni fiumi annoverano cascate generate dall’accumulo contro le rocce calcaree dei tronchi e rami del Cerrado circostante, e pertanto dalla grande concentrazione nell’acqua di carbonato di calcio. Sul greto dei fiumi ricoperti da vegetazione abbiamo osservato le razze di acqua dolce, l’unico gruppo di elasmobranchi (tipi di squali del Paleozoico) che si è adattato a vivere esclusivamente in questi ambienti. Prima di intraprendere questo viaggio, non sapevamo dell’esistenza di queste razze. Come la maggior parte dei subacquei, credevamo che questi animali vivessero solamente nell’acqua marina.
In Sud America, le razze di acqua dolce presentano caratteristiche biologiche ed ecologiche uniche, sebbene poco studiate. In Brasile c’è la maggiore concentrazione di specie, all’incirca quindici. Così come quelle marine, questi animali sono molto timidi. La loro capacità di imitare il substrato dove vivono e pertanto di camuffarsi deriva dal comportamento bentonico; trascorrono la maggior parte del tempo immobili, accuratamente nascoste sul fondale, aspettando le loro prede.
In questo ecosistema così fitto di vegetazione, non dobbiamo mai dimenticarci di guardarci attorno e allungare lo sguardo alle nostre spalle: caimani e anaconda possono essere nascosti ovunque. Solitamente sono molto timidi e nuotano via velocemente, ancor prima di riuscire a vederli.
Come in molte aree in Brasile, abbiamo dovuto chiedere il permesso al proprietario del terreno prima di effettuare qualsiasi attività. Le fazende hanno una vastità enorme, anche oltre 5mila ettari, con allevamenti di bovini di dimensioni inimmaginabili. Le trattative richiedono tempo e pazienza, oltre al pagamento di un importo ai fazendeiros; è il prezzo da pagare per poter accedere al fiume e godere della bellezza della natura selvaggia.
Abbiamo caricato una piccola barca di alluminio con tutta la nostra attrezzatura e pagaiato per quattro chilometri lungo il Rio Formoso. Sulla sponda del fiume abbiamo visto un Cuvier’s Dwarf Caiman (Paleosuchus palpebrosus), conosciuto con il nome di Jacaré in Brasile. Arrivati in un punto con poca corrente, abbiamo deciso di indossare la nostra attrezzatura e farci trasportare a valle dal fiume. L’acqua era abbastanza torbida e non trovando zone con buona visibilità, abbiamo preferito tornare a bordo.
Oltre alla fauna e flora meravigliose che abbiamo potuto osservare in Brasile, oltre al cibo saporito, alla convivialità dei brasiliani, quello che più ci è rimasto nel cuore è il rispetto e l’amore delle popolazioni locali per la loro terra, l’attaccamento e la difesa del loro territorio.